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Il Milan sparisce, Roma e Atalanta volano in semifinale. E ora avremo 5 italiane in Champions

In semfinale i giallorossi sfideranno il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso fresco campione della Bundesliga. Mentre i bergamaschi se la vedranno contro il Marsiglia. In Conference la Fiorentina sfiderà il Bruges

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Il Milan sparisce, Roma e Atalanta volano in semifinale. E ora avremo 5 italiane in Champions

Giovedì da ranking: 5 italiane in Champions. E di verdetti senza appello. La piccola Atalanta di mago Gasp regge l’urto del grande Liverpool di Klopp, ma poi è davvero così piccola? E la Roma ribadisce quello che aveva già detto a San Siro, e cioé che è più forte e più squadra, nonostante qualcuno, chissà come e perché, avesse parlato di Milan sfortunato. In semfinale i giallorossi sfideranno il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso fresco campione della Bundesliga. Mentre i bergamaschi se la vedranno contro il Marsiglia che ha avuto la meglio sul Benfica ai calci di rigore.

Pioli perde il Milan lo stesso giorno in cui la Roma rinnova la fiducia a De Rossi. Gli incroci del calcio possono farsi beffa di tutto. Però De Rossi questa sera poteva anche perderla. Pioli no. Solo che il Milan l’ha persa in superiorità numerica e con la partita intera davanti per rimontare. Ha preso una traversa, ha sfiorato il gol in qualche occasione, ha collezionato una valanga di calci d’angolo, ma non ha mai dato l’impressione davvero di poter ribaltare il risultato. Ha messo dentro cinque attaccanti tutti insieme e l’unico gol l’ha segnato un difensore, che ha fissato il risultato finale sul due a uno: Gabbia. Questa volta Pioli aveva Leao e Theo Hernandez, inesistenti al Meazza, ma il senso della sfida non è cambiato. Alla compattezza della Roma, il Milan ha opposto una spinta emotiva, individuale e quasi mai corale.

Il trionfo di De Rossi

La Roma avrà anche la stella buona dalla sua parte, la fortuna che aiuta gli audaci, perché dicono così quando gli altri sbagliano e lei invece no, ma sarebbe ingiusto non vedere tutto il resto, perché la cosa che colpisce di più dei giallorossi è il senso di squadra che trasmettono, a se stessi e agli altri, una compattezza che è costruita in funzione del gioco e non solo per chiudere gli spazi agli avversari. La Roma di De Rossi ha molte cose che adesso mancano al Milan e le ha da quando è arrivato Capitan Futuro sulla sua panchina: una tenuta difensiva superiore a quella della gestione Mourinho, nonostante lo schieramento molto più offensivo, un centrocampo di fosforo e costruzione, ma soprattutto la fiducia nelle proprie forze e la certezza di riuscire a volgere il corso di qualsiasi partita nella direzione giusta.

Mancini - ancora lui! - e Dybala hanno indirizzato la sfida sin dall’inizio, replicando i pericolosi contropiedi già visti San Siro, ma dal due a zero in poi, la Roma ha giocato per novanta minuti con un uomo in meno correndo qualche rischio ma cercando sempre di controbattere colpo su colpo - clamoroso il gol divorato da Abraham al 65’, solo davanti a Maignan  -, e gestendo la palla con grande tranquillità quando poteva farlo.

Cinque italiane in Champions

Anche l’Atalanta ha rispettato il suo coraggio. Passata in svantaggio dopo solo 7 minuti per un rigore realizzato da Salah, non s’è fatta prendere dalla paura e ha giocato la sua partita, un po’ più prudente del solito, ma senza perdere mai la volontà di colpire l’avversario. Alla resa dei conti l’Atalanta in versione operaia ha concesso poche briciole al Liverpool. Assieme ad Atalanta, Roma e Fiorentina festeggia anche il calcio italiano intero, perché grazie a loro il prossimo anno avremo cinque squadre in Champions e otto in Europa.

C'è anche la Fiorentina che in Conference va

Eppure, il giovedì europeo delle italiane era cominciato con gran fatica e sudore, a guardare la Fiorentina schiacciarsi invano contro il muro del Viktoria Plzen, nel suo catenaccione anticalcio da Fort Alamo con la densità racchiusa tutta nell’area di rigore a protezione di un miracoloso Jledicka. Ventotto tiri in porta contro due nei novanta minuti regolamentari, pali traverse, occasioni sciupate per un niente e il portiere ceco che sembrava superman e volava da una parte all’altra ad acchiappare tutto quello che passava, le poche volte che i viola erano riusciti a trovare uno spiraglio fra le barricate a doppia mandata appena sdoganate da Carletto Ancelotti nel tripudio di tv e giornali madrileni. Ci sono voluti i supplementari per aver ragione del Viktoria Plzen ridotto pure in dieci, gol di Nico Gonzalez e Biraghi. Per i viola in semifinale c'è il Bruges. Da quel momento in poi, il ranking Uefa per le cinque formazioni italiane ammesse alla prossima Champions League era tutta nelle mani dell’Atalanta. E Gasp non delude mai.

 

 

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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