De Ligt regala derby e vetta alla Juve. L'Inter vince all'ultimo respiro. Crolla il Napoli con la Roma
Il miglior Torino della stagione, ma i bianconeri non hanno rivali. Tanta fatica a Bologna, i nerazzurri avanzano grazie a una doppietta di Lukaku. Sfida dal sapore d'Europa, partenopei battuti per 2-1 e gara sospesa per qualche minuto a causa dei cori razzisti contro i tiosi napoletani

Derby molto intenso nel sabato sera dell'Olimpico di Torino. La Juventus che da anni non perde più un colpo nei derby, si è ripresa la vetta lasciata tre ore scarse all'Inter vittorioso in extremis sul Bologna. E ha fatto piangere un Torino in ripresa e ordinato, grintoso il giusto, ma troppo poco pericoloso in attacco, punito dal primo gol in bianconero di De Ligt. La panchina di Mazzarri è salva, per ora, anche se nelle parole del presidente Cairo non è mai stata in discussione, ma i tifosi granata scuotono la testa dopo l'ennesima pagina amara nella sfida stracittadina. La classifica dei granata piange, mentre la Juve si gusta un risultato d'oro dopo una partita comunque difficile.
Alta tensione sulla carta per il Toro, reduce dalla debacle con la Lazio e senza vittorie dalla serata della rimonta sul Milan; viceversa sul campo i granata, senza Iago Falque, ma con Rincon recuperato, hanno dimostrato di non sentire alcuna pressione psicologica. Sciolti e sereni - e sostenuti dal pubblico - hanno tenuto a bada la Juventus, sopratutto nel primo tempo, subendo appena un po' di più negli ultimissimi minuti, quando Sirigu ha salvato lo 0-0 con una prodigiosa parata su De Ligt. Prima aveva deviato in angolo un tocco di Bonucci su una velenosa punizione battuta da Pjanic, rientrato anche lui da un infortunio e affiancato da Bentancur e Matuidi, con Bernardeschi trequartista e Dybala a far coppia in attacco con CR7.
Al 35' del primo tempo il conto degli angoli era 8-1 per il Toro, un record negativo per la Juventus che a lungo aveva affidato quasi solo a Cristiano Ronaldo il compito di cercare di sbloccare la partita. Il Torino, con Bremer è andato al tiro già al 1', su un'azione di calcio d'angolo e si è ripetuto all'8' con un tiro alto di Verdi. Proteste granata quando la palla è schizzata sull'avambraccio di De Ligt, azione più dubbia del rigore chiesto poco prima da Matuidi per un pallone sbattuto sul gomito, aderente al corpo, di Meitè. La Juve si è fatta viva con una girata di Ronaldo, non lontano dal bersaglio (16'). Ma la vera svolta poteva venire dalla strepitosa azione di Belotti, sulla destra: dribbling su De Sciglio e assist d'oro per il tiro al volo di Meitè che però ha alzato troppo la mira (36'). Nel finale del tempo la Juventus si è fatta più minacciosa e ha costruito le due palle-gol sventate dal portiere granata.
Sirigu è stato ancora decisivo sul rasoterra angolato di Ronaldo (12' st) in contropiede, deviando con la mano aperta il tiro diretto al palo più lontano. Al quarto d'ora scarso del secondo tempo, staffetta tra Dybala e Higuain. La girata al volo del 'Pipita' ha fatto sfoderare a Sirigu un'altra parata prodigiosa (25'). Palla in angolo e sull'azione successiva, l'argentino ha sfornato a De Ligt, a centro area, l'assist decisivo: staffilata dell'olandese e questa volta anche 'San Sirigu' ha dovuto alzare bandiera bianca.
Lukaku show: l'Inter rimonta e batte il Bologna
L'Inter non perde il passo della Juve e ringrazia un Lukaku da record. Il gigante belga è il primo giocatore della storia nerazzurra a segnare almeno 9 reti nelle prime 11 giornate ed è sua la doppietta che consente alla squadra di Conte da proseguire la marcia da record in trasferta: 6 vittoria in altrettante partite. La sua doppietta vale pure la rimonta su un Bologna passato a condurre con Soriano, che vede sfumare il sogno di fermare gli avversari al minuto 91: quando Orsolini, ingenuamente, stende Martinez e La Penna sancisce il penalty in extremis. Finisce tra la contestazione del Bologna e dei suoi tifosi, che al minuto 41 della ripresa avevano protestato per un contatto su Palacio in area, su cui La Penna sorvola.
Finisce pure con l'Inter che si ritaglia una nuova chance di sorpasso sulla Juventus e che si dimostra solida, anche se non proprio concreta: perché il 2-1 arriva sì in 'Zona Cesarini', ma dopo diverse occasioni sprecate. Pecca che normalmente è abitudine dei rossoblù che, invece, massimizzano sotto porta, costruendo meno del solito, ma giocando una partita generosa e comunque coraggiosa.
La Roma cala il tris (di vittorie)
Sarà per un giorno, fatto sta che la Roma scavalca l'Atalanta portandosi al terzo posto in solitaria. I giallorossi, nella sfida dal sapore d'Europa contro il Napoli - macchiata dalla lucida stupidità di un gruppo di sostenitori che hanno cantato le solite, macabre nenie, costringendo l'arbitro Rocchi alla sospensione del match per un minuto circa - confermano di essere squadra, perché hanno vinto 2-1 soffrendo e probabilmente meritando più degli avversari, apparsi poco convinti della propria forza.
Oltre al campo però, resta la cronaca di quanto successo sugli spalti: a metà del secondo tempo l’arbitro Rocchi ha sospeso la gara per alcuni minuti per cori discriminatori nei confronti dei tifosi napoletani.
Un Napoli a volte perfino svagato, poco preciso e ancor meno cattivo delle scorse stagioni, esce dalla zona Champions e dovrà lavorare a fondo per ritrovare certi meccanismi. Più del collettivo sono i singoli, assumendosi le proprie responsabilità, a creare i presupposti per qualcosa che possa portare al gol. Un presupposto al momento fallimentare, o forse semplicemente un'idea sbagliata. La sfortuna, che si accanisce contro i meno forti, fa il resto, come testimoniano i due pali nella stessa azione colpiti oggi dalla squadra dello squalificato Ancelotti, sostituito in panchina dal figlio Davide, con Milik e Zielinski.
La Roma, paradossalmente favorita dalla sequela interminabile di infortuni, invece, sembra avere trovare la formula giusta: lo confermano i tre successi consecutivi e questa voglia matta di trovare il gol nel più breve tempo possibile. In rete vanno Zaniolo al 19esimo del primo tempo e Veretorut al 10 della ripresa. Al 27esimo Milik accorcia le distanze ma non basta.