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Le pagelle del mercato di gennaio: il voto più alto al Sassuolo, quello più basso all'Inter

Puntare su Lukaku al posto di Dybala è stato un azzardo, sbagliato non cedere Skriniar. Voto 5 per il Milan, sufficienza per Juve, Napoli e Lazio

L'ad dell'Inter, Beppe Marotta (Ansa)
L'ad dell'Inter, Beppe Marotta (Ansa)
di Pierangelo Sapegno

Nel mercato dei poveracci cambiano completamente i parametri di giudizio. Prima erano i nomi importanti, quelli che sembravano dei grandi colpi, a far alzare i voti, perché il calcio mercato è (era?) la stagione dei sogni in cui tutto è possibile. Ma adesso se non hai un euro conta saper vender bene e poi «lavorare di fantasia», come dicono gli addetti ai lavori, che significa elemosinare dei prestiti in giro e comprare soltanto a prezzi bassissimi, sperando di azzeccare il botto buono. Quelli più bravi oggi sono quelli che vendono. D’altro canto questa volta non c’è stato neanche un colpaccio, nemmeno un parametro zero, o una figurina. Benvenuti nella Grande Crisi.

Ecco allora le pagelle della nuova era

ATALANTA. Voto 6. Niente di nuovo sul fronte occidentale. E’ andato via Sartori, ma il meccanismo rimane lo stesso. Una cessione importante la piazzano sempre, e poi l’affare buono, l’acquisto che vale, lo scopriamo solo a campionato avanzato, perché la verità è che non ne conosciamo manco uno di quelli che hanno portato a casa. Gli orobici sono riusciti a piazzare Malinovski, non proprio un titolare, al Marsiglia, 10 milioni più di 3 di bonus. Non hanno preso nessuno, per questo il voto si ferma alla sufficienza.

BOLOGNA. Voto 6. Ha preso Kyriskopoulos dal Sassuolo, e non ha lasciato partire Cambiaso. Avrebbe voluto far partire Barrow, direzione Inghilterra, per incassare qualche spicciolo, ma non tute le ciambelle riescono col buco. Voto 6 di fiducia.

CREMONESE. Voto 5/6. I tifosi non sono molto soddisfatti. Mercato di aggiustamento, è arrivato un difensore (Ferrari) non di prima fascia, è partito Zanimacchia, che con Alvini giocava a metà. E con il più prudente Ballardini non serviva più.

EMPOLI. Voto 7. Questi sono troppo bravi. Il voto alto lo meritano a prescindere. Hanno cambiato Lammers con Caputo, e la prima impressione è che ci abbiano guadagnato. Hanno messo le mani su Piccoli, promessa che non sboccia, ha già girato sei squadre senza confermare le aspettative, e Vignato, un altro giovane di cui si dice un gran bene, per rimpiazzare la partenza di Bajrami. Fate un monumento a Corsi.

FIORENTINA. Voto 5. Alla continua ricerca di un attaccante che prenda finalmente il posto di Vlahovic, questa volta sono finiti su Brekalo, che il Torino ha lasciato partire quest’estate senza troppi rimpianti. Così adesso hanno la coda lì davanti, ma nessuno che convince. Come non piace neppure troppo il cambio Sirigu-Gollini.

INTER. Voto 4. Paga gli errori dell’estate. Marotta e Ausilio sono btavi e si rifaranno sicuramente. Ma aver puntato su Lukaku al posto di Dybala è stato un azzardo sbagliato, e non aver lasciato partire Skriniar per 50 milioni cash un errore grave, che pesa sul bilancio e sulla campagna acquisti. Dovevano vendere Dumfries e non ci sono riusciti. Per arrivare a Scalvini però qualcuno lo devono piazzare in uscita prima o poi, a meno che in società non si presentino sull’uscio i fantomatici acquirenti o i nuovi soci.

JUVENTUS. Voto 6. Di fiducia. Dopo la disastrosa campagna acquisti dell’estate (andare a vedervi i voti se volete farvi due risate), adesso deve pensare solo a vendere. Solo che vista la sua situazione i compratori preferiscono aspettare. Così per ora s’è liberata di McKennie e Pellegrini, ma con diritto di riscatto, che non è nient’altro che una vaga promessa, da ridiscutere pure se non viene lasciata cadere. Ma di più sinceramente non poteva fare.

