In Champions sembra l'anno del City. La Superlega diventerà realtà. Real o Juve: Allegri ha un contratto in tasca
L’ostacolo più grande per Guardiola verso l’agognata Champions resta ancora il Real Madrid. In Italia l'Inter stravince ma è piena di debiti e il Parma retrocede ma ha un bilancio sano

Forse questo è l’anno buono del Manchester City, che quando gioca tranquillo sembra non ce ne sia per nessuno. L’ostacolo più grande verso l’agognata Champions resta ancora il Real Madrid, che ha cominciato male i suoi 180 minuti della semifinale, dominato dal Chelsea, ma che alla resa dei conti non ha perso. E Zidane ha assemblato una squadra di vecchie glorie, da Benzema a Ramos e Modric, che magari negli ultimi tempi fatica a vincere, ma che non conosce la sconfitta da 19 partite, e a Stamford Bridge potrà anche bastargli un pareggio, che è diventata la specialità della casa, di due a due per esempio, che guarda caso, come annota la Gazzetta, è il risultato di tre delle cinque sfide tra lui e Tuchel. I blancos sono sicuramente a fine ciclo con quella fila di ultratrentenni che schierano in campo, ma, a differenza della Juventus, si sono ben guardati dal disfarsi del centrocampo, e Zinedine ha imparato bene dal suo mentore, Carlo Ancelotti, l’arte della sopravvivenza e della furbizia: i vecchietti la sanno esercitare molto meglio dei giovani. La chiamano esperienza. Per tutto questo sarebbe opportuno non darlo per vinto troppo presto il Real.
Intanto, non è certamente un caso che tre delle quattro semifinaliste in Champions facciano parte della «sporca dozzina» marchiata da Ceferin. La Superlega è fallita, e veleggia ancora attorno a noi. In realtà, è morto e sepolto quel progetto che Perez e compagnia hanno voluto avventatamente presentare. Ma Malagò non ha tutti i torti quando dice che prima o poi la Superlega diventerà una realtà. Sarà un’altra cosa da quella che ci hanno presentato, con più meriti di iscrizione che potere della tradizione, ma resterà l’idea del Circus da Formula 1, lo sport al servizio del Grande Show, con il malloppo gestito dai più ricchi, che poi sono quelli che alla fin fine possono tenere in piedi la baracca.

Delle quattro semifinaliste di Champions, tre hanno proprietà dalle risorse quasi illimitate, e una istituzione. Tra i nuovi padroni del calcio europeo per ora c’è una grande differenza: gli sceicchi lo fanno per il prestigio, gli americani per guadagnarci. Quando i primi avranno raggiunto gli obiettivi, non vorranno passare all’incasso anche loro? L’impressione è che quella della Superlega possa davvero diventare una strada obbligata.
Anche perché tutti i vertici del football, da quelli nazionali a quelli europei, nessun passo sembrano voler fare per venire incontro alle esigenze dei ribelli. La Lega ha varato le norme per espellere chiunque si iscriva a un nuovo torneo, epperò si guarda bene dal rimodulare la Serie A a 18 o 16 squadre, che è una necessità ormai abbastanza improcrastinabile. E la nuova Champions studiata dall’Uefa è una bandiera piantata sul suo potere di organizzazione politica, e va decisamente contro gli interessi della sporca dozzina. Così stando le cose, il futuro è già scritto: si andrà alla guerra.
Bisognerà solo capire come ci si arriva a quel giorno. In casa nostra le tre big potrebbero essere completamente diverse da quello che sono adesso, in termini di proprietà, molto più forti o molti più deboli. Il Milan è sul mercato da qualche tempo, e l’Inter, considerata la sua situazione finanziaria, ha intrapreso una strada senza ritorno, più veloce ancora di quella dei cugini rossoneri. Se Gazidis venderà solo quando sarà tornato in alto, Zhang vorrebbe farlo il più presto possibile. Adesso stravince il campionato e intasca lo scudetto. Sono le stranezze del calcio italiano: quelli che vincono si accollano un prestito da 250 milioni per riuscire a pagare in grave ritardo gli stipendi, e il Parma, che ha il bilancio sano, retrocede in serie B.
Nel frattempo, molti cambiamenti si annunciano all’orizzonte. Conte ha già chiesto delle assicurazioni per restare alla guida dei nerazzurri. In realtà, oggi come oggi, quello che può succedere all’Inter non lo capisce ancora nessuno. I rumors si accaniscono sugli altri. Valzer allenatori: Sarri viene dato in direzione Roma, Gattuso alla Fiorentina, e al suo posto su quella del Napoli viene indicato Spalletti. Il ritorno in panchina di Sarri, sulla sponda giallorossa della capitale, ha aspetti molto interessanti, per la sua sete di rivincita dopo il licenziamento della Juventus a scudetto vinto, per la serietà e le ambizioni della nuova proprietà texana, e per il valore della squadra che già così, con il rientro di Zaniolo e quello di Under o Kluivert, di ritorno dai prestiti, in versione Mertens, sembrano adattarsi bene al gioco del suo allenatore. De Zerbi, desiderato da molti in patria, ma preso da nessuno, avrebbe già firmato per lo Shaktar.

Sulla panchina del Sassuolo potrebbe arrivare Italiano. Non è da escludere un cambio anche al Milan: dipende da come finisce il campionato, con Champions o senza. Il vero enigma è la Juventus. Non ci sono certezze nemmeno sul presidente, Andrea Agnelli, che in molti dopo la figuraccia della Superlega danno sul piede di partenza. Adesso sui giornali impazza il ritorno di Allegri sulla panchina bianconera. Ma da Torino in verità non è arrivata nessuna conferma. Così come viene smentito categoricamente quello di Marotta, altro rumor rilanciato dal web. Certo è che se tornasse Allegri, non potrebbero restare Nedved e Paratici che hanno voluto a grande voce il suo licenziamento.
Ma la Juventus è in una situazione finanziaria per cui è costretta a fare 100 milioni di plusvalenze entro il 30 giugno (se va in Champions, se no non basta neppure il doppio) e come è pensabile che riesca a farlo un amministratore che subentra solo dopo la fine di maggio, visto che quelle sono operazioni che richiedono tempo e dovrebbero già essere state imbastite adesso? Dall’altra parte, Paratici ha il contratto in scadenza e lui non ha ancora firmato il rinnovo. Se resta, il suo preferito si sa è Simone Inzaghi. Uno che sicuramente ha ricevuto un messaggio dalla Juve è Gasperini. Zidane è vero che ha chiesto a Perez di essere lasciato libero, per raggiungere un suo sogno. Solo che non è la Juventus ma la Nazionale francese. E allora? Allegri, assicurano i suoi amici, ha già un contratto in tasca, ma potrebbe essere anche quello del Real, al posto di Zinedine, o del Milan. La verità è che c’è una gran confusione sotto il sole. C’è la nebbia in val padana.