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Gioca da 48 anni, è il calciatore più vecchio del mondo e non vuole smettere. "Sono stato mandato da Dio"

L'uruguaiano Robert Carmona ha 62 anni e secondo il certificato dal Guinness dei primati è "Il calciatore più longevo del mondo". "Ogni volta che entro in campo mi emoziono come il primo giorno"

Andrea Currelidi Andrea Curreli   
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Ha 62 anni, i capelli bianchi e la barba incolta ma non ha perso la voglia di scendere ancora in campo. Robert Carmona gioca a pallone da 48 anni, nella sua carriera è stato tesserato per trenta cliub e ha collezionato oltre 2000 presenze. E' uruguaiano ma ha giocato anche in Italia (nell'Audax Orione, terza categoria nel girone di Alessandria) oltre che in Canada, Stati Uniti e Spagna (dove ha giocato nel 2023-24). Per tutti è semplicemente El futbolista más longevo del mundo come certificato anche dal celebre Guinness dei primati.

Carmona: "Sono un giocatore unico"

Quasi tutti i giocatori appendono le scarpette al chiodo a 35, altri si sono ritirati per poi tornare a giocare, Carmona invece vuole andare a avanti. Ha iniziato la sua carriera nel 1976 e a dicembre del 2024 ha vestito la maglia numero 62 (come i suoi anni) ed è sceso in campo nella partita tra il La Floresta CD e il Club Deportivo Río de la Plata (campionato regionale uruguaiano). "Ritorno al calcio dei Canelones (Liga Departamental de Futbol de Canelones, ndr), dove ho debuttato nel 1976 all'età di 14 anni e dove gioco 48 anni dopo. Posso ancora giocare 90 minuti di partita come ho fatto nel 95% della mia carriera. Sarà molto difficile per chiunque ripetere la mia impresa di giocatore più anziano del mondo, quasi impossibile. Sono un giocatore unico e aspetto un'onorificenza dalla Fifa".

"Mi sento giovane, mi sento come un bambino"

"Ogni volta che entro in campo mi emoziono come il primo giorno. Mi sento giovane, mi sento come un bambino. È una sensazione di gioia che non se ne va mai", ha detto a Diarioconvos.com. Ma Carmona dice di non conoscere il segreto della sua longevità calcistica e sportiva. "Il mio segreto? Non posso dare una risposta. Ci sono diversi fattori: una buona alimentazione, la disciplina nell'allenamento, l'evitare l'alcol e la droga. E poi nonostante abbia avuto una vita difficile fin dall'infanzia ho sempre mantenuto un atteggiamento molto positivo", ha detto allo spagnolo Marca. "Una delle cose più importanti per avere successo nel calcio è allenarsi, ed è per questo che da 48 anni lo faccio tutti i giorni, senza scuse, mi alleno dalle 2 alle 3 ore al giorno per 6 giorni alla settimana e sono simile a Cristiano Ronaldo come professionalità", ha detto in un'altra intervista.

"Credo di essere stato mandato da Dio"

E questo mix di forza di volontà e un fisico strutturato gli ha permesso di superare anche vari brutti infortuni. "Una volta ho quasi perso un occhio. Sono caduto su una recinzione e un filo spinato mi ha fatto cadere tutta la palpebra - ha detto a Diarioconvos.com -. Ho anche avuto una frattura scomposta di tibia e perone quando avevo 19 anni e mi dissero che non avrei più giocato a calcio. E poi nel 2022 ho avuto un collasso polmonare. Ma niente di tutto ciò mi ha fermato. Credo di essere stato mandato da Dio per dimostrare che bisogna lottare per i propri sogni".

"Ho sofferto la fame per gran parte della mia vita"

"Ho promesso a mio padre che sarei diventato un calciatore professionista pochi minuti prima che morisse. E penso di aver mantenuto la promessa". Il calcio per Carmona è stato anche un mezzo per fuggire dalla povertà. "Quando sono andato a giocare negli Stati Uniti (con il Philadelphia KiXX) avevo solo un dollaro tasca. A quel tempo la situazione economica in Urugauy era veramente molto difficile. Ho sofferto la fame per gran parte della mia vita e in più di un'occasione non avevo nemmeno le scarpe per giocare. Ma alla fine sono riuscito a stabilizzarmi", ha spiegato.

Andrea Currelidi Andrea Curreli   
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