Il Milan vince ma dice addio alla Champions. Rossoneri in Europa League e Pioli salvo. Per ora
I rossoneri battono il Newcastle ma il pareggio fra Borussia Dortmund e Psg vanifica il risultato

Il Milan il suo l’ha fatto. Non basta per la Champions, perché il Psg pareggia a Dortmund, ma per l’Europa League sì. L’ha fatto a modo suo, come gli gira quest’anno, a due facce. Per fortuna quella brutta l’ha riservata al primo tempo, quando è sceso in campo senza capire che cosa ci stava a fare. Gli è andata bene che di fronte aveva un Newcastle decimato dagli infortuni che più di tanto non riusciva a fare. Andato negli spogliatoi sotto di un gol, ha ribaltato tutto nel secondo tempo.
Il monumento lo deve fare a Maignan che è riuscito a deviare con un pollice il tiro di Isak sulla traversa, uno di quei miracoli che riesce una volta solo nella vita. E al gioco all’italiana, che passata la sbornia del Napoli, comincia tornare prepotentemente di moda. Allegri lo estremizza, ma gioca così l’Inter e adesso anche il Milan, senza dimenticare la Roma: tutte le candidate alla Champions del campionato. Così, in contropiede ha fatto fuori il Newcastle. La Lazio invece si è arresa all’Atletico. Due a zero e a casa, un gol per tempo, Griezmann e Lino. Ma Sarri ha detto che il suo miracolo l’aveva già fatto qualificandosi. Esagerato.
Pioli sopravvive in panchina
Questa notte non era solo importante per il Milan. Lo era anche per Pioli, che sopravvive in panchina ormai da parecchi mesi, diciamo da quella semifinale di Champions persa con l’Inter. A onor del vero, certa acredine nei suoi confronti, un po’ cieca e rancida, è sinceramente esagerata. E’ fuor di dubbio che di riconoscenza non si campa nel mondo dello sport. E Pioli i suoi errori li ha sicuramente commessi. Ma al di là di uno scudetto vinto contro tutti i pronostici superando sul filo di lana una squadra nettamente più forte, e già finito nell’archivio delle cose dimenticate, va detto che nel loro cammino di Champions quest’anno, i rossoneri non sono stati molto aiutati dalla dea bendata. I primi due zero a zero, proprio contro il Newcastle e il Borussia, sono stati molto stretti al Milan, che aveva dominato quelle partite proponendo anche bel gioco.
L'incostanza il vero problema del Milan
E’ a Parigi e a San Siro contro il Dortmund che la squadra è venuta meno. Perchè poi il vero problema degli uomini di Pioli è l’incostanza, un Diavolo a due facce, capace di perdersi anche nella stessa partita. Va detto che al St. James Park, il Milan aveva una grande occasione di riscatto perché sfidava un Newcastle decimato dagli infortuni. Eddie Howe è stato costretto innanzitutto a fare a meno del portiere Pope, out fino a marzo, assenza importante perché anche il suo vice Dubravka non è messo tanto bene e il tecnico degli inglesi ha corso il serio rischio di dover schierare Karius, una autentica pippa che dopo quella finale di Champions persa dal Liverpool contro il Real grazie alle sue imprese, Klopp non vuole vedere neanche in cartolina per evitare i fastidiosi conati di vomito che lo assalgono tutte le volte che si trova obbligato a ripensare a quella notte e alle indimenticabili perle del suo portiere.
Le assenze nel Newcastle
Oltre a Pope, non ci sono Botman, Targett, Burn, Elliott Anderson e Murphy, ai quali va naturalmente aggiunto Sandro Tonali, grande ex della sfida, che è stato squalificato per il caso scommesse. Sette su undici, più di mezza squadra. Ma i problemi per Howe non si sono fermati qui, perché anche il centrocampista Longstaff e l’attaccante Wilson avevano appena recuperato dagli infortuni e non potevano proprio essere considerati nelle migliori condizioni. Dei due solo il secondo è stato schierato.
Gli assenti nel Milan
Anche il Milan aveva i suoi assenti, soprattutto in difesa, e forse proprio per questo, all’inizio della partita Pioli ha pensato di più a coprirsi a protezione del reparto arretrato cercando poi di colpire il Newcastle in contropiede. Così la prima mezz’ora è trascorsa con gli inglesi costantemente nella metà campo dei rossoneri. Un solo pericolo al 20’, quando Tomori compie un autentico miracolo levando sulla linea bianca il pallone dai piedi di Almiron. Ma anche il Milan aveva avuto una grande occasione in contropiede con Leao che da buona posizione aveva cercato il tiro a giro con la mira sbagliata. Poi appena i rossoneri hanno deciso di uscire dal guscio, è arrivato il gol degli inglesi: gran sberla di Joelington appena dentro l’area. Dopo lo svantaggio si sarebbe dovuto vedere il Milan. E purtroppo lo so è visto. Un mucchio di errori tecnici, molto nervosismo e l’incapacità di produrre qualsiasi idea offensiva, proprio come se non ci capisse niente. Il duplice fischio di Makkelie che ha spedito le squadre negli spogliatoi è arrivato liberatorio, come una maledizione.
Il Milan cambia faccia e vince
Alla ripresa del gioco se non ci è riuscito Pioli ci hanno pensato le notizie in arrivo da Dortmund, con il Borussia in vantaggio sul Psg, a dare uno spirito diverso al Milan che forse ha cominciato a capire che doveva giocarsela questa partita e non stare a guardare come aveva fatto fino a quel momento. E il cambio di registro si è visto subito: bella azione del Milan, Leao che ha messo in mezzo, triangolazione Giroud-Pulisic e gol. I rossoneri hanno cominciato a crederci, anche se c’è sempre da fare i conti con il Newcastle, che sfiorano di nuovo il vantaggio con Isak, gran destro da fuori, ma ci pensa Maignan, con un intervento prodigioso, a tenere in piedi la baracca. Però la partita è svoltata. Il Newcastle attacca ancora, ma gli uomini di Pioli non sono più quelli del primo tempo, e in contropiede sono letali, grandi galoppate nelle praterie, e prima colpiscono un palo con Leao e poi vanno a segno con Chukwueze, sinistro a giro sul secondo palo. E’ fatta. Pioli ha salvato la panchina. E il Milan un pezzo d’Europa.