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Il Napoli meraviglia con sguardo sull'Europa: 2-0 all'Eintracht

A Francoforte i partenopei dominano per 85 minuti, lasciando solo l'apertura della partita ai rivali, giusto il tempo di prendere le misure e schiacciare l'avversario nella sua metà campo

Il Napoli meraviglia con sguardo sull'Europa: 2-0 all'Eintracht
(Foto Ansa
di Pierangelo Sapegno

Dov'eravamo rimasti? Il Napoli riprende proprio da dove ci aveva lasciati. Anche se non sei napoletano o napolista. è una squadra che ti trascina al tifo coinvolgendoti nella sua bellezza. Con l'Eintracht domina per 85 minuti, lasciando solo l'apertura della partita ai rivali, giusto il tempo di prendere le misure e schiacciare l'avversario nella sua metà campo.  Finisce due a zero, Oshimen e Di Lorenzo, ed è un risultato che sta molto stretto a Lobotka, Anguissa e compagni,  che hanno sprecato davvero troppe occasioni, un palo, un rigore sbagliato, le parate di Trapp. I tedeschi hanno chiuso l'incontro in dieci per l'espulsione di Kolo Muani, il suo uomo più pericoloso che sarà assente anche nel ritorno al Maradona. Ma non è questo cartellino rosso che cambia il giudizio di un match letteralmente dominato dal Napoli, come mai nessuna squadra italiana ha fatto all'estero, nemmeno il Milan di Sacchi.

Spalletti bisognerebbe insegnarlo a Coverciano, altro che panchina d'oro. Già nella sua prima Roma, con il calcio a folate costruito attorno a Totti, aveva modulato una squadra spettacolare che faceva del gioco la sua arma migliore. Ma questa volta è riuscito a fare di più perché il Napoli possiede un'avvenenza, un ritmo e un'idea di dominio che lo rendono unico. Il bello di Spalletti è che non è ripetibile, persino mai uguale a stesso, visto che cambia schemi e struttura ogni volta, adattandosi sempre agli uomini della rosa. Il Napoli di quest'anno gioca diversamente da quello dell'anno scorso, e anche allo Zenit e all'Inter aveva cercato altre vie per inseguire la stessa filosofia. Possiamo quasi affermare che questo Napoli è il suo matrimonio perfetto, l'incontro ideale di Spalletti con i suoi uomini. 

Il pericolo Eintracht

Il Napoli era arrivato allo scontro di stasera non solo con i favori del pronostico, ma anche con la fama che si è conquistato durante la cavalcata travolgente del girone eliminatorio, a suon di gol e champagne. Ha domato in gran spolvero e senza alcuna distinzione Liverpool Rangers e Ajax, 5 vittorie una dietro l'altra e un bel carniere pieno di gol, venti addirittura. In giro per l'Europa ha messo pure in mostra un calcio spumeggiante ancora più incisivo di quello con cui sta facendo il vuoto in serie A,  grazie anche a una varietà di opzioni offensive che va oltre Oshimen, visto che in Champions Raspadori e Simeone hanno contribuito ai successi di Spalletti con ben quattro reti a testa.

Dagli ottavi però comincia un'altra storia e l'Eintracht di Oliver Glasner non è un avversario da prendere sotto gamba. In Bundesliga è sesto con 38 punti,  a cinque lunghezze dal primo posto condiviso da Bayern, Borussia Dortmund e Union Berlino. La squadra di Francoforte ha cambiato le sue idee di gioco rispetto all'anno scorso, rinunciando al pressing offensivo che era un po' il suo marchio di fabbrica, a favore di una maggiore compattezza in mezzo al campo. Le pressioni nella metà campo avversaria sono crollate dalle 83 della scorsa stagione alle 66 di quest'anno. Il modulo di base però è rimasto invariato, un 3-4-2-1 che si trasforma in 5-4-1 in fase di non possesso,  nonostante un atteggiamento nel complesso meno aggressivo.

La squadra di Glasner non è comunque conservativa, ma accompagna l'azione in massa portando tanti uomini nell'area avversaria. La sua arma principale è l'immediata ricerca della verticalità e dell'attacco alla profondità con Kolo Muani, uno che ricorda un po' Oshimen, anche se meno forte fisicamente e meno rapace, e che è comunque il suo uomo più pericoloso assieme a Kamada e Lindstrom e Gotze.  Tutto questo sulla carta. Un mese fa circa, il Napoli aveva affrontato la Juventus, che per quella occasione aveva abbandonato il suo consueto atteggiamento molto prudente per proporre uno schema abbastanza simile a quello dell'Eintracht, e ne aveva fatto polpette.  Solo che alla resa dei conti sono gli interpreti che fanno le squadre più degli schemi.  E i ritmi che riescono a imporre. Bastano pochi minuti per capire che i ragazzi di Glasner sono ben altra cosa dai loro emuli in bianconero.

