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Le nostre squadre camminano e le altre corrono: la fortuna dell'Inter e l'inutile assalto dell'Atalanta

Persino l’Atalanta del Gasp, la più europea delle nostre formazioni, dopo un buon primo tempo giocato su ritmi intensi con qualche buona occasione buttata la vento, nei secondi quarantacinque minuti rallenta il passo

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   

Anche il mercoledì di Champions certifica l’impressione amara che ci aveva lasciato il martedì con la stentata vittoria del Milan e le sconfitte di Bologna e Juventus. Le nostre squadre camminano e le altre corrono. Persino l’Atalanta del Gasp, la più europea delle nostre formazioni, dopo un buon primo tempo giocato su ritmi intensi con qualche buona occasione buttata la vento, nei secondi quarantacinque minuti rallenta il passo e si schiaccia inutilmente contro il muro del Celtic. Finisce zero a zero con gli scozzesi che festeggiano come una vittoria. La Dea sale a cinque punti, sempre imbattuta e con zero gol subiti. Diverso il discorso dell’Inter che ottiene tre punti assai fortunosi dopo aver sofferto le pene dell’inferno, quasi soggiogata dalla velocità dei modesti comprimari svizzeri dello Young Boys. Risolve Thuram al 93’, lo stesso minuto che aveva condannato la Juve contro lo Stoccarda. Ma a Torno era stata fatta giustizia. Qui invece il dio del pallone ha premiato quelli che avevano meritato di meno.

L'Atalanta non sfonda

Gli scozzesi del Celtic il loro tributo allo spettacolo l’avevano già dato nel turno precedente, sette pappine sul groppo a una dal Borussia Dortmund. A Bergamo hanno scelto di lasciare a casa qualsiasi aspirazione di bel gioco, preferendo tirar su una bella barricata di muratori e carpentieri come erano solite fare le italiane quando passavano i patrii confini. Le parate di Schmeichel e qualche errore di mira hanno solo scalfito la muraglia costruita da Brendan Rodgers a difesa del fortino, finché il fiato ha dato vigore all’assalto della Dea.

Quando alla distanza il ritmo è calato, gli scozzesi hanno anche provato a mettere il naso fuori dalla finestra, senza per la verità impensierire troppo la retroguardia dei bergamaschi. La volontà era solo quella di dare un senso a una prestazione forse troppo rinunciataria. Per Gasp sono due punti persi nel calcolo di questa strana classifica a girone unico. Lui ci ha provato in tutte le maniere, anche rivoluzionando gli interpreti e persino un po’ gli schemi, buttando dentro tutto quello che aveva dalla panchina, De Ketelaere, Samardzic, Zaniolo e pure Cuadrado rivisitato come punta più che come esterno. La musica però è rimasta la stessa. Se doveva vincere poteva farlo nel primo tempo, quando l’Atalanta correva all’europea. Dopo, sembrava una partita del campionato italiano, dove quelle che vincono sono le difese.

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La panchina salva l'Inter

L’Inter B non fa una bella figura in terra elvetica, soffre maledettamente il ritmo dello Young Boys, rischia più di una volta di finire sotto, sbaglia un rigore, ma poi è salvata da un palo, fino a quando dalla panchina il tecnico cambia le carte in tavola. Zielinski in regia riconsegnando Barella al suo ruolo naturale, dentro Di Marco e pure Lautaro e Thuram al posto della strana coppia Taremi Arnautovic. Così rifatta non sarà splendente come potrebbe ma gli bastano pochi minuti per far valere la legge del più forte. Inzaghi ne aveva cambiati sette rispetto alla Roma, pensando più alla Juventus che ai Giovani Ragazzi svizzeri. Dentro Bisseck, la regia a Barella con Frattesi alla sua destra, Dumfries e Carlos Augusto sulle fasce. A riposo Lautaro e Thuram. Gli svizzeri finora le hanno solo beccate sonoramente, tre dall’Aston Villa e cinque dal Barcellona, tutt’e due le volte con zero gol fatti, e poi stanno anche in fondo alla classifica del campionato rossocrociato. Ma qui sembrano un’altra cosa, perché l’Inter B non corre e non sfonda come spagnoli e inglesi.

Il primo tempo lo giocano alla grande mettendo in difficoltà i nerazzurri. Pressione e recuperi a tutto campo, molta aggressività e Hadjam che fa il bello e il brutto sulla sua fascia. Le occasioni più importanti sono tutte della squadra di Berna, Sommer salva su Hadjam e un’altra volta lo salva Pavard. Che la dea bendata stasera sorride all’Inter lo si vede all’inizio del secondo tempo, quando senza aver fatto niente per meritarlo un rigore su Dumfries potrebbe regalarle il gol. Però Arnautovic si fa parare il penalty e poco dopo lo Young Boys timbra un palo con Monteiro. E’ a questo punto che Inzaghi pesca dalla panchina. All’apparenza non è che cambia molto, gli svizzeri continuano a premere e a sfiorare il gol. Ma dall’altra parte gli interpreti adesso sono diversi. Tacco di Lautaro a liberare Di Marco e gol di Tbhuram. E’ fatta.           

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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