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"Ora giochi nella squadra più bella del mondo in Paradiso": l'ultimo saluto a Totò Schillaci

La figlia Nicole: "Mi manca tantissimo, ma almeno ha smesso di soffrire". Beppe Bergomi: "È' stato l'eroe di tutti noi"

di Tiscali Sport - video Ansa   
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La camera ardente allestita per due giorni allo stadio Barbera con l’omaggio di migliaia di tifosi e ora i funerali nella cattedrale di Palermo. Il mondo del calcio dice addio a Salvatore Totò Schillaci, l’eroe delle "Notti magiche" dei Mondiali di "Italia '90", morto il 18 settembre dopo una lunga lotta contro un tumore al colon. A celebrare la funzione funebre monsignor Filippo Sarullo. Nelle prime file in cattedrale ci sono il presidente della Figc Gabriele Gravina, l'ex presidente della Figc, Antonio Matarrese, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il presidente del Palermo calcio Dario Mirri, che guida la delegazione della società con l'a.d. Gardini. Ci sono alcuni calciatori del Palermo, Francesco Di Mariano, nipote di Schillaci, Matteo Brunori e Jacopo Segre insieme al direttore sportivo Morgan De Sanctis e al vice Giulio Migliaccio e a una rappresentanza delle giovanili.

La figlia Nicole: "Mi manca tantissimo, ma ha smesso di soffrire"

"Resterà sempre nel mio cuore. Avrei voluto condividere altri momenti con lui, ma non sarà possibile. Ho potuto vivere gli ultimi giorni con lui e ho visto quanto dolore ha provato. Mi manca tantissimo, ma almeno ha smesso di soffrire". Le parole di Nicole Schillaci, terza figlia di Totò Schillaci. "Ho bellissimi ricordi d'infanzia - aggiunge - quando veniva a trovarmi a Cernobbio, ero piccolissima. Poi, dopo il matrimonio con Barbara, giustamente è venuto meno ed ero io ad andare a trovarlo, principalmente nel periodo estivo. Vivevamo lontani, non c'è sempre stato, ma era sempre il mio papà. Voleva che noi fratelli, anche se abitiamo distanti, fossimo uniti e c'è riuscito". Nicole Schillaci non ha vissuto sotto i riflettori, né ha visto suo padre giocare e toccare l'apice della gloria con la maglia della nazionale italiana. "Per me - ricorda - era una persona normale, certo di cui essere fieri, ma normale, molto gentile, umile e con un grande cuore. Lascia tanti insegnamenti, ad esempio che ogni momento va vissuto pienamente, lui ha sempre lottato tantissimo. Era sempre in movimento, faceva sempre qualcosa, per settembre aveva tutto il calendario pieno di appuntamenti".

"Ora giochi nella squadra più bella del mondo in Paradiso"

"Sinora, caro Totò avevi giocato soltanto il primo tempo della tua vita, breve, quasi da tempi supplementari, di 59 anni. E se è vero che non hai segnato il gol della vittoria su questa terra per liberarti dalla malattia, nel secondo tempo, che è durato un istante, quello della morte, nel fischio finale, come deve essere per ogni credente, lì hai giocato la partita più bella della tua vita, hai fatto il passaggio più bello della tua vita, un passaggio non con giocatori altrettanto bravi come te, ma con il numero 1, Gesù, e hai realizzato il passaggio alla vita eterna". È uno dei passaggi dell'omelia di monsignor Filippo Sarullo, parroco della cattedrale, che sta celebrando a Palermo i funerali di Totò Schillaci, scomparso mercoledì per un tumore al colon. "Ti sei ritrovato davanti ad una porta - ha aggiunto - ma non come quella di un campo di calcio di serie A, ma ti sei trovato davanti una porta senza traversa, una porta senza pali, una porta senza rete, ti sei ritrovato davanti la Porta della misericordia, la porta dell'amore, la porta della bontà del Padre che, da vero arbitro giusto e inappellabile, ti ha convocato per la partita del cuore, per la partita che non avrà mai fine, che ti ha fatto entrare nella squadra più bella del mondo, che si chiama Paradiso".

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Bergomi: "È' stato l'eroe di tutti noi"

"È' stato l'eroe di tutti noi, ci stava regalando un sogno. Mi sembrava giusto essere qui oggi". Parola di Beppe Bergomi, uno degli ex compagni di Totò Schillaci in Nazionale e nell'Inter. "Quando ci si ritrovava anche a distanza di tempo - assicura Bergomi - l'amicizia profonda rimaneva. Abbiamo vissuto l'anno e mezzo che è stato all'Inter intensamente. Ma mi rimane nella mente il gol con l'Austria, venne ad abbracciarmi. I giovani di oggi vogliono tutto e subito, invece bisogna faticare. Totò in questo era un esempio".

 

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