De Ligt, Dybala, Bremer, i fuochi d'artificio del mercato. Ma il grande colpo lo sta facendo il Milan: in silenzio
Il difensore olandese lascia la Juve e va al Bayern Monaco per 70 milioni più 15 di bonus. Mourinho a Dybala: "Vinceremo insieme". Roma: Zaniolo è tolto dal mercato

La domenica della svolta ha cambiato il calciomercato. I tedeschi, se devono arrivare al punto, non stanno a guardare tanto i sabati del villaggio o le festività senza lavoro. Salihamidzic, direttore sportivo del Bayern Monaco, s’è attaccato al telefono e ha bombardato Cherubini e Arrivabene. A dire il vero non ha dovuto neanche insistere troppo: accordo raggiunto a 70 milioni più circa 15 di bonus, dei quali cinque facilmente raggiungibili, cinque così così, e gli altri parecchio, ma parecchio difficili. A voler fare i realisti diciamo che De Ligt parte per 75 milioni sicuri e 80 forse. Di più la Juve non sarebbe riuscita a prendere, e Salihamidzic, con le buone e con le cattive, gliel’ha fatto capire: l’olandese aveva già deciso ed era irremovibile. In pratica, non c’era più niente da fare. Paratici l’aveva comprato a 85 milioni (75 più dieci: 30 ancor da versare all’Ajax), ma in tre anni il suo valore è sceso e la plusvalenza va verso i cinquanta, che non è male. E poi, soprattutto, adesso alla Continassa hanno i soldi per fare la campagna acquisti. Primo obiettivo: Bremer, che ha già un accordo ripetutamente confermato con l’Inter. Però le vie del mercato sono infinite. E la Juve ci sta provando: 40 milioni al Torino, e 5 all’anno al brasiliano. Occhio a Gatti, invece: per Juric è uno dei migliori difensori italiani.
Niente Inter, Dybala in giallorosso
La domenica della svolta ha riservato in ogni caso un’altra grande sorpresa: Dybala alla Roma. Delle tre squadre che gli ronzavano attorno (Inter e Napoli, le altre), la più svantaggiata, quella senza Champions, e che offriva di meno. Marotta aveva già trovato l’intesa sui 6 milioni, per poi fermarsi e dirottare tutte le sue attenzioni su Lukaku. Preso il belga, erano sorti i dubbi: per fargli spazio dovevano uscire Sanchez e Dzeko - o almeno uno dei due -, che stavano facendo invece molta resistenza. Senza contare che Inzaghi non si stracciava certo le vesti per avere la Joja: a lui basta e avanza la Lu-La, Lukaku e Lautaro, e con il bianconero avrebbe dovuto cambiare l’unico modulo di gioco che conosce, il 3-5-2. Il Napoli offriva la stessa cifra, con il problema dei diritti d’immagine però. Fino a ieri sembrava la favorita. Sembrava. In questa domenica di grande sole e di afa, Pinto è corso su a Torino, a casa di Dybala, con la regia di Mourinho dal Portogallo. Non ci sono soltanto i tedeschi che non guardano in faccia alle festività. Anche Friedkin si attacca al telefono, e quando le cose cominciano a volgere al meglio, pure Totti chiama il suo amico Paulo. Alle dieci di sera, quando il sole è finalmente tramontato, Dybala ha detto sì. Resta Antun, il suo manager, che è un osso duro. Ma il più è fatto. Bisogna aspettare fino alle due di notte, perché la Joja mandi il messaggio wathsapp a José Mourinho che aspetta sveglio la fine della trattativa: «Ho accettato». Mou gli scrive: «Vinceremo insieme». Sono le parole chiave, quelle che all’inizio avevano fatto traballare Dybala e poi l’avevano quasi convinto, durante la lunga telefonata della scorsa settimana con la quale il tecnico portoghese aveva riaperto i giochi, avvicinando il Dieci argentino, il «piccolo Sivori», alla Roma. Questa mattina, lunedì, Dybala sbarca a Roma e da lì parte in aereo con Pinto e Friedkin, destinazione Portogallo. Il contratto è una firma d’amore: 4,5 milioni, che possono arrivare a sei con dei bonus, legati alle presenze e ai risultati.
Zaniolo è tolto dal mercato
E adesso? Alla Roma giurano che a questo punto Zaniolo è tolto dal mercato, e che presto gli rinnoveranno il contratto. Certo, quella che sta nascendo è una squadra che può far sognare: ha Matic in più a centrocampo, un’arma nuova sule fasce come Spinazzola, che l’anno scorso era fermo ai box, e Dybala dietro Abrahams, nel suo ruolo naturale, quello in cui ha reso al meglio. Con Zaniolo sarebbe un attacco da far paura. La Juve dice che adesso ha altro da pensare, e che potrà tornare a trattarlo solo se la Roma abbasserà le pretese: siccome questa condizione oggi come oggi è improbabile, sembra davvero possibile che possa restare in giallorosso. L’Inter con Lukaku e Lautaro resta la più forte (anche se il belga in Premier ha segnato solo 8 gol ed è finito in panchina, a testimonianza che in Europa si gioca un altro calcio, nel quale anche quelli che fanno sfracelli da noi, là fanno soltanto le riserve). Ma comincia a presentare molte incognite: deve aprire Skriniar, e con lui saluterà pure Dumfries. Se arriva Bremer, si ritengono a posto. Ma cosa succederà con il difensore del Torino? La Juve è convinta d’aver effettuato il sorpasso. Marotta conta sul fatto che il brasiliano manterrà la parola data. Si gioca tutto in queste ore. Se salta Bremer all’Inter, si profila un altro duello, per Milenkovic. Perché la Juve non può fermarsi sui difensori (anche per questo Zaniolo si fa più lontano): Bremer è un destro come Bonucci, e serve a tutti i costi un mancino che rimpiazzi Chiellini (persino De Ligt ha avuto molte difficoltà adattato a sinistra). E il viola risponde proprio a questi requisiti (come Pau Torres e Gabriel, altri due centrali nel mirino dei bianconeri).
Il Milan sul De Ketelaere
In tutto questo, sta passando sotto silenzio il colpo del Milan. Nella domenica della svolta, i rossoneri si sono avvicinati a De Ketelaere, alzando l’offerta a 35 milioni. Il Bruges ne chiedeva 40, ora è sceso a 37. Fra stasera e domani si dovrebbe chiudere. E questo non è un colpo da poco. De Ketelaere ha 20 anni, e in Belgio dicono che è il nuovo De Bruyne: ha classe, corsa, visione e fisico. Di tutti gli acquisti fatti finora dalla serie A, questo è il migliore, anche più di Dybala. Su Pogba c’è l’incognita dei guai fisici e degli ultimi due anni deludenti. Di Maria, con i mondiali a dicembre e un anno solo di contratto, non ci semvra questo grande affare sbandierato dagli juventini. La verità è che fino a oggi le più brave sono Roma e Milan. Occhio a loro per il campionato. Al Milan chi decide gli acquisti e le scelte non ha mai sbagliato. «Sono dei professionisti autentici», come ha sentenziato Corrado Orrico, «non come alla Juventus, dove prende le decisioni uno che viene dalla Ferrari». Detto che anche chi viene dalla Ferrari può essere bravo, è vero che Massara e Maldini hanno dimostrato in questi anni di avere una marcia in più. Il bello è che hanno vinto uno scudetto e continuano a non considerarli. Incredibile.