I fantasmi e la Svizzera bloccano l'Italia. Adesso ci giochiamo tutto a Belfast
Eccoli i fantasmi, ci sono davvero. Si materializzano subito, dopo dieci minuti appena, e poi incombono ancora, al novantesimo, sui piedi di Jorginho che sbaglia il secondo rigore di seguito contro Super Sommer

Eccoli i fantasmi, ci sono davvero. Si materializzano subito, dopo dieci minuti appena, e poi incombono ancora, al novantesimo, sui piedi di Jorginho che sbaglia il secondo rigore di seguito contro Super Sommer. Al decimo, Okafor va via come una scheggia sulla fascia e poi serve dietro Widmer che sta arrivando a rimorchio: gran botta e gol. Donnarumma tocca, ma non serve. Comincia così la nostra rincorsa al Qatar, con questo spettro che ci insegue e ci perseguita, e la paura che aleggia sopra l’Olimpico e anche sul campo, fra le maglie azzurre. Non è la solita Italia, balbetta fraseggi laterali e arranca senza sapere mai cosa fare, senza trovare gli spazi per lanciare Chiesa e creare situazioni pericolose. Rimediamo il pareggio con Di Lorenzo e ci fermiamo lì.
Dall’altra parte la Svizzera è tosta, ancora più di quel che già si temeva. Fa la partita che vuole e che sa fare. Molto chiusa dietro e pronta a ripartire velocemente con tanti uomini. Noi pure in difesa annaspiamo. L’inizio è un calvario: il gol al 10’, una mischia pericolosa in area sbrogliata da Donnarumma tre minuti dopo, e Okafor, di nuovo lui, che sfiora il palo con una gran botta da fuori al 15’. Per uno strano scherzo del destino, la rete di Widmer ricorda molto quella con cui Locatelli aveva aperto la sfida dell’Europeo proprio contro la Svizzera: Berardi che scappa via in contropiede e mette indietro per l’ex Sassuolo. Ma questa volta sono loro, a farla. Noi sembriamo un’altra cosa. Anche Locatelli è un parente lontano di quello là. Tutto il centrocampo non sembra lo stesso, è sempre sotto ritmo e sbaglia troppo. E poi Jorginho: all’Europeo era stato la nostra anima e il nostro faro, oggi è quello che butta alle stelle il rigore, che quasi ci condanna.
Lunedì sera a Belfast bisognerà a tutti i costi ritrovare la Nazionale di quest’estate.
I nostri prossimi avversari non sono di sicuro forti come questa Svizzera, ma a casa loro finora in questo girone non hanno mai subito un gol, e questa non è proprio la migliore presentazione per scacciare le nostre paure. Riusciremo a cambiare registro in tre giorni appena, a ritornare quelli di prima? O vinceranno ancora i nostri fantasmi, che Murat Yakin aveva evocato per mettere pressione agli azzurri: «Vediamo di far rivivere all’Italia gli spettri dell’ultimo mondiale»? All’Olimpico va detto chiaramente che, nonostante il rigore sbagliato al novantesimo, la Svizzera non ha rubato niente. Anzi. Nel primo tempo noi abbiamo ballato a lungo e sofferto, in balia dei loro contropiedi e il conto delle azioni pericolose è a vantaggio degli elvetici (quattro a tre). Musica diversa nel secondo tempo, quando Mancini butta in campo Berardi (il migliore) e Tonali al posto di uno spento Locatelli. Sfioriamo il gol con Insigne (anche lui giù di tono): il tiro è deviato da un difensore, e Sommer riesce a salvarsi miracolosamente con i piedi. E buttiamo al vento, nel cielo dell’Olimpico, il rigore di Jorginho. Soprattutto subiamo molto meno rispetto al primo tempo, rischiando la Grande Beffa solo allo scadere.
In campo sono scese due Nazionali molto acciaccate: le nostre assenze però hanno pesato molto di più. E’ mancata la luce di Verratti al centrocampo, Belotti è apparso evidentemente fuori forma, e Acerbi ha sofferto troppo Okafor, il giovane attaccante che non ha fatto certo rimpiangere Embolo. Al decimo minuto scappa via a Di Lorenzo che sembra Jacobs alla finale delle Olimpiadi, è una scheggia per tutta la partita, fa un gran movimento, attacca bene la profondità ed è sempre pericoloso. Anche il centrocampo di Yakin non sembra aver patito parecchio l’assenza di capitan Xhaka. Per l’ennesima volta, poi, la Svizzera ha messo in mostra un portiere fenomenale: Sommer si sognerà i soldi di Donnarumma, ma quello che fatto sul tiro ravvicinato di Barella al ventunesimo del primo tempo e sulla botta deviata di Insigne nel secondo, è sembrato qualcosa di semplicemente incredibile.
Adesso siamo obbligati a giocarci tutto a Belfast, cercando di lasciarci questi nostri cattivi fantasmi a casa. Dovremo tener presente però che in Irlanda non basterà vincere, purtroppo: bisognerà anche sperare che la Svizzera contro la Bulgaria non faccia due gol più di noi (per esempio uno a zero degli azzurri, e tre a zero loro), perché in quel caso sarebbero in testa al girone per aver segnato in trasferta nello scontro diretto, qui all’Olimpico. In fondo, la lotteria dei rigori, che ci ha regalato l’Europeo, l’abbiamo già pagata cara. Adedsso basta. Vediamo di riprenderci in mano il nostro destino.