Juve, Agnelli durissimo: "Provo rabbia e vergogna, ma Allegri resta". Il tecnico: "Non mi dimetto"
Il presidente bianconero: "Non ci sono responsabilità individuali, è un problema collettivo, fisico, mentale, psicologico". Allegri: "Quando la sfida diventa difficile è ancora più bella"
La crisi della Juve è ormai evidente. Prima la sconfitta in campionato contro il Milan, ora quella pesantissima contro il Maccabi Haifa che potrebbe essere decisiva per l'uscita dalla Champions League (nel Gruppo H sono in testa Psg e Benfica con 8 punti, 3 per la Juve e il Maccabi). Un periodo difficile che ha provocato il malcontento della tifoseria, sempre più schierata contro il tecnico Max Allegri, e costretto il il presidente Andrea Agnelli a intervenire.
Agnelli: "Sono arrabbiatissimo e provo vergogna"
"Non ci sono responsabilità individuali, è un problema collettivo, fisico, mentale, psicologico - ha detto Agnelli - Ora sono arrabbiatissimo e provo vergogna, dobbiamo chiedere scusa ai tifosi. La Juventus è un gruppo di 80-90 persone e la colpa non può essere solo di uno se non si vince, bisogna uscirne tutti insieme" Di esonero neanche a parlarne: "Allegri è e rimarrà il nostro allenatore. La Juventus ha sempre fatto le verifiche a fine anno e così sarà anche questa volta", ha ribadito il presidente bianconero.
"Non può essere colpa dell'allenatore"
"Dobbiamo ritrovare identità e mettere in campo le qualità che abbiamo - ha aggiunto Agnelli - ma non ci sono responsabilità individuali, non può essere colpa dell'allenatore. il calcio è uno sport di squadra, si gioca, si vince e si perde in 11. Ci sono state tante partite contro squadre abbordabili che non sono andate come pensavamo. E' un problema generale: fisico, mentale, psicologico. Ma abbiamo ancora tante partite prima della sosta per i Mondiali poi ci sarà una seconda parte della stagione nella quale dovremo tornare protagonisti".
Allegri non si dimette: "Se la sfida diventa difficile è ancora più bella"
Massimiliano Allegri resta alla guida della Juve e nessun ribaltone nell'immediato. Ma diventa ancora più delicato il derby con il Torino di sabato 15 ottobre. "Squadra in ritiro alla Continassa", ha annunciato Massimiliano Allegri perché "dobbiamo guardarci negli occhi, ci farà bene avere più tempo per lavorare e per riposare. E' un atto dovuto alla società, ai tifosi e a noi stessi". Per il tecnico "non è una questione tecnica o tattica, ma di cuore e di passione". A gettare la spugna - lui che è legato alla Juve da un contratto fino al 2025 - non ci pensa proprio: "E' una sfida e quando la sfida diventa difficile è ancora più bella bisogna uscirne con coraggio, voglia e con grande passione. Tutti devono metterselo bene in testa".