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Atalanta col freno a mano. In Champions italiane abbonate allo zero a zero. Gli highlights

E' stata una Dea un po’ diversa dal solito, una squadra senza quella follia che l’ha resa quasi unica, un po’ lenta persino, e insolitamente prudente

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   

E‘ il terzo pareggio a reti inviolate delle italiane in Champions. Difese solide e attacchi sterili: ormai è questo il nostro marchio? Anche l’Atalanta non va oltre lo zero a zero contro l’Arsenal, un risultato che sulla carta si può anche accettare come buono, se non fosse per quel rigore sprecato da Retegui. In realtà, quella che abbiamo visto è una Atalanta un po’ diversa dal solito, una squadra senza quella follia che l’ha resa quasi unica, un po’ lenta persino, e insolitamente prudente. L’impressione è che deve ancora carburare per ritrovare soprattutto i ritmi che piacciono tanto a Gasperini. Per ora è questa cosa qui, con uno Scamacca e un RoboKop in meno nel motore. Aspettando di capire se il Gasp riuscirà s far resuscitare persino Zaniolo.  

Atalanta ala rallentatore

Galvanizzata dal rotondo successo nella Youth League contro i pari età dell’Arsenal, travolti per quattro a uno, l’Atalanta avrebbe tanto voluto partire con il piede sull’acceleratore, come è solita fare, se non fosse che gli uomini di Arteta devono aver pensato che per salvarsi dal dentista l’unica soluzione è quella di prender palla e nasconderla il più possibile. Così 15 minuti se ne vanno, senza che i nerazzurri riescano ad affacciarsi nella metà campo degli inglesi, fino a quando Carnesecchi compie un capolavoro andando a deviare una velenosa punizione di Saka indirizzata all’angolino. Il campanello d’allarme dovrebbe scuotere l’Atalanta che prova a spostare l’inerzia della partita sul fronte opposto, solo che forse qualcosa non funziona, perché, appena avanza, l’Arsenal le chiude tutte le linee di passaggio, manco fosse l’Inter, e gli orobici stentano a sviluppare il loro solito ritmo forsennato, finendo per spegnersi sempre nelle fitte reti stese dai Gunners.

La cosa strana è che per tutto il primo tempo questi non sembrano i Gasperboys che siamo abituati a vedere, dei fanatici della corsa accelerata, come quei maratoneti che pronti e via mettono la freccia e partono come forsennati, con il risultato assicurato che qualcuno dovrà saltare per forza, chiunque sia, pure quello che sta scappando. Questa volta però i nerazzurri era come se avessero il freno a mano tirato. Resta da capire se a spegnere i loro bollori sia stato il gioco spagnoleggiante dei Gunners o una scelta ponderata del Gasp.

Dea spuntata

Contro la fase difensiva quasi perfetta di entrambe le squadre, in una partita molto tattica e asfissiante, senza spazi da attaccare, l’unica svolta potrebbe arrivare solo su un calcio piazzato. E l’Atalanta la grande occasione ce l’ha appena cominciato il secondo tempo con un rigore assegnato per un fallo su Ederson. E la spreca. Sul dischetto va Retegui, il suo tiro è angolato ma lento e Raya ci arriva, compiendo poi il vero miracolo sulla ribattuta di testa a colpo sicuro dell’attaccante italo argentino. 

Gasp rimescola un po’ le carte, dentro Cuadrado e fuori De Ketelaere e Zaniolo al posto di Retegui. Fino a quel momento, delle tre punte Retegui si è sfiancato in un lavoro molto utile a tutto campo e De Ketelaere si è acceso a strappi, mentre Lookman ha vagato per il campo sognando la tripletta rifilata al Bayer. Ma a Zaniolo e Cuadrado, Gasp chiede soprattutto di saltare l’uomo e creare superiorità numerica, l’unico modo per scardinare la difesa dei Gunners. Cuadrado ci prova due volte con due tiri a giro da fuori area, il primo che lambisce il sette e il secondo fuori di poco. Zaniolo, chi l’ha visto? Ma l’occasione più ghiotta capita sui piedi di Marinelli tutto solo davanti a Carnesecchi che grazia la Dea sparando alle stelle. Giusto così. Ornai è uno zero a zero già scritto.

  

 

 

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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