Euro2020: Mancini "Sempre creduto in vittoria, giocato da squadra"
"Ho lavorato con un gruppo di giocatori entusiasti del progetto", dice il Mancio a uefa.com ROMA (ITALPRESS) - "Ho sempre creduto che fosse possibile vincere gli Europei, ci ho creduto fin dal primo giorno". Così, in un'intervista rilasciata a Uefa.com, Roberto Mancini commissario tecnico dell'Italia campione d'Europa. "Quando sono arrivato ho trovato giocatori che volevano fare qualcosa di speciale. Erano entusiasti del progetto. Erano curiosi di vedere cosa potevamo fare. Ovviamente ci è voluto un po' di tempo, ma neanche così tanto". Nel corso dell'Europeo la Nazionale, oltre al carattere, ha dimostrato di sapersi adattare a ogni singolo avversario: "Abbiamo provato a lavorare su vari modi di giocare, ci siamo riusciti, insieme, perché tutti avevano una grande voglia.
Siamo stati una squadra". Su quale sia stata la gara della svolta Mancini non ha dubbi: "La gara più importante è stata la prima. In una competizione ad eliminazione diretta, la prima è sempre la più difficile. Gara col Belgio? Penso che sia stata una partita molto importante. Anche la finale contro l'Inghilterra è stata una bella partita. Abbiamo sofferto un po' di più contro la Spagna, perché forse ha giocato la sua migliore partita del torneo ed è una squadra fortissima". "Dagli ottavi in poi sono state tutte belle partite. A prescindere da tutto ciò ho imparato una cosa: che fino alla fine non bisogna mai arrendersi. Anche se in realtà non l'abbiamo imparato a Euro2020, ma il torneo lo ha ribadito. Bisogna sempre credere nelle proprie capacità e nelle proprie qualità, perché ogni partita inizia dallo 0-0 e non bisogna mai arrendersi, perché nel calcio si può sempre rimontare". Infine sull'importanza di avere avuto a disposizione cinque cambi a gara Mancini ha concluso: "Penso che sia stato importante perché i ragazzi arrivavano da una stagione estenuante. Abbiamo lavorato in gruppo per molto tempo e i ragazzi che entravano dalla panchina sapevano cosa fare. Anzi, devo dire che ogni volta che entravano davano qualcosa in più, perché quando usciva un giocatore stanco ne entrava uno fresco che voleva migliorare la squadra. Devo dire che sono stati tutti bravissimi; in ogni partita, chi è entrato ha fatto qualcosa di speciale. È importante che l'identità della squadra rimanga la stessa anche quando cambi tre o quattro giocatori. Tutti sanno cosa fare e il prodotto finale non cambia". (ITALPRESS). mra/ari/red 14-Set-21 18:37 .