Ronaldo cancella Messi, una Juve spettacolare annienta il Barça. Dopo 20 anni la Lazio passa agli ottavi
Doppietta del portoghese e primato: 3-0 al Barcellona, Juve agli ottavi da prima. Fra Lazio e Brugge, una traversa salva Inzaghi nel finale
Impresa centrata: con un clamoroso 0-3, la Juventus più bella della stagione espugna il Camp Nou e conquista il primo posto nel girone. Due rigori di Ronaldo e un gol di McKennie fanno sognare i bianconeri, che annichiliscono i blaugrana con una prova perfetta e tornano a vincere in casa del Barcellona dopo oltre 17 anni.
Buffon blocca Messi
Messi è l'unico a provarci e viene fermato da un immenso Buffon, il confronto con l'eterno rivale va in tutto e per tutto a CR7. Koeman si gioca molto, in campionato è la partenza peggiore del Barcellona nell'era dei tre punti e la sua panchina comincia a traballare: per sostenere l'unica punta Griezmann sceglie, oltre ovviamente alla Pulce, Trincao e Pedri, mentre con l'assenza di Pique e Umtiti recuperato in extremis la coppia di centrali difensivi è Araujo-Lenglet. In campo anche l'ex Pjanic, che negli ultimi giorni aveva espresso il proprio malumore a causa dello scarso impiego.
Difesa Juve annunciata
Più di una sorpresa per Pirlo: la difesa era quella annunciata, poi però in mezzo al campo ci sono Arthur e McKennie, oltre a Cuadrado alzato sulla linea di centrocampo e Ramsey esterno a sinistra, con le esclusioni di Chiesa e Kulusevski. Davanti Ronaldo e Morata, in porta Buffon come preannunciato alla vigilia.
Primo tempo
Fin dalle prime battute si vede lo spirito derby tanto invocato da Pirlo e Bonuci, con CR7 subito scatenato. Prima calcia in porta con un colpo da calcetto, poi fa da sponda per la botta dalla distanza di Danilo, al 12' si conquista un rigore: l'arbitro Stieler giudica falloso il contatto tra Araujo e il portoghese, che dal dischetto trova il vantaggio. I bianconeri non si accontentano, sette minuti e arriva lo 0-2. Da una rimessa laterale sulla sinistra, il pallone viene manovrato per arrivare a Cuadrado: il colombiano disegna una traiettoria simile a quella di sabato contro il Toro, in area c'è ancora McKennie che in mezza rovesciata segna la seconda rete in quattro giorni. Il Barcellona è stordito, Messi prova a prendere per mano i compagni ma sbatte contro un super Buffon, che si distende su una conclusione insidiosa della Pulce.
Secondo tempo
E anche la ripresa si apre nel migliore dei modi per la Juve: Stieler ha bisogno del Var per vedere il fallo di mano per Lenglet e, mentre Pirlo protesta per un possibile secondo giallo per il centrale blaugrana, CR7 si presenta di nuovo dagli undici metri e realizza la doppietta personale. E ci sarebbe pure il poker di Bonucci, annullato per fuorigioco. Lunedì prossimo, nell'urna di Nyon, la pallina della Juve sarà tra le prime classificate: per Pirlo è la notte più emozionante da allenatore.
Lazio-Brugge
Con il fiato grosso, ma ce l'ha fatta. Venti anni dopo l'ultima volta, stagione 2000-2001, la Lazio è negli ottavi di finale dell'Europa che conta, la Champions League. Ci riesce pareggiando 2-2 in casa, e soffrendo, contro i campioni del Belgio del Bruges che giocano per più di un tempo in dieci per l'espulsione (doppio giallo) al 39' del loro difensore ucraino Sobol.
L'importante è qualificarsi
Non è stata una prova esaltante quella dei biancocelesti, ma è bastata a Simone Inzaghi per entrare nella storia: lui c'era, con la Lazio avanti in Champions, anche quando faceva il giocatore. Ma c'è mancato un soffio che questa volta non ci riuscisse: deve infatti ringraziare la buona sorte quando, al 92' e con la squadra di casa in affanno, il Bruges ha fatto tremare la traversa laziale con una conclusione di De Keteleare da posizione defilata. Se il tiro fosse entrato forse sarebbe stata una beffa per via del tempo scaduto, non certo per ciò che stava accadendo in campo nella fase finale del match, con il pallino del gioco saldamente nelle mani del Bruges.
L'illusione di avercela fatta
Forse la Lazio, prima di accusare il colpo del gol del 2-2 al 31' st segnato da Vanaken con un bel colpo di testa, ha pensato troppo presto di avercela fatta, ha cercato di addormentare la partita invece di chiuderla cercando con decisione la terza rete, ed è stato intempestivo Inzaghi a fare tre cambi in contemporanea togliendo qualità, ovvero Luis Alberto, Lucas Leiva e Immobile, per mettere dentro la fisicità di Caiceido, Escalante e Akpa Akpro. Solo l'ecuadoregno si è reso pericoloso, con un'incursione sulla destra e poi assist al bacio su cui però nessun compagno si è fatto trovare pronto. Alla fine comunque la qualificazione, da seconda del girone F, è arrivata ed è quello che conta, pur se la squadra ha dimostrato di non avere una condizione fisica ideale e ad un certo punto ha accusato la paura di non farcela. Ma essere fra le migliori 16 di Europa è qualcosa che rimane. La Lazio ha sbloccato il risultato con Correa che al 12' ha ribadito in rete dopo che Mignolet aveva respinto la conclusione di Luis Alberto. Tre minuti dopo il pari del Bruges, con Vormer bravo a ribadire in porta dopo che Reina si era salvato in qualche modo su un tiro di Lang. Al 27' Lazio di nuovo avanti con il rigore trasformato dal solito Immobile, in precedenza steso in area da Clinton Mata. Sotto un nubifragio veniva poi espulso Sobol per un fallaccio, l'ennesimo, su Lazzari.
Secondo tempo
Ripresa con brivido iniziale, visto che Correa sfiora la terza rete, poi match al piccolo trotto fino al pari del Bruges e poi le emozioni finali. La Lazio tira un sospiro di sollievo, l'Europa è ancora sua. Non avrà brillato, ma si è qualificata, da seconda ma da imbattuta e anche questo conterà qualcosa.