Inzaghi ritrova il suo bomber: Lukaku è tornato. Alla fine i più poveri del circo potrebbero fare il colpaccio
L'Inter supera il Porto con un gol del belga entrato dalla panchina. Adesso tre italiane potrebbero volare ai quarti di Champions

Anche l'Inter il suo l'ha fatto, uno a zero sul Porto e al ritorno potrà giocare come sa fare meglio, aspettando l'avversario per ripartire in campo aperto. E' ancora presto per dirlo, ma lo diciamo lo stesso: alla fine i più poveri del circo potrebbero fare il colpaccio, e portare tre squadre nei quarti di Champions come succedeva nei tempi d'oro nel nostri calcio. Il Milan ha già dimostrato di essere più forte del Tottenham, il Napoli è una meraviglia e per l'Inter non deve trarre in inganno il fatto di aver segnato solo alla fine con il Porto ridotto in dieci uomini.
In realtà, anche se fosse finita a reti inviolate, a noi ha lasciato sensazioni positive, perché l'Inter in Europa è soprattutto una squadra da trasferta, come ha dimostrato anche l'anno scorso con il Liverpool e quest'anno con il Barcellona. Per di più Inzaghi può sorridere, perché in questa serata di luci e ombre ha ritrovato il suo centravanti, lo spaccasassi Romelu Lukaku, che ha esso il suo timbro inequivocabile su questa vittoria. Ha penato, è vero, e ha anche rischiato di passare in svantaggio in due o tre occasioni, ma una sfida nel calcio è fatta di tante cose, e ci vuole anche cinismo, freddezza, determinazione. Inzaghi è un uomo di coppe, l'abbiamo sempre detto, e con ancora la meraviglia del Napoli negli occhi ci sembra proprio di capire che questa volta l'Italia ha carte buone da giocarsi.
Il Porto delle sorprese
Sulla carta, comunque, il Porto è un osso duro che sarebbe meglio non sottovalutare, ricordando anche alcuni precedenti poco piacevoli con le squadre italiane (nel 2021 eliminò la Juve e nella Champions della stagione scorsa il Milan non riuscì mai a batterlo, un pareggio e un sconfitta). E' arrivato agli ottavi vincendo il suo girone in maniera abbastanza sorprendente dopo aver buttato fuori nell'ultima infuocata sfida all'Estadio do Dragao l'Atletico Madrid di Simeone, nonostante una partenza ad handicap, con zero punti in due partite, travolto in casa pure dal modesto Bruges per 4-0. In Europa, da quella debacle in poi, ha solo vinto. E adesso si presenta al Meazza con un bel curriculum da esibire di undici vittorie consecutive, compresa una Supercoppa di Lega appena aggiunta in bacheca. Sergio Conceicao, ex compagno di Inzaghi nella Lazio, ha modellato una squadra solida e organizzata che proprio grazie alla coralità funziona in entrambe le fasi, preferendo comunque affondare di rimessa fra le linee avversarie. Il suo schema di gioco preferito è un 4-4-2 dalle velleità più offensive che conservative, in grado di creare molte occasioni da gol. La punta di diamante del suo attacco è Mehdi Taremi, iraniano, classe 1992, già a quota venti reti in questa stagione, cinque delle quali in Champions nelle cinque gare fino adesso disputate. Ma bisogna fare molta attenzione anche agli inserimenti dei suoi centrocampisti, Otavio, Eustaquio e Galeno.
Il problema per Conceicao è che è costretto a presentarsi a questi appuntamento con mezza squadra che va e viene dall'infermeria, da Evanilson a Veron e Cardoso, oltre a due elementi importanti a metà campo come Otavio e Galeno non al massimo della condizione. I suoi punti deboli sono la tenuta difensiva non sempre eccellente quando viene aggredita in contropiede, le troppe palle perse (terza nella classifica di Champions) e una certa mancanza di concretezza in avanti rispetto a tutte le occasioni che riesce a creare. E' un avversario tosto, ma alla portata dell'Inter. Inzaghi schiera la formazione migliore, con Dzeko alla fine preferito a Lukaku e Mkhitaryan a Brozovic.
Qualche lampo e un po' di noia
Si comincia a ritmi accelerati e l'Inter mostra subito le sue intenzioni: si distende bene in avanti, fugge Darmian e mette al centro, botta al volo di Di Marco ribattuta da Pepe, vecchio gladiatore sulla soglia dei 40 anni ancora sulla breccia. Dopo la fiammata iniziale, i nerazzurri si ritirano indietro a cercare gli spazi vuoti davanti per colpire. E' il sistema Inzaghi, e sembra dar subito ai suoi frutti e al 12' su una ripartenza Lautaro manda alto di testa da buona posizione, quasi libero al centro dell'area. Cinque minuti dopo punizione pericolosa di Chalanoglu e un difensore del Porto salva in angolo anticipando il Toro. Sul corner, palla ancora al centrocampista turco che da posizione defilata lascia partire una autentica saetta: vola Diogo Costa per deviare il tiro. Al 26' arriva il primo tiro del Porto, una gran botta da fuori area di Grujic, che però finisce alta sopra la traversa.
Alla mezz'ora Lautaro Martinez in versione difensore sbroglia una mischia pericolosa in area. Il lampo iniziale aveva un po' illuso, ma non è una bella partita. L'Inter sembra aspettare sorniona il momento buono per colpire, e l'impressione in realtà è che sembra poterlo fare da un momento all'altro. Solo che forse esagera e ormai lascia il pallino in mano al Porto, persino un po' troppo, e così finisce per rischiare davvero grosso, graziata da Galeno che a porta vuota spedisce a lato la ribattuta di Onana sul tiro quasi a botta sicura di Grujic, servito da un colpo di tacco di Taremi. Sulla risposta dell'Inter, Darmian, toccato da Galeno in area, reclama inutilmente il rigore: Jovanovic va a rivedere l'azione e fa segno che si può continuare. Nei minuti finali l'Inter ritorna in avanti e va vicinissima alla rete del vantaggio: cross di Di Marco, Bastoni di testa da distanza ravvicinata e Diogo Costa respinge miracolosamente d'istinto allungando il braccio sulla direzione del pallo. Probabilmente non sa nemmeno lui come ha fatto.
E' tornato Lukaku
Il secondo tempo sembra cominciare con un'altra musica. C'è Lukaku che si toglie la pettorina e sta per entrare. E questa volta l'Inter pare davvero voler accelerare i tempi. Si piazza nella metà del campo del Porto, aggredisce in pressing gli avversari e al 7' Barella con una diagonale velenosa sfiora il gol con la palla che si spegne a pochi centimetri dal palo. Il Porto risponde in contropiede, e Taremi impegna Onana con una conclusione non potente, ma angolata. E due minuti dopo, il portiere dell'Inter è semplicemente favoloso prima su Zaildiu e poi da terra su Taremi.
Il Porto conferma di essere una squadra capace di sprecare molto di quel crea. Però quelle occasioni sciupate hanno spaventato l'Inter, che preferisce ritornare allo schema del primo tempo, presidiando la sua metà campo per aspettare i lusitani e colpire di rimessa. E l'idea pare funzionare. Prima Mkhitaryan allunga troppo il passaggio a Lautaro dimenticandosi di Barella tutto libero al limite dell'area con gli spazi vuoti davanti a sé. Poi Lukaku, subentrato a Dzeko, di petto serve Barella che dal limite dall'area lascia partire un bolide di poco altro sopra la traversa. Ancora il centravanti belga serve un ottimo pallone solo da spingere in rete a Lautaro, che non ci arriva per centimetri. Adesso l'Inter sta dominando: ci prova anche Brozovic, tiro deviato in angolo.
Ci pensa anche Otavio a dare una ano all'Inter: già ammonito, interviene scompostamente su Chalanoglu, beccandosi il secondo cartellino giallo. Porto in dieci dal 77'. ormai diventa un assedio alla porta di Diogo Costa. Conceicao toglie la sua punta più pericolosa, Taremi per un difensore, Wendell, schierandosi a cinque dietro. Grandi mischie in area e sventole da fuori, come quella di Barella all'84', che sfiora il palo. Il gol è nell'aria. Ci pensa Lukaku, che è entrato benissimo nella partita: prima colpisce il palo di testa, poi riprende il pallone e insacca. Uno a zero all'85'. Ma all'Inter non basta. Ancora il belga in mischia da due passi impegna Diogo Costa. Alla fine si chiude così con la firma di Romelu. Finalmente è tornato per davvero.