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Il Napoli va, Inter pari: le due italiane vanno agli ottavi ma è una serata in chiaroscuro

Gli uomini di Mazzarri vanno a segno due volte, quelli di Inzaghi faticano molto e un grande Thuram non basta a vincere il girone. Ora i sorteggi

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
La gioia dei giocatori del Napoli che ritrovano anche il gol di Osimhen (foto Ansa)
La gioia dei giocatori del Napoli che ritrovano anche il gol di Osimhen (foto Ansa)

Inter e Napoli passano da seconde. Inzaghi si accontenta del pareggio (0-= con la Real Sociedad), cercando la vittoria solo negli ultimi sei minuti di recupero. Un po’ poco. Solida e compatta, la squadra del Biscione non corre neanche un pericolo in tutta la partita. Resta il rammarico: se avesse voluto vincerla, la vinceva. Ma ha tenuto un occhio sul campionato, risparmiando per buona parte della gara Lautaro, Barella, Bastoni e anche Thuram (il migliore in campo) sostituito nell’ultima mezz’ora. Il Napoli torna alla vittoria (2-0). Non c’è molto da esaltarsi, perché il Braga è apparso davvero modesta cosa, soprattutto in difesa. Ma è importante per Mazzarri, che questo aveva pronosticato: "Adesso ci servirebbe un filotto di vittorie, e sono sicuro che siamo in grado di farlo". E poi non prendere gol, un ritornello che il tecnico ha continuato a ripetere per tutta la vigilia. Porta inviolata ed è tornato a gol Osimhen, le prime buone notizie sono queste.  

La ricostruzione firmata Mazzarri

Adesso era esagerato dire che Mazzarri rischiava molto contro il Braga. A differenza di Rudi Garcia, che dopo appena due giornate aveva già fatto storcere il naso a molti, il tecnico di San Vincenzo gode ancora di parecchio credito. Ha ricompattato lo spogliatoio, riallacciando buoni rapporti con gli uomini più rappresentativi. E in certi tratti è riuscito pure a far rivedere il Napoli di Spalletti. Certo, alcuni equivoci non sono spariti. In questa squadra pesa tanto il vuoto lasciato da Kim, autentico dominatore dell’area di rigore sulle palle alte, che infondeva fiducia a tutto il reparto, da Rrahmani a Di Lorenzo. E in particolare manca la sua velocità, che permetteva a Spalletti di giocare con la difesa alta senza subire troppi contropiedi pericolosi. E’ incredibile quanto un sistema possa aiutare le fortune di un giocatore, visto che Kim nel Bayern, schierato con una difesa meno aggressiva e più bassa, sta incontrando qualche difficoltà a ripetersi sui livelli dell’anno scorso. In ogni caso, l’assenza del sudcoreano gli azzurri la stanno pagando in maniera evidente: prendono molti gol sui cross in area e soffrono le ripartenze. L’altro problema con cui Mazzarri deve fare i conti è il calo che la squadra patisce nelle riprese: contro il Real, l’Inter e la Juventus, i partenopei dopo un buon inizio hanno sempre pagato dazio nei secondi tempi.

Il ritorno di Osimhen

La sfida col Braga non poteva certo essere di quelle che fanno tremare i polsi. Innanzitutto, il Napoli ci era arrivato forte di una qualificazione agli ottavi già quasi nel cassetto: il vantaggio di tre punti in classifica e il favore degli scontri diretti (vittoria 2-1 in Portogallo) lasciavano ai partenopei una combinazione di risultati tale da passare il turno anche in caso di sconfitta (con un solo gol di scarto). A mettere in discesa la partita ci ha poi pensato dopo appena otto minuti Serdar Saarci che ha piazzato il pallone alle spalle del proprio portiere: una replica dell’andata quando un altro goffo autogol aveva propiziato la vittoria degli azzurri. Poco dopo la mezz’ora arriva anche il gol più atteso, quello di Osimhen, che festeggia il pallone d’oro africano con un tocco sotto porta che premia il gran lavoro di Natan, terzino improvvisato, autore dell’ennesimo sfondamento sulla fascia. E’ un Napoli che va sul velluto, adesso la qualificazione è blindata del tutto.

Missione compiuta

Mazzarri sorride e applaude: la squadra gioca corta come vuole lui e Natan è un terzino che spinge, come gli aveva chiesto di fare, ma che nella fase difensiva diventa quasi il terzo braccetto centrale di un ipotetico schieramento a tre, quello che il tecnico livornese ha sempre schierato nella sua storia. Il secondo tempo è pura gestione del risultato (e delle energie). Il Napoli va vicino al tre a zero con Politano e Kvara, poi sembra chiudersi a cinque dietro, come da scuola Mazzarri, che ha costruito così la sua carriera. «Il regalo che mi devono fare è di non prendere un gol», aveva detto in sede di presentazione. Fatto.

Inter, un grande Thuram non basta

L’Inter contro la Real Sociedad gioca in stile Allegri, con qualche pericolosità offensiva, però, decisamente superiore, perché in fondo questa è la grande differenza con la Juve. Ma tanto per capirci, verso la fine del primo tempo i dati sul possesso palla sono impressionanti, quasi da record: 80 per cento degli spagnoli, e solo il venti per i nerazzurri. Però, sul taccuino sono degni di nota soltanto i pericoli creati dagli uomini di Inzaghi. Due volte Mkhitaryan, una Sanchez, un salvataggio di Traoré, una sventola di D Marco, un liscio di Acerbi. Ma è Thuram che con la sua velocità fa letteralmente impazzire la retroguardia della Real Sociedad. Primo tempo giocato sui ritmi altissimi imposti dagli spagnoli. Nella ripresa la musica è un po’ diversa (e anche il possesso palla un po’ più equilibrato).

Un furbo al Kubo

L’Inter deve vincere se vuole chiudere al primo posto del girone e Inzaghi butta dentro Bastoni, Lautaro e Barella, togliendo però il migliore della partita, Thuram. Forse c’è un rigore su Oyarzavala trattenuto vistosamente da Cuadrado, ma di sicuro non c’è quello su Kubo che l’arbitro invece aveva decretato prima di essere smentito dal Var. Di Lautaro all’ultimo minuto è l’unica occasione da gol. Se il primo tempo non era stato un granché, il secondo è tipo Juventus Inter: inguardabile.

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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