MILAN. Voto 5. Sarebbe meglio senza voto. Paga le incertezze dell’estate. Aspetta De Katelaere: con Tonali gli è andata bene dopo un anno così così, ma questa volta non si sa. E’ rimasto Giroud che ha rifiutato le sterline inglesi. Ma sta per arrivare la grana Leao. E non è una bella grana.

LAZIO. Voto 6. Luca Pellegrini dalla Juve, e basta. Chi è già abituato a fare i salti mortali per stare a galla sa come si fa, e parte davanti agli altri. Tare è da un pezzo che lavora di fantasia, come si dice adesso. Gli è quasi sempre andata bene. Ma ora che son costretti a farlo tutti diventa più difficile.

LECCE. Voto 5/6. Mercato di difensori, - 3, un po’ troppi - dopo aver ceduto centrocampisti e attaccanti.

MONZA. Voto 7. Dopo i fuochi d’artificio dell’estate, adesso ha riposato. Ma il grande colpo l’ha fatto a bocce ferme, e quello davvero eccezionale: Palladino. Lui da solo vale anche più del 7 in pagella.

NAPOLI. Voto 6. Non tanto per Bereszynski, ma per Gollini. Come secondo portiere è perfetto. Giuntoli è un mago e gli riesce tutto: adesso punta Adam Traoré a parametro zero.

ROMA. Voto 5. Questo è il voto più difficile da dare. Perché Pinto il suo l’aveva fatto, e se fosse andato in porto, sarebbe stato un altro mercato. Ma le società povere rischiano di diventare ostaggio dei calciatori e dei loro procuratori. Alla fine Pinto non ha colpe, solo che è venuto fuori un mercato scadente: Llorente dal Leeds, chi è costui? Solbakken al posto di Shomurodov ne vale sicuramente la pena. Ma è troppo poco. La Roma ha bisogno di qualcosa di più in avanti per prendere il posto di Zaniolo.

SALERNITANA. Voto 6/7. Occhio a Nicolussi Caviglia, ne dicono un gran bene.

SAMPDORIA. Voto 5. Lo scambio fra Caputo e Lammers non convince. Caputo è usato sicuro, alla fine non delude mai. Gli acquisti sono tutti di seconda fascia. Dei nuovi arrivi, incuriosisce Ilkhan: quando ad agosto era sceso al Torino, spargevano parole di miele, sembrava un giovane di grande avvenire. Poi in campo non s’è quasi mai visto. Forse non ha legato con Juric, ora ci prova Stankovic: alla Samp l’ardua sentenza.

SASSUOLO. Voto 8. Bajrami e Zortea sono due investimenti, tutt’e due ventitreenni, il primo con qualche garanzia in più del secondo. Giocatori da oneste carriere più che da voli pindarici. Ma Carnevali ce li ha già in casa quelli che fanno cassa. E uno l’ha piazzato da artista delle vendite, Traoré al Bournemouth per 30 milioni, infilandosi fra i dubbi di Zaniolo. Visti i tempi nuovi, il voto alto premia quelli che sono più bravi a vendere.

SPEZIA. Voto 7/8. Hanno preso Kiwior con due spiccioli e l’hanno rivenduto all’Arsenal per 25 milioni. Faranno lo stesso con Holm. Siamo ai margini dell’impero, degli straccioni in umile attesa davanti ai palazzi nobiliari. Se i lord inglesi ce lo concedono facciamo un po’ di cassa. Fino a ieri giudizi così buoni andavano alle big. Ma così va il mondo oggi. Lo Spezia non prende l’8 solo perché forse potevano far di più in entrata.

TORINO. Voto 6/7. Se chiedi il voto a Juric probabilmente gli dà 4, perché è andato su tutte le furie quando ha saputo che gli avevano venduto Lukic. Cairo in compenso ha portato a casa Ilic dal Verona, battendo la concorrenza del Marsiglia. Sulla carta non siamo siciuri che ci abbia guadagnato. Poi ha preso Vieira e un difensore, Gravillon, che chissà se ce n’era tanto bisogno. Ma siccome è riuscito a vendere bene Lukic, dieci milioni più due di bonus, e il rapporto fra entrate e uscite resta in attivo, è giusta la sufficienza abbondante.

UDINESE. Voto 6. Anche qui voto di fiducia. Thauvin è una scommessa. Era nazionale francese nel 2018, ma da allora è scomparso dai radar.

VERONA. Voto 5/6. Ilic è una perdita che rischia di pesare. Abildgaard arrivato per sostituirlo è un nazionale danese ma nel Celtic non era proprio un titolare. E’ rimasto Lasagna, e questa è una buona notizia.

1 febbraio 2023
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