Giocò contro Platini nei Mondiali in Messico, ora è un senzatetto a Londra
Paul John James ha giocato Olimpiadi e Mondiali con il Canada e allenato le giovanili della nazionale, ma la sua carriera e la sua vita sono andate in frantumi a causa della dipendenza dalla cocaina e poi dal crack

Dalla platea mondiale di Messico 1986 dove ha marcato Michel Platini alle notti trascorse in un letto di cartone vicino alla cattedrale di Westminster o a Charing Cross a Londra. La storia di Paul John James è il racconto di una lenta ma inesorabile discesa all'inferno. L'ex centrocampista di origine gallese fa parte della "Canada Soccer Hall of Fame" per aver rappresentato la nazionale dei Canucks alle Olimpiadi del 1984 e poi ai Mondiali del 1986. Quattro gare nei Giochi di Los Angeles 1984 e poi tre partite tutte perse contro Francia, Ungheria e Urss nei Mondiali messicani del 1986. In totale quarantotto volte in campo con la maglia rossa tra il 1983-1993, nel periodo d'oro della nazionale con il simbolo della foglia d'acero. Ha anche allenato la nazionale canadese Under 20 oltre che quella delle Bahamas. Ma da sei anni è solamente Paul, un sensatetto con i capelli lunghi con un passato da tossicodipendente che ha lasciato il Canada per tornare nel Regno Unito. L'ex centrocampista e allenatore non trova lavora da tredici.
"Rovinato dall'etichetta di 'drogato'"
La carriera e la vita di James sono andati in frantumi a causa della sua dipendenza dalla cocaina e poi dal crack. Nel febbraio del 2012 l'ex giocatore ha reso pubblici i suoi problemi con la droga e accusato il suo vecchio club i Lions York (la squadra di calcio della università di York a Toronto in Ontario) di non averlo aiutato e di averlo costretto a dimettersi dopo sei anni di lavoro (dal 2004 al 2009). "Non penso che dovresti chiamare qualcuno 'tossico', 'tossicodipendente' o 'drogato'. Come ti riprendi se vieni etichettato come un senzatetto che si fa di crack? Semplicemente non lo fai perché non ci riesci", ha detto l'ex calciatore.
"Arrivare in Messico è stata un'impresa, perché non eravamo bravi"
Oggi l'ex calciatore e allenatore ha lasciato con rancore il Canada perché si è sentito tradito. Vive in un ostello vicino a Holborn, nel centro di Londra, e giura di voler "riaccendere la passione, l'entusiasmo e la positività di una volta". Parla ancora di calcio e al Daily Mail, ha dichiarato: "Quello che abbiamo ottenuto per arrivare ai Mondiali in Messico è stata un'impresa fenomenale, perché non eravamo bravi. Tre sconfitte su tre ma abbiamo fatto miracoli affrontando Francia, Ungheria e Urss".
"Ora vorrei poter indossare i miei vestiti e non quelli di usati che mi regalano"
La nostalgia per il campo ha lasciato il posto a programmi decisamente più difficili. "Ho perso 13 anni della mia vita e ora voglio solo riconquistare la mia indipendenza. Vorrei solo una parvenza di normalità. Poter indossare i miei vestiti e le mie scarpe e non quelli di usati che mi regalano. E vorrei lavorare e non raccogliere rifiuti per avere i soldi per acquistare i miei oggetti".