Che fatica in Europa. Vince solo la Fiorentina, gli errori condannano la Roma. L'Atalanta sfiora l'impresa
Le semifinali di Europa League e della Conference lasciano l’amaro in bocca alle italiane. Tra sette giorni le gare di ritorno

Un pareggio, una sconfitta netta, e una vittoria striminzita. Le semifinali di Europa League e della Conference lasciano l’amaro in bocca alle italiane. La Roma aveva giocato alla pari fino al gol che ha portato in vantaggio il Bayer, figlio di un errore madornale di Karsdorp. Da quel momento è stata un’altra partita, che i tedeschi hanno gestito come hanno voluto, fino ai minuti finali, quando la rabbia e la disperazione dei giallorossi hanno costretto alle corde gli ospiti. E a questo punto è arrivato il secondo incredibile errore, questa volta di Abraham che a porta vuota, a due metri dalla linea, ha spedito il pallone sopra la traversa, fallendo il gol della bandiera (2-0 il finale).
Si tratta di due episodi che hanno senza dubbio inciso in maniera pesante sul risultato. Ma dall’altra parte va detto che c’era una squadra con una sicurezza di sé e dei propri mezzi impressionante. Xabi Alonso ha fatto un lavoro eccezionale sui suoi uomini: nessuna stella, ma un gruppo che gioca a memoria con la convinzione che solo comandando la partita si può trovare la forza per vincerla.
Al ritorno la Roma dovrà scalare una montagna. De Rossi ha detto che ci crede lo stesso. Non poteva dire altrimenti. Ma l’uomo ha dimostrato di essere uno vero. Di sicuro cercherà di fare davvero una grande partita. Anche l’Atalanta non avrà un ritorno facile, perché la partita di Marsiglia ha detto che i francesi sono molto forti in contropiede, mentre gli orobici sono proprio mancati nella fase offensiva. L’uno a uno finale non è un brutto risultato, ma non deve trarre in inganno, perché le grandi occasioni per vincerla le hanno avute tutte i padroni di casa. La stessa partita ripetuta a Bergamo sinceramente non lascia molte speranze a Gasp.
E la Fiorentina? E’ l’unica che vince, ma quanta sofferenza. L’impressione è che nonostante il gol della vittoria arrivato allo s scadere sembra arrivata alla frutta, ormai esausta, vicino alla linea del traguardo. E il suo gioco super offensivo ha bisogno della massima condizione fisica, per reggere i ritmi in avanti e i recuperi dietro. Prende un gol in contropiede, nonostante la superiorità numerica, e la sua pressione si spegne troppe volte inerme nell’affollata area del Bruges. Anche qui ci sarà da soffrire nel ritorno.

La Roma contro gli imbattibili
L’impegno più difficile era senz’altro quello che toccava alla Roma, contro il Bayer Leverkusen, gli «Imbattibili», 46 incontri di fila senza una sconfitta, dal 27 maggio 2023, 3-0 sul campo del Bochum, 39 vittorie e sette pareggi da allora, che hanno consegnato alla storia un gruppo capace di portare la prima Bundesliga alle Aspirine, stracciando il favoritissimo Bayern, lasciato indietro a distanza siderale. L’anno scorso, di questi tempi, sempre in semifinale, i giallorossi erano riusciti a eliminare il Leverkusen, zero a zero alla BayArena il 23 maggio, dopo l’1-0 dell’andata firmato da Bove, ma quella era un’altra squadra ed era anche un’altra vita.
Da allora Xabi Alonso ha costruito una macchina quasi perfetta, che fa del possesso palla e di un continuo movimento nella ricerca della giocata giusta, le sue caratteristiche più marcate assieme alla forza fisica. Ma il tecnico spagnolo è riuscito anche a creare un gruppo animato da uno spirito fortissimo, che non molla mai fino all’ultimo, come dimostrano le ripetute rimonte, suggellate talvolta da reti della vittoria segnate oltre il novantesimo. I tedeschi non hanno un goleador vero e proprio che si stacca sugli altri, ma riescono a mandare in porta quasi tutti i loro uomini, grazie a schemi di gioco che curano molto la fase offensiva: quest’anno in campionato hanno realizzato la bellezza di 77 gol.
Una Roma propositiva sin dalle prime battute, ha affrontato questa corazzata a petto in fuori, con il giusto coraggio, colpendo anche una traversa con Lukaku e badando molto pure a non scoprirsi. Ci ha pensato però un errore clamoroso di Karsdorp a mettere nei guai i giallorossi, con un innocuo pallone consegnato agli smarcatissimi attaccanti tedeschi che con Wirtz non hanno potuto sbagliare la facile occasione da rete.
La Roma ha sbandato, come colpita da una scarica laser, un cowboy senza pistola nella mischia del saloon, mentre infuriava una sparatoria western verso la porta affidata ai tentacoli incerti di Svilar che sbracciavano spauriti sulle schioppettate di Wirtz, Frimpong, ancora Wirtz, Andrich e Grimaldo, un tiro a segno interrotto solo da una sortita di Pellegrini (palla a lato di poco). Nel secondo tempo, invece, l’arrembaggio dei giallorossi è stato ferito dal secondo gol del Bayer, subendo la straripante forza fisica dei tedeschi: sberla da fuori area di Andrich nel sette alla destra di Svilar.
Atalanta pari faticoso
Per l’Atalanta il discorso era diverso. Il vero problema era quello del Velodrome, uno stadio che ti ruggisce sul collo, capace di spaventare i deboli e spingere i suoi oltre i propri limiti. Scamacca - sempre lui, ancora lui - sembrava averlo messo a tacere dopo pochi minuti, sfruttando un passaggio di Koopmeiners e una linea di fuorigioco sbagliata dei padroni di casa. Ma il Marsiglia ha pareggiato dopo 10 minuti appena - splendido colpo da biliardo di Mbemba - e la sfida degli orobici è tornata a essere bollente, senza esclusione di colpi. Per il resto del primo tempo, la partita l’ha fatta l’Atalanta, le palle gol le ha avute il Marsiglia, in contropiede, una clamorosa, fallita da Aubameyang. Nel secondo tempo il copione non è cambiato, perché i padroni di casa, schierati con un prudente 352, hanno lasciato il pallino in mano agli orobici, puntando tutto sulle ripartenze. Le occasioni più pericolose però sono dell’Om, un gol annullato a Sarr e un incrocio dei pali centrati da Ounahi. Negli ultimi venti minuti Gasset ha buttato in campo la terza punta, per tentare il tutto per tutto. L’uno a uno va bene al Gasp.
Infine la Fiorentina che l'unica a uscire vincitrice dalla prima semfinale di andata anche poteva andare meglio. La Viola batte il Bruges per 3-2, in pieno recupero, ma c'è rammarico per un risultato che poteva essere molto più ampio per quante azioni gol create in tutta la partita e per non aver sfruttato appieno l'umo in più nel secondo tempo quando i belgi sono rimasti in dieci per l'espulsione di Onyedika. Purtroppo, i viola hanno poi pagato a caro prezzo alcuni errori nella fase difensiva. Adesso i viola si giocheranno l'accesso alla finale di Atene la settima prossima in Belgio.