Solo 5 minuti di paura

Il Napoli comincia come sempre, gioco corto tra le linee e i lanci in verticale per mettere in moto Kvaratskhelia. E dopo appena un minuto il georgiano si fionda in area creando un po' di scompiglio nella difesa tedesca. Ma dall'altra parte l'Eintracht è ancora più pericoloso con una improvvisa sventagliata in avanti che libera Kolo Muani a due passi da Meret: rasoterra a lato, ma questa azione è un saggio di come l'Eintracht affronta la partita, abbassando i ritmi per accelerarli di colpo, appena riconquista palla. L'impressione iniziale è che questa volta il Napoli abbia di fronte un osso più duro del previsto, una squadra compatta, che non si vergogna di difendere anche in dieci, ma che è capace di operare un pressing tarantolato quando decide di ripartire per accerchiare l'avversario. Passata la sfuriata dei tedeschi, comunque, Zielinski e Anguissa riprendono campo e riportano il Napoli in avanti. Prima Oshimen fugge via in contropiede senza riuscire a concludere, poi l'Eintracht rischia un autogol su una mischia in area e poco dopo Kvara tira di controbalzo dal limite dell'area una palla insidiosa che Trapp devia in angolo.

Passa il tempo e ormai la partita la fa il Napoli. L'Eintracht non riesce più a superare la metà campo. Al 33' splendida azione dei partenopei, Lozano si libera in area e centra il palo. Sul pallone si precipita Oshimen falciato dal suo marcatore: rigore netto. Dal dischetto va Kvaratskhelia, tiro a mezz'altezza alla destra di Trapp, che riesce ad arrivarci con la punta delle dita. Niente paura. Passano tre minuti e, dopo uno splendido recupero palla di Zielinski, Lozano s'invola sulla destra, crossa rasoterra in area un pallone che Oshimen deve solo depositare in rete. Uno a zero. E appena riparte il gioco, ci sarebbe già il raddoppio, con la stessa combinazione Lozano Oshimen, se il puntero napoletano non avesse un piede in fuorigioco: mannaggia. Prima del 45' altro lancio per l'attaccante nigeriano che si fionda in area e da buona posizione tira sull'esterno della rete. Si va negli spogliatoi e il Napoli deve mangiarsi le mani perché l'uno a zero gli sta molto stretto. L'Eintracht ha spaventato Spalletti per cinque minuti, ma appena Anguissa and company hanno preso il pallino in mano , è praticamente sparito dalla partita.

Dominio assoluto

La ripresa comincia con l'Eintracht che appare molto più aggressivo. Due ottimi recuperi palla di Lobotka - partita superba la sua, una colonna invalicabile - stoppano sul nascere le ripartenze dei tedeschi.  Al 7' percussione sulla fascia destra di Lozano che salta tre avversari e poi cerca il suo socio d'area, Oshimen, anziché servirla a Zielinski completamente libero. Trapp intercetta il traversone. E al 9' respinge con i pugni un tiro dell'indemoniato messicano. Decimo minuto e stavolta il portiere dell'Eintracht compie un mezzo miracolo su Kvara solo davanti a lui. Troppe occasioni sprecate, è incredibile.  Per fortuna che i tedeschi fanno molta fatica a rialzare la testa, anche grazie alla sontuosa prestazione del centrocampo azzurro che ferma sul nascere tutti i tentativi di ripartenza. Poi ci pensa Kolo Muani, l'uomo più pericoloso dei padroni di casa, la loro punta di diamante, che entra col piede a martello sulla caviglia di Anguissa: rosso diretto da parte di Dias.

A norma di regolamento la decisione è ineccepibile, anche se l'intervento era di sicuro involontario e forse sarebbe potuto bastare un cartellino giallo: ma l'arbitro ha spiegato con i gesti a Gotze che Kolo Muani aveva già fatto un altro fallo poco prima che aveva lasciato correre per la regola del vantaggio. In dieci contro undici non è che la partita cambia volto. La dominava il Napoli prima e la domina ancora adesso, con il suo fraseggio insistito mai fine a sé stesso, e sempre pronto a liberare i suoi cursori sulle fasce. Al 65' arriva finalmente il meritato raddoppio. Filtrante in area di Anguissa per Kvara che di tacco serve Di Lorenzo: tiro all'angolino e niente da fare questa volta per Trapp.

Al 72' Anguissa sfiora il terzo gol, con il suo destro che si spegne a lato. Negli ultimi dieci minuti, le squadre si allungano e il Napoli comincia a tirare i remi in barca pago del risultato, nonostante le urla furiose di Spalletti che non pare gradire tanto questo atteggiamento. All'82 arriva il primo tiro in porta dell'Eintracht: Kamada centrale, facile per Meret. Dall'altra parte Simeone, subentrato a Oshimen, mette i brividi a Trapp, sicuramente il migliore dei suoi. Ci sono altre occasioni sprecate prima del fischio finale. Ormai è persino inutile contarle. Quando si chiude la partita ti dispiace persino, come quando guardi un bel film che vorresti non finisse mai.

21 febbraio 2023
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