Addio a Neeskens il "Luogotenente' di Cruijff" e grande interprete del calcio totale "Orange"
Protagonista dell'Olanda dei primi anni Settanta giocò con il "Profeta" prima nell'Ajax e poi nel Barcellona. Aveva 73 anni

Se ne va l'altro simbolo del calcio totale dell'Olanda. E' morto Johan Neeskens e aveva 73 anni quello che la federcalcio olandese definisce "una leggenda" e il più fedele luogotenente di Cruijff. I due Johan fecero la storia del calcio degli anni Settanta insieme, nell'Ajax prima e nel Barcellona poi oltre che con la maglia arancione. L'uno, il Papero d'oro, inventando giocate che erano arte pura, l'altro interpretando al meglio i precetti dell'universalità dei ruoli insegnati dai 'santoni' Rinus Michels e Stefan Kovacs, strateghi di quella teoria poi messa in pratica da quei ragazzi con i capelli lunghi che vincevano, e davano spettacolo, pur non sapendo cosa fossero i ritiri.
In Spagna era "Johan II"
In Spagna, ai tempi del Barcellona (con cui vinse una Coppa del Re e una Coppa delle Coppe), Neeskens era "Johan II" o "Johan Segundo", nell'Olanda invece era il rigorista designato, e infatti è stato lui il primo calciatore a segnare dal dischetto in una finale mondiale, quella del 1974 persa contro la Germania Ovest. Una sconfitta che ancora brucia, ma nell'immaginario popolare è rimasto il ricordo indelebile degli Orange, nonostante la nazionale tedesca fosse anch'essa piena di campioni.
"Sono solo un mediano difensivo capace di segnare"
Polmoni d'acciaio, maestro del tackle, tecnica, colpo di testa e doti da leader, questo era Neeskens simbolo di polivalenza calcistica, centrocampista ma capace di reinventarsi trequartista dopo l'addio di Cruijff all'Ajax, prima di raggiungerlo al Barça e diventare un idolo del Camp Nou. Ma anche di fare il difensore prendendo il posto di Hulshoff, un altro che se n'è andato troppo presto. Neeskens preferiva definirsi "un mediano difensivo capace di segnare".
Koeman: "E' stato il mio idolo"
Non mollava mai, "cercavo sempre di giocare anche con stile", e a lui si sono ispirati in tanti. Ora lo ricorda, commosso, il ct dell'Olanda Ronald "Rambo" Koeman: "quando da bambini giocavamo per strada - racconta - tutti volevano essere Cruijff o Van Hanegem, io invece volevo sempre impersonare Neeskens. E' stato il mio idolo, mi piaceva il suo modo di giocare, e soprattutto di lottare, era il mio modello". Essendo stato un fenomeno di quei tempi, anche Neeskens non poteva, prima di smettere, che finire ai New York Cosmos, per fare passerella assieme a tanti altri campioni. Quella volta, però, con lui non c'era Cruijff, che da buon anticonformista scelse di percorrere altre strade giocando per i Los Angeles Aztecs e i Washington Diplomats e non nel team della Grande Mela.