Le grandi bufale del calciomercato. E poi succede che la realtà diventa una fantasia. Il caso Lukaku
In questo periodo dell’anno si scatenano i cosiddetti espetti di calcio che spesso non ne azzeccano una

Con l’estate arrivano le vacanze, il caldo e il calcio mercato. E con il calcio mercato arrivano le bufale, l’insostenibile leggerezza delle palle, raccontate per lo più con la rancida sapienza dell’intenditore che non ne sbaglia una. La cosa divertente è proprio questa. La campagna acquisti dei calciatori è terreno minato, bisognerebbe appropinquarsene con una certa cautela. Non è un caso che Pedullà e Di Marzio, che sono i veri padroni di questa materia, siano anche i più prudenti di tutti, e quando sbagliano è perché l’affare sfuma o non si concretizza, non perché la notizia è inventata.
Il lavoro del cacciatore di bufale
Il cacciatore di bufale no. Lui le spara proprio, e mo’ te lo fa vedere lui. Così Mourinho è il nuovo ct del Brasile, Antonio Conte va alla Roma anche se non si riduce l’ingaggio, Mancini lascia la nazionale perché non gli è piaciuto il tweet di un giornalista, la Juventus va di sicuro in serie B, ma forse viene radiata, Allegri non è più l’allenatore dei bianconeri, anzi no, resta, però ha chiesto di ridursi lo stipendio (giuro, hanno detto pure questo). E poi ci sono le chicche: tutti vogliono Arthur, un desaparecido pagato sei milioni netti al mese, ma forse sono pure di più, che dicono passeggi a centrocampo come nessuno, e c’è la fila per lui, Barcellona, Siviglia, Corinthias, Arsenal a adesso pure la Fiorentina, «che vuole dare un grande regista a Italiano»; Mario Icardi al Monza, l’ultimo capolavoro di Galliani; «il Milan ha preso il giovane talento turco Arda Guler», neanche il tempo di dirlo ed era già al Real Madrid; Milinkovic Savic vuole solo la Juve e Lotito non vuole venderlo (infatti, è volato in Arabia per 40 milioni).
Le 2 categorie delle bufale
Le bufale si dividono in due categorie. Quelle dei professionisti e quelle dei dilettanti. Nel mondo orizzontale dei social, soprattutto su twitter, chiunque può sparare la sua cretinata e ormai è un florilegio inarrestabile e quasi impossibile da seguire nella sua variegata estensione. Ma la vera opera d’arte è quella del professionista. La prima caratteristica è la sicumera. La seconda, la lezioncina. Il Re incontrastato di quest’estate è Maurizio Pistocchi, uno che preferisce emettere sentenze che fare cronaca, di qualsiasi cosa parli, ex grande moviolista di Mediaset che catturava tutto, anche i movimenti di un alluce nella scarpa, accusato ingiustamente di voler sempre e solo spiegare com’erano sacrosanti i rigori dati al Milan e sbagliati quelli contro. Era un dipendente di Mediaset, lo si potrebbe capire in fondo. Adesso è in pensione, ma non rinuncia a dare notizie. Forse, non ci è abituato. Prima rivelazione: «Una fonte credibile mi ha detto che il primo obiettivo della nuova Juventus se riesce a vendere Vlahovic è Mauro Icardi». Ma l’ultima è ancora meglio: «Secondo quanto rivelato da una fonte diretta, Max Allegri NON sarà l’allenatore della Juventus 2023/2024».
Informazioni date con sicurezza
Notare la sicurezza con cui viene data l’informazione, nessun condizionale, «notizia certa». Vorremmo tanto conoscere le sue fonti, credibili o dirette che siano: o devono ancora posare il fiasco, o si divertono a prendere in giro i bravi professionisti. In ogni caso, la gara per il premio Bufala 2023 è appena cominciata. Un tempo, con Maurizio Mosca, c’era sempre e solo lui. Nessuno poteva eguagliarlo. Condiva tutte le sue palle, le bombe di Mosca, con una fantasia fanciullesca. Un gigante: «Volevo informare che il signore che aveva lanciato accuse pesanti contro di me è già stato arrestato. Abbiamo rintracciato il suo telefono e abbiamo mandato subito i carabinieri a casa sua. Adesso registriamo tutti i numeri delle chiamate e non ci scappa nessuno. Questo signore deve rispondere delle cose che ha detto. E comunque è già in carcere». Alleluja.
Occhio ai millantatori seriali
Il cacciatore di bufale può anche essere un millantatore seriale. Qualche anno fa Alessio Sundas, manager e agente Fifa, fondatore e presidente dell’agenzia Sport Man, oltre che gradito ospite al Maurizio Costanzo Show per aver avuto 350 donne in un solo anno (diceva lui), irruppe sulla scena del calciomercato annunciando di voler portare Messi a Napoli: «Ho contattato il sito ufficiale della famiglia Messi. I familiari di Messi, che sono anche i suoi procuratori, hanno letto la mia mail. Ho già iniziato la trattativa per capire il valore del cartellino». Passano 15 giorni e aggiorna tutti: gli hanno detto che al momento è incedibile. Niente paura. Qualche mese dopo torna all’assalto e ora tocca all’Inter: «Non tutti i club possono permettersi uno come Leo r credo che l’Inter resti l’unica pretendente attendibile, sia in termini economici che tecnici». Probabilmente il saggio Marotta lo caccia via a pedate. E allora va a bussare alla Fiorentina. E si becca il due di picche anche lì. Dura la vita del cacciatore di pedale. E’ un comico che fa ridere gli altri, ma lui non ride mai. Le spara convinto davvero che siano cose serie quelle che dice. Come Fabio Santini: «La Juventus può essere una pista per Conte, anche se il nuovo Cda vuole Zidane, che sarebbe venuto anche se la Juve fosse andata in B con un contratto da dieci milioni l’anno». Sempre Santini: «Negli ambienti di Piazza Affari ho raccolto voci secondo cui Napoli, Juventus, Monza e Inter sono in vendita». Ne azzeccherà almeno una?
Il caso Lukaku
La cosa più incredibile, poi, è quando è la realtà che sembra una bufala. Prendete il caso Lukaku. La Juventus deve ridurre i costi, vendere e tagliare energicamente il monte ingaggi per abbassare il debito. E invece va a cercare proprio un giocatore che gli costa 8 milioni all’anno, persino uno in più di quello che vende? E Big Rom è quello che ha bisticciato con i tifosi allo Stadium e che alla domanda se andrebbe nella Juve o nel Milan risponde secco: «Mai!». Ripetuto tre volte. «Quando venni a sapere che il mio agente aveva trattato anche con i bianconeri andai su tutte le furie e gli dissi di non farlo più». E allora adesso dov’è la bufala? Voi riuscite a capirlo?