L'Italia fa il compitino: 4-0 con Malta. Ma molte cose sono da rivedere
A vedere l'altra metà del bicchiere, l’Italia ha messo in evidenza anche le sue solite lacune di fronte a difese chiuse col catenaccio alla serranda

Il poker all’ultimo piatto, ultimo secondo. Bomber Frattesi. Ma contro Malta era difficile non farne di meno. Va bene così, Spalletti dal canto suo ha ragione a dichiararsi «abbastanza contento». Ma a vedere l’altra metà del bicchiere, l’Italia ha messo in evidenza anche le sue solite lacune di fronte a difese chiuse col catenaccio alla serranda, incapace di accelerare i ritmi e inventare giocate, non avendo quasi ai nessuno in grado di saltare l’uomo. E’ una nazionale a double face. Va bene il 4-0 a Malta, la doppietta di Berardi e Frattesi che segna sempre lui. Però preoccupa la prestazione di Barella, irriconoscibile, e la mancanza di un centravanti come si deve capace di segnare e creare pressione agli avversari. Quella vista a Bari è una squadra che non cambia e che non ha ancora velocità d’azione per ribaltare il gioco. In vista di Wembley, martedì prossimo, qualche pensierino sopra bisogna farlo.
Non doveva certo far paura la nazionale di Malta, che si trovava prima della sfida con l’Italia all’ultimo posto del girone C, con zero punti raccolti in cinque gare disputate, un solo gol realizzato e ben undici subiti. Il tecnico Michele Marcolini, ex allenatore del Chievo Verona, nelle sue interviste ha più volte dichiarato che non ha mai avuto nessuna intenzione di giocare con «il pullman davanti alla porta», nonostante le qualità dei suoi uomini siano nettamente inferiori alle rivali. Poi però si schiera in campo con un 532 che più coperto non si può. Nel match di andata giocato il 26 marzo 2023 l’Italia, allenata ancora da Mancini, si era imposto con un comodo 2-0 al Ta’Qali National Stadium. Si dovrebbe trattare, insomma, solo di una pratica da sbrigare senza troppe ambasce prima della sfida che conta, martedì sera, contro l’Inghilterra nel tempio di Wembley. L’unico timore che serpeggiava alla vigilia era che la furia dello scandalo sulle scommesse illegali che turbina nel vento e appesta l’aria, con i nomi e i sospetti senza nessun controllo che vagano sui social, non avesse finito anche per inquinare gli animi deboli di qualche nostro azzurro.
Stadio pieno. Spalletti schiera tutti i titolari disponibili. Il nome nuovo è quello di Bonaventura, protagonista di uno straordinario inizio di stagione con la Fiorentina. E’ confermato Locatelli in regia accanto a Barella. In difesa Darmian e Dimarco sulle fasce, i centrali sono Mancini e Bastoni. Davanti un tridente inedito, Berardi, Raspadori e Kean, con l’attaccante del Napoli preferito a Scamacca e lo juventino al posto dell’infortunato Zaccagni e di Zaniolo, costretto a rientrare a casa per l’inchiesta sulle scommesse. L’inizio fa subito ben sperare. Cinque minuti e traversa di Mancini su calcio d’angolo, dopo un esterno di Locatelli da fuori area che sfiora il palo. Da lì in avanti le buone impressioni svaniscono in fretta. Gioco lento, poche idee e soprattutto nessuno capace di saltare l’uomo e creare superiorità numerica: basta una difesa chiusa per mettere in difficoltà l’Italia, ci riesce persino quella della Cenerentola Malta. Per fortuna che c’è Bonaventura. Fa tutto da solo, rubando la palla a due difensori e a Kean che se la pasticciano, e poi inventa un interno destro a giro da infilare nell’angolino alto alle spalle di Bonello. Minuto 22. Dopo la traversