Il riscatto delle italiane: impresa Milan contro il Psg, la Lazio batte il Feyenoord
Gara mozzafiato e a mille all'ora quella dei rossoneri in casa contro i francesi, Sarri si adegua ai ritmi lenti degli olandesi e li ribalta
E’ il Milan che riempie gli occhi e il cuore nel martedì di Champions. Compie un piccolo miracolo di gioco e di volontà. I cavalieri che fanno l’impresa sono Leao e Giroud, gli autori dei gol che ribaltano il vantaggio francese, ma il Comandante, l’uomo che ha guidato questa squadra resuscitata dal nulla, l’uomo del #Pioliout e degli insulti sputati dal divano è lui, Stefano Pioli. Non ha sbagliato niente. E’ stato un Milan spettacolare, capace di attaccare e di difendere, sempre pericoloso però, anche quando si è ritirato nei propri poderi a difendere il risultato. Vince anche la Lazio, con tutta un’altra partita, concretezza e attenzione massima.
Punti pesanti, quelli che servivano
Sarri doveva vincere e quello ha fatto: 1-0, con l’unico tiro in ports della partita. Ma anche il Feyenoord non ha fatto molto altro. In comune, Milan e Lazio hanno lasciato il possesso palla agli avversari, più del sessanta per cento. E’ il ritorno del calcio all’italiana? Vedendo come si avanza in Champions (quasi fatta per Inter, Napoli e Lazio, sulla buona strada il Milan) e come le vittorie di cprto muso siano la nuova costante del campionato italiano, verrebbe proprio da dire di sì. Pioli recupera Pulisic, Chukwueze e Theo Hernandez, e questa è una gran buona notizia. La cattiva sta tutta nelle ultime prestazioni dei rossoneri, quattro gare e un solo punto, due sconfitte casalinghe consecutive con Juventus e Udinese. Preoccupano i numeri di questo Milan, la cui crisi di punti è raccontata perfettamente dalla crisi di gol, dieci reti e sei marcatori in meno rispetto al parziale di un anno fa dopo 14 partite giocate e ancora zero marcature nel tabellino della Champions.
La corazzata fragile francese
La partita del riscatto passa dal cliente peggiore che si poteva trovare, il Psg della banda Mbappé. Luis Enrique si presenta con una formazione super offensiva, quattro punte e in mezzo al campo quel ragazzino terribile, Warren Zaire Emery, 17 anni appena, che al Parco dei Principi s’era presentato ai rossoneri creando almeno tre occasioni da gol: piede preciso e testa fine. I francesi sono andati forte nei gironi, 47 partite di fila sempre a segno, ultima volta a becco asciutto nel novembre 2015, 0-1 col Real Madrid. Il tecnico spagnolo, però, sta cambiando l’anima di questa squadra, con tanto possesso palla, grande qualità in fase di palleggio (la precisione nei passaggi rasenta la perfezione, toccando quasi il 90 per cento di quelli riusciti), pressing assiduo anche nella metà campo avversaria. Là davanti poi c’è Mbappé, pericolo pubblico numero uno, cercato sempre con insistenza dai suoi compagni: non a caso, all’andata, era risultato il giocatore che aveva tentato più tiri (cinque) e giocato più palloni nell’area di rigore (nove). Ma è anche vero che i francesi hanno perso le ultime due trasferte di Champions League (0-2 contro il Bayern Monaco e addirittura 1-4 a casa del Newcastle) e allora ci si può anche attaccare alla cabala, sperando che sia vero che non c’è il due senza il tre.
Una gara mozzafiato
La partita è bellissima sin dall’inizio. Ed è bello il Milan, tutta un’altra squadra rispetto a quella balbettante che si era infranta contro i muri di Juventus e Udinese. Già al terzo minuto Leao impegna Donnarumma, accolto a San Siro da una pioggia di dollari finti. Al sesto è Loftus Cheek che spreca una buona occasione mirando alle stelle. Il Psg si fa vivo in contropiede con Mbappè e dopo dieci minuti, su un calcio d’angolo, sblocca la partita: Skriniar in tuffo da distanza ravvicinata infila Maignan. Ma i rossoneri non si abbattono: prima è Musah che spreca da due passi calciando addosso al portiere del Psg, e poi è Leao che in rovesciata raccoglie la respinta di Donnarumma sul tiro di Loftus indovinando il pertugio giusto. Tredici minuti e uno a uno. Ritmi altissimi e occasioni da gol che fioccano. Dopo Hakimi, destro che sfiora il palo, registriamo pure un (insolito) errore clamoroso di Mbappé solo davanti a Maignan. Al 29’, Dembelé scuote la traversa con un sinistro da fuori area. E sulla ripartenza Loftus Cheek pesca Giroud libero a pochi metri dal portiere: sventola in corsa sopra la traversa, niente da fare. Ancora Milan: Leao si fa largo in area e calcia basso sul primo palo, fuori di pochissimo, e al 40’ è Pulisic, lanciato in area da Calabria, che spara di prima intenzione sull’esterno della rete.
Quello che ci si chiede è se questo splendido Milan riuscirà a mantenere la stessa intensità e gli stessi ritmi anche nel secondo tempo. La risposta arriva dopo appena quattro minuti.
Il Milan che cresce e schiaccia il Psg
Pulisic scappa via sulla fascia e mette in mezzo un traversone che Leao sfiora d’un pelo a porta quasi spalancata, ma dall’altra parte irrompe Theo Hernandez che rimette di nuovo in mezzo e l’incornata di Giroud è folgorante e spacca quasi la rete. Due a uno al 49’ e adesso il Milan può pure fare la partita che preferisce con Loftus Cheek che è semplicemente strabordante tutte le volte che prende la palla nella sua metà campo e ribalta il gioco. E’ un treno che riescono a fermare solo abbattendolo, come fa Skriniar al limite dell’area. La punizione di Theo è indirizzata all’angolino e Donnarumma ci arriva mirabilmente. Non è più la partita del primo tempo. Il Milan adesso non concede quasi più niente, attende compatto dietro la linea della palla, stile Juventus, e persino Giroud e Leao si sacrificano a fare i difensori. E comunque gli unici squilli di un match che ha perso ormai l’effervescenza del primo tempo le regala quasi esclusivamente il Milan. Leao è incontenibile, sembra lui il Mbappé della partita, con le sue sgroppate irrisorie e fulminanti. E quando viene sostituito per prendersi una meritata standing ovation, solo un miracolo di Donnarumma nega il gol all’uomo subentrato al suo posto, Okafor, che dopo essersi liberato in area aveva mirato l’angolino alla sinistra del portiere. Il Psg ha una fiammata all’89’ quando Lee colpisce il palo esterno dopo un’azione personale. I sette minuti di recupero non cambiano il risultato. Grande Milan. Come abbia fatto a perdere certe sfide in campionato è un mistero. Stranezze del calcio. I migliori: Loftus Cheek, Giroud, Tomori e Leao.
La vittoria lenta di Sarri
Lazio-Feyenoord, invece, è tutta un’altra partita. Sarri l’avrebbe preparata anche a cento all’ora, pressing feroce e ripartenze improvvise, ma gli olandesi, passata la sfuriata, prendono possesso della palla, occupano il campo e rallentano i ritmi. Il primo tempo però si può tutto riassumere in due giocate. al 31’, Gimenez, il centravanti spauracchio che all’andata aveva seminato il panico nella difesa biancazzurra, lanciato in profondità scarica il suo sinistro e Provedel compie un autentico miracolo salvando la porta e la partita. Al 46’, Ciro Immobile scatta sul filo del fuorigioco, scarta Bijlow e sigla il vantaggio a porta vuota. Primo tiro in porta dei laziali, con Ciro imbeccato come piace a lui, con il campo libero davanti, come succedeva ai tempi di Inzaghi, e Sarri mette un’ipoteca sull’unico risultato che gli serve: la vittoria. Il secondo tempo regala ancora meno, un colpo di testa di Gimenez, sempre lui, fuori di un soffio, e un sinistro in corsa di Castellanos respinto dal portiere olandese, proprio sul filo dell’ultimo minuto. Non è stato uno spettacolo, ma servivano i tre punti per coprirsi le spalle e guardare con ottimismo al passaggio del turno, e quelli sono arrivati.