Il Napoli non sbaglia, lampo di Raspadori, Union Berlino ko. L’Inter vede già gli ottavi
La squadra di Garcia e quella di Inzaghi se la cavano di misura contro due avversari non proprio terribili
Napoli e Inter se la cavano di misura contro due avversari non proprio terribili. I nerazzurri però hanno dimostrato che appena c’era da spingere sull’acceleratore, sapevano come si fa. Il Salisburgo è squadra giovane e coraggiosa, ma Inzaghi è riuscito a imbrigliarla senza troppi problemi. Un po’ diverso il discorso per il Napoli. Contro un avversario ormai in caduta libera (nove sconfitte di fila, in Bundesliga e Champions senza distinzioni di sorta), ha fatto il minimo indispensabile. Vittoria importante e decisiva per il passaggio del turno. Ma chi si mette a guardare il Napoli sperando di rivedere quello meraviglioso dell’anno scorso, è meglio che ci metta una croce sopra. Questo è un altro Napoli. Per fortuna però, Kvara è sempre lo stesso. La partita l’ha decisa lui da solo.
Per il Napoli ci pensa Kvara
Garcia, sempre senza Osimhen e Anguissa, conferma la squadra che ha liquidato il Verona, con tutti gli altri titolari. In mezzo c’è Cajuste con Lobotka e Zielinski, davanti il trio Politano, Raspadori e Kvaratskhelia, che sta attraversando un grande momento di forma. Nell’Union Berlino, Bonucci è in panchina. In difesa giocano Knoche, Diego Leite e Doekhi. Davanti Becker e Fofana. La squadra tedesca è reduce da ben otto sconfitte consecutive e nell’ultimo turno hanno perso 0-3 in casa contro lo Stoccarda. Non sembrano proprio dei fulmini di guerra. Il loro pressing è individuale, non organizzato. Giocano a cinque dietro e aspettano il Napoli. Però nei primi venti minuti, gli azzurri non pungono e i tedeschi riescono pure a segnare un gol in contropiede, annullato per un fuorigioco di Fofana all’inizio dell’azione. Quasi alla mezzora altra ripartenza dei padroni di casa e Aaranson spara alle stelle dal dischetto del rigore. Il Napoli in tutto questo tempo vive solo sulle invenzioni di Kvara. Ma tiri in porta manco uno. Invece il Berlino ci riprova al 36’. Fuga di Fofana e Meret salva in angolo. Due minuti dopo, tiro da fuori di Khedira, a lato. Napoli senza lampi. Non è un bel primo tempo quello degli uomini di Garcia. La ripresa comincia col Berlino che esce dal suo guscio con più convinzione, dopo essersi convinto forse che l’orso è meno brutto di quel che pensava. E il Napoli ne approfitta subito. Fa tutto Kvara, il migliore in campo, s’invola sulla fascia come sa fare lui, entra in area, va sul fondo e serve un pallone d’oro a Raspadori che deve solo spararla dentro. Primo tiro in porta degli azzurri, e uno a zero. Ma a questo punto il Napoli ha la partita in discesa, perché l’Union è costretto a fare quello che non è capace di fare, cioé attaccare, lasciando spazi invitanti al contropiede, e Garcia può far giocare i suoi finalmente come piace a lui. In realtà, non fa nemmeno quello. E negli ultimi minuti si difende chiudendo a doppia mandata la saracinesca. Certo, con Spalletti era tutta un’altra storia. Ma quel che conta adesso è andare avanti.
L’Inter vede già gli ottavi
Pure l’Inter non aveva un compito proibitivo, anche se il Salisburgo era comunque una squadra da non sottovalutare e da prendere con le molle. Inzaghi schiera la coppia d’attacco Sanchez Lautaro, a centrocampo preferisce Frattesi a Barella, accanto ai quasi insostituibili Mkhitaryan e Calhanoglu, mentre sull’out sinistro dà fiducia a Carlos Augusto, lasciando Di Marco ancora in panchina. Struber invece rinuncia a Konaté, lasciando Simic davanti con Gloukh a supporto. Il Salisburgo è una squadra di mentalità offensiva, che può ricordare sotto certi aspetti il Benfica, nel pressing e nel recupero palla, anche se gioca un calcio molto più verticale dei portoghesi, che cerca di sfruttare molto i traversoni in area, pur non avendo, oltre s Simic, giocatori fortissimi nel gioco aereo.
Quasi impossibile immaginare gli austriaci che si chiudono dietro ad aspettare i nerazzurri per puntare sul contropiede. E in effetti sin dai primi minuti cercano il possesso palla, occupando la metà campo dei padroni di casa. E al quarto minuto Gloukh in area impegna subito Sommer che intercetta con la mano destra il suo tiro. Passato il pericolo, la partita fa appena in tempo ad addormentarsi che l’Inter, la prima volta che affonda, colpisce subito: cross rasoterra di Mkhitaryan, non la prende Frattesi ma arriva Sanchez che insacca da pochi passi. Uno a zero, e siamo al minuto 19. Da quel momento, il Salisburgo sembra quasi sparire dal campo. C’è solo Inter fino alla fine del primo tempo, a legittimare il vantaggio. Non è che sul taccuino restano grandi cose: un tentativo di Calhanoglu da fuori area, un autogol rischiato d Dedic, un po’ di corner e qualche ripartenza che faceva sperare in qualcosa di più. Ma dall’altra parte è lo zero assoluto. La squadra di Inzaghi ha chiuso in totale controllo della partita.
All’inizio del secondo tempo, però, il Salisburgo sembra essere tornato in campo con un altro spirito. E’ ancora l’Inter che fa la partita e Carlos Augusto ha una buona occasione sul suo piede sinistro, al volo, un po’ troppo frettoloso, e spara a lato. Sul cross di Dumfries il brasiliano era solo in area e avrebbe avuto tutto il tempo di fermare la palla e prendere la mira. Ma gli austriaci adesso non stanno solo a guardare. E un minuto dopo, su un lancio lungo dalle retrovie, Simic gestisce il pallone liberandosi facilmente di Bastoni, serve Kjaergaard che la smista a Gloukh: destro all’angolino del fantasista israeliano, e questa volta non c’è niente da fare per Sommer.
Oscar Gloukh, 19 anni e un mancino delicato, è la spina nel fianco della difesa nerazzurra. Fino adesso due tiri in porta del Salisburgo e tutt’e due suoi. Gli austriaci fanno festa e provano anche a crederci. Ma dura solo un minuto l’illusione. Frattesi lanciato in area viene chiuso a sandwich dai difensori in maglia bianca: rigore netto. E Calhanoglu spiazza Schlager. Palla da una parte e portiere dall’altra. Due a uno, e siamo al 19’ della ripresa. Inzaghi aveva mandato in campo a inizio ripresa Barella al posto di Mikhataryan e adesso, soprattutto, Thuram per sostituire Sanchez, e appena è entrato il francese la differenza si vede subito. Appena prendono palla nella metà campo avversaria i nerazzurri sono sempre pericolosi. Segnano anche, con Lautaro, ma l’azione è viziata dal fuorigioco di Frattesi. Resta il 2-1. L’Inter chiude in undici dietro a difendere il vantaggio. Va bene così.