Il Milan brilla in Europa: pari col Tottenham e quarti di Champions
Diciamo la verità: una sfida senza storia, come s’era già capito a San Siro. Troppe le occasioni sprecate
In attesa di tornare a Milano, qualcuno sostiene sulla sponda rossonera, ma una vocina dal sen fuggita ci suggerisce una seconda versione in nerazzurro, Antonio Conte consegna i quarti di Champions al Milan, undici anni dopo l’ultima volta. Diciamo la verità: una sfida senza storia, come s’era già capito a San Siro, che la truppa di Pioli ha scavalcato con un solo gol di scarto, solo per demeriti propri, per aver gettato al vento una sequela infinita di occasioni. Finisce zero a zero. Ma il Diavolo ha tremato una sola volta, su un colpo di testa di Kane. Nel suo carniere invece ha infilato un mucchio di palle gol senza trasformarne nessuna. Poi come sempre capita nei riti infiniti e abusati dello sport ci si sforza tutte le volte di dipingere l’avversario molto più pericoloso di quello che è in realtà. Il Milan è molto più forte del Tottenham, e s’è visto nettamente sul campo, così come l’Inter e il Napoli lo sono del Porto e dell’Eintracht. Perché dobbiamo avere così paura a dirlo?
Tottenham debole e dimezzato
Se Pioli si presenta nello stadio degli Spurs con tutti gli effettivi a disposizione e l’infermeria finalmente vuota, Antonio Conte recupera Hojbjerg, ma è l’unica buona notizia visto che oltre ai lungodegenti Bentancur e Lloris (sperando per il Tottenham che il suo naturale sostituto, Forster, non sia troppo distratto dalla sua passione per le farfalle), non saranno della sfida anche Bissouma e Sessegon, bloccati da stop muscolari, e pure il difensore Dier, assente per squalifica. Sulla carta, non è affatto una partita impossibile per i rossoneri, considerando che Kane non sembra proprio al massimo della forma e Kulusevski nelle ultime giornate è apparso la brutta copia del ragazzone che l’anno scorso aveva legato perfettamente con i moduli contiani. Sarebbe pure difficile pensare a un Tottenham più inconcludente e opaco di quello sceso in campo a San Siro. Però la stagione fin qui deludente degli Spurs non conforta più di tanto i suoi tifosi. Tra le prime dieci della Premier, la squadra di Conte è quella che ha subito più sconfitte: 9, di cui quattro fra le mura amiche. Manca soprattutto di continuità, non essendo mai stata in grado di conquistare più di due vittorie consecutive. Ma in Champions si sa gli stimoli possono incidere più di tanti altri meccanismi, e il Tottenham deve fare di tutto per ribaltare il risultato negativo dell’andata.
Milan coraggioso
Il Milan lo sa e comincia cercando di pressare a centrocampo per evitare di farsi schiacciare dalla foga dei padroni di casa. I primi dieci minuti vanno avanti così, senza nessuna azione pericolosa, ma con i rossoneri che provano a rispondere colpo su colpo per togliere qualche sicurezza agli avversari. Poi all’undicesimo, la partita ha una fiammata con un contropiede degli Spurs che lancia in area Emerson Royal: Maignan blocca senza problemi. Risponde il Milan, azione in verticale del Milan, con Theo che manca l’ultima rifinitura su Giroud. Insiste la squadra di Pioli e ha l’occasione più grossa poco dopo il quarto d’ora, quando Messias si libera in area e da posizione pericolosa, anche se un po’ defilata, spara un rasoterra a lato. La squadra di Conte sembra abbastanza spaventata. I suoi difensori cercano di fermare in tutte le maniere Leao: in venti minuti i due centrali, Romero e Lenglet, hanno già collezionato le loro belle ammonizioni, e non è un bel segnale. Più passa il tempo e più sembra ripetersi la partita di San Siro, con una differenza sostanziale però, che il Milan non è più quello reduce dal terribile mese di gennaio con la paura di sbagliare che gli attanagliava le gambe. Ha ripreso fiducia, e si vede. Chi ha perso sicurezza, se mai ne aveva avuta un po’, è il Tottenham che non riesce quasi mai a presentarsi con convinzione dalle parti di Maignan. Quando gli capita verso il 35’, è quasi per caso, con Kane che prova un rasoterra nemmeno troppo insidioso a onor del vero, sventato in angolo con i piedi da Maignan.
Diaz, Leao e Origi: quanti gol sciupati
Il secondo tempo parte con la sensazione che il Tottenham deve per forza cambiare qualcosa e tentare il tutto per tutto se vuole ribaltare il risultato dell’andata. A giudicare dai primi minuti, gli inglesi sono sicuramente scesi in campo con uno spirito nuovo e un diverso atteggiamento, molto più aggressivo. Tanto fumo e poco arrosto però. E’ il Milan, invece, che va vicino al gol, con l’azione più pericolosa della partita, quando Brahim Diaz si libera con un numero in mezzo all’area e indirizza un pallone velenoso verso la porta: senza sapere neanche come ha fatto, il giovane turista Forster riesce a intercettare il tiro con le gambe aperte in spaccata. Ma adesso in ogni caso il registro della partita è cambiato. Il Tottenham non temporeggia più, si è messo a correre e spinge per davvero. Hojbjerg prova lo sfondamento e regala una sassata a Maignan: pugni sopra la testa e palla in angolo. Ma il Milan non si spaventa. Destro di Leao murato dai difensori degli Spurs. Poi Diaz si perde nei suoi dribbling in area e alla fine è Giroud che gira debole verso Forster. Ancora: contropiede di Leao, solo davanti al portiere, anche se pressato da un difensore. Palla alle stelle. Il numero delle occasioni è nettamente a favore dei rossoneri. Il Tottenham adesso è in modalità assedio. Alla mezz’ora però la svolta della partita. Romero entra a valanga su Theo Hernandez in fuga sulla fascia, botta volante alla caviglia, secondo cartellino giallo e espulsione. Tottenham in dieci. Partita ancora più in salita per i padroni di casa, ma fino a questo momento non è che avessero brillano più di tanto. A 7 minuti dal novantesimo Hernandez rischia il rigore in area e sul contropiede Leao s’invola, ma il tiro di Tonali viene ribattuto dai difensori. Spiccioli di tensione guerresca. Sei minuti di recupero e i tremila tifosi del Milan cantano sugli spalti. In undici contro dieci il Diavolo tiene palla. Il Tottenham è spento come lo sguardo di Conte sotto briciole di neve. Ma poi il calcio è davvero strano. Colpo di testa di Kane all’angolino e Maignan compie un autentico miracolo: sarebbe stata una beffa crudele. Ma sulla ripartenza, Hernandez scappa via a tutti e Origi prende il palo. E’ finita così. Si va ai quarti, la prima delle italiane. Le altre verranno.