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Il Milan è bello ma continua a sprecare. La Lazio d'Europa è un'altra cosa

Solo un pareggio dei rossoneri col Borussia Dortmund. I romani battono il Celtic al 95esimo

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Il Milan è bello ma continua a sprecare. La Lazio d'Europa è un'altra cosa
Solo pari per il Milan (Ansa)

Sembrava dover finire come nella prima giornata di Champions. Il Milan che spreca e fa zero a zero in una partita gemella di quella con il Newcastle e la Lazio che ripete a Glassgow l’uno a uno siglato all’Olimpico contro l’Atletico. Ma poi arriva Pedro e ribalta tutto.

All’ultimo secondo, come aveva fatto Provedel. Dice due cose questo turno: che la squadra di Sarri non è quella miserella del nostro campionato, ha grinta e cuore, e voglia di vincere, e che quella di Pioli è più forte di quel che crediamo, ha tante soluzioni di gioco diverse, nuovi innesti che si sono perfettamente integrati e se prima o poi si sbloccherà anche (in Europa) sotto porta, è destinata a fare molta strada. In Italia sarà l’unica vera rivale dell’Inter. In Champions, dategli fiducia. E comunque il pareggio a reti inviolate nella tana del Borussia Dortmund non è affatto un risultato da disprezzare.

Rammarico Milan

D’altro canto, se il compito della Lazio era sulla carta abbastanza abbordabile, a parte l’accoglienza ambientale riservata ai suoi tifosi, marchiati da subito come pericolosi estremisti di destra, quello del Milan nella bolgia rumorosa del Signal Induna Park aveva avvisaglie molto più proibitive. Dortmund è uno di quei fortini difficili da espugnare, come suggerivano innanzitutto i numeri della vigilia, visto che il Borussia non perdeva in casa da ben 22 incontri, 17 vittorie e cinque pareggi, con l’ultima sconfitta interna datata addirittura 22 sgosto 2022 (2-3 contro il Werder Brema). Come se non bastasse la squadra guidata da Terzic arrivava a questa sfida dopo aver mantenuto la sua porta inviolata in quattro delle ultime sette gare in casa, compresa quella di pochi giorni fa in Bundesliga sul Wolfsburg (1-0 siglato da Reus, uno da tenere d’occhio) e nelle ultime 15 partite di Champions League aveva ceduto il passo solo allo sbarazzino Ajax, vittorioso 3-1, quasi due anni fa, nel novembre 2021. I gialloneri della Renania sono una fornazione ostica che tende a sfruttare al massimo la qualità in fase di fraseggio dei suoi giocatori e le ripartenze vekoci verso la porta avversaria. In Bundesliga è seconda solo al Bayern nella speciale classifica del possesso palla medio (60 per cento, mentre 62 è quello dei bavaresi). Sono una squadra per certi versi molto simile al Milan, con una differenza sostanziale però, che gli uomini di Pioli eccellono negli attacchi in verticale e nei tiri a seguito di azioni di contropiede (primi in Italia assieme all’Inter).

La partita del Milan

Sulla carta dunque il Milan avrebbe potuto impostare la partita che preferiva. Per questo Pioli aveva deciso di affidarsi a un centrocampo più muscolare e dinamico, con Reijnders, Musah e Pobega, rinunciando alla fantasia di altri interpreti, in supporto alla fase difensiva. Il Borussia s’è presentato con Malen, Reus, Brandt dietro a Fulkkrug, nel 4231 di Terzic. Ma la sua manovra non ha più la fluidità e la fantasia che le garantiva Bellinghsm, una perdita mica di poco, e si vede. Reduci dalla sconfitta esterna nella partita inaugurale di Champions col Psg hanno occupato sin dall’inizio la metà campo dei rossoneri, con grande soddisfazione di Pioli che si rimirava sornione le vaste praterie lasciate libere davanti a Kobel, trovando già subito un’occasione d’oro con Pobega dopo appena 3 minuti. Il copione è rimasto questo per lunghi tratti. E l’impressione era che la velocità di gente come Leao e Theo, ma anche Pobega e Musah, avrebbe potuto andare a nozze in una situazione del genere. Nel bilancio del primo tempo, poi, questa più che un’impressione è la realtà. Il Borussia schiaccia il Milan nella sua area e si prende il possesso palla, ma si rende pericoloso solo su azioni estemporanee per lo più con tiri da fuori area, mentre le sgasate dei rossoneri, soprattutto di Leao, creano seri scompigli infilandosi nelle maglie della difesa tedesca. In due occasioni Giroud per un soffio non cambia il corso della partita. Chiamali se vuoi svarioni.

Rossoneri più convincenti nella ripresa

Nella ripresa, si vede bene che Terzic deve aver annusato lo stato delle cose. E allora il Borussia cerca di fare il Milan, si copre un po’ di più e accoppia Adeyemi a Malen sull’altra fascia per rendere più veloce la squadra e cercare folate in contropiede al posto del fraseggio prolungato e del possesso palla. Però la musica non cambia. Dopo Giroud è Pulisic a sprecare la sua occasione d’oro, costruita sull’immancabile ripartenza a tutto gas. Poi verso la mezz’ora quando comincia a mancare il fiato, le squadre si allungano e saltano tutti i buoni propositi. Solo che anche così chi sembra dover prendersela con la sfortuna è ancora il Milan, che con Chukweze va vicino al gol due volte, la seconda sprecando addirittura in maniera clamorosa, dopo la solita sgasata del solito Leao. A fare i conti, finisce come col Newcastle, uno zero a zero da battersi il petto per tutti quegli errori, senza aver quasi mai rischiato niente.  

Lazio da infarto

Da Glasgow, anche la Lazio ripete la prima, con un gol sul filo di lana. Ma con la piccola differenza che questa volta il gol vale la vittoria: 2-1, corsara a Glasgow. La Lazio aveva cominciato con il trend mica troppo allegro del campionato. Mezza smorta, più parole che fatti, roba da volere ma non potere, e il gol regalato a Furuhashi che arriva come conseguenza inevitabile. Ci mette più di mezzo tempo a capire che Glasgow non è Torino e neppure Milano e Brendan Rodgers è un nordirlandese di Carnlough che allena il Celtic in Champions League perché qui siamo in Europa mica in serie A, e da quel momento in poi torna a essere un’altra cosa, la Lazio a testa alta che ha pareggiato con l’Atletico creando gioco e occasioni. E così il gol che rimette le cose a posto lo fa, Vecino di testa su calcio d’angolo, ma fa amche altro, comanda la partita e sfiuora il sorpasso. Tutto sta a vedere se questo ruolo lo riesce a tenere fino alla fine. Mister Hyde e Dottor Jekyll. Beh ci riesce. Non brillando troppo. Soffrendo molto di più. Ma credendoci fino alla fine. 

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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