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Agnelli rilancia ma per vincere la Champions bisogna cambiare mentalità. E ora i conti piangono

Questa eliminazione rischia di essere abbastanza sanguinante per le casse della società. Il titolo crolla in Borsa

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   

Questo Ajax è veramente una grande squadra. Non è tanto l’indiscutibile vittoria ottenuta allo Stadium a testimoniarlo, ma il gioco che esprime, il coraggio di essere sempre uguale a se stessa, non solo quando vince. L’avevamo detto che l’1 a 1 di Amsterdam non era un bel risultato per gli uomini di Allegri, perché i ragazzi terribili dell’Ajax sono ancora più pericolosi lontani dalle proprie mura. Ha ragione chi dice che nel calcio non vince il più bello, ma il più forte. Loro sono belli e forti. Non si può nemmeno dire che la Juve abbia demeritato. Ha trovato semplicemente una squadra più forte, perché questo ha detto il campo nelle due sfide di 180 minuti. Per spregio del destino il gol decisivo l’ha segnato proprio quel Matthijs De Light, difensore ormai destinato al Barcellona, che i bianconeri hanno sognato a lungo facendo di tutto per cercare di prenderlo. Alla fine hanno perso 2 a 1 contro i lancieri di Erik ten Hag, che hanno compiuto un’altra impresa dopo quella del Bernabeu con il Real Madrid.

Non è finita con una goleada come in terra di Spagna, ma il secondo tempo degli olandesi ha annichilito letteralmente gli avversari, mettendo in mostra un talento e una spregiudicatezza eccezionali. E’ una qualificazione ottenuta con merito, e viene male a pensare che questa formazione rischia di sciogliersi al termine della stagione, vendendo i suoi pezzi migliori, come è nella storia di questa società, capace di crearsi squadre memorabili da portare sul mercato per rigenerarsi di nuovo dopo qualche anno.

Allo Stadium la Juve ha tenuto benissimo nella prima parte della gara, fino al pareggio dell’Ajax, giocando proprio come gli olandesi, uomo su uomo, in pressing a tutto campo, attaccandoli alti, con lo stesso ritmo e la stessa velocità dei maestri del calcio totale: il problema è che dopo la rete, anche un po’ fortunosa di van de Beek, arrivata a pochi minuti dal vantaggio del solito Ronaldo, i bianconeri si sono sciolti come neve al sole, improvvisamente timorosi, sopraffatti dalla spregiudicatezza dei lancieri e incapaci di vincere un solo duello. Da quel momento non c’è stata più partita.

L’Ajax ha meritato di passare il turno

Alla fine dell’incontro, il presidente della Juventus Andrea Agnelli è venuto ai microfoni per blindare la squadra nel suo insieme, compreso e soprattutto il suo mister, quasi un segnale in controtendenza nella serata più amara della stagione. Sulla partita non ha potuto far altro che ammettere pure lui che l’Ajax «ha meritato ampiamente di passare il turno, come testimoniato anche dalle moltissime occasioni che hanno avuto». E poi ha aggiunto quello che conta di più: «Il prossimo anno il nostro obiettivo sarà di nuovo la Champions League, perché siamo convinti di avere giocatori forti e giovani. E lo faremo di nuovo certamente con Allegri. Ha ancora un anno di contratto e come abbiamo già detto fra un po’ ci sederemo al tavolo assieme e programmeremo il futuro». Allegri in seguito ha confermato le parole del presidente, sottolineando che la decisione di restare l’aveva già annunciata qualche tempo fa. E sulla partita ha ripetuto che «nel primo tenmpo abbiamo fatto una bella gara, eravamo raccolti e più sicuri. Abbiamo preso paura dopo il loro pareggio. E nel secondo tempo ci siamo un po’ troppo allungati e abbiamo perso compattezza. Kean ci ha dato più profondità, ma De Jong era più libero di giocare e ha preso il gioco in mano. La partita di andata era stata più equilibrata. Qui loro hanno meritato senza dubbio».

Alla Champions si potrebbe arrivare cambiando mentalità

Allegri ha ripetuto che bisognava aver più pazienza, che bisognava saper aspettare e stare più accolti. Ma a noi viene spontanea una constatazione opposta: la Juventus ha fatto le cose migliori quando ha tenuto il pallino, aggredendo gli avversari, come ha dimostrato nel primo tempo di ieri e soprattuitto nella sua partita capolavoro contro l’Atletico. Forse alla Champions si potrebbe arrivare più facilmente cambiando la mentalità e osando di più. Giusto il contrario di quello che ha sostenuto Allegri. In questa fase del cammino europeo, la Juventus nelle eliminazioni dirette ha fallito a Madrid contro l’Atletico, è stata appena sufficiente ad Amsterdam ed è stata travolta, molto oltre il risultato, dall’Ajax. E’ un percorso troppo misero per pretendere di coltivare grosse ambizioni. E forse su questo dovrebbero porsi qualche domanda a Torino.

Con l'eliminazione crolla il titolo in Borsa: rischio profondo rosso

Adesso invece cominceranno i conti, perché questa eliminazione rischia di essere abbastanza sanguinante per le casse della società. Il titolo è crollato in borsa perdendo oltre il 20% in apertura, e ci si avvia a un bilancio in profondo rosso. L’operazione Ronaldo era stata fatta per aggiungere quel poco che mancava per vincere la Champions League. Siccome il fuoriclasse portoghese non si può proprio dire che abbia deluso le aspettative, è evidente che qualcun’altro ha reso meno rispetto alle scorse stagioni. Ma questi sono pensieri da calcio mercato. Chiusa la Champions e chiuso ormai il campionato, la prossima stagione è cominciata già nella serata triste dello Stadium.

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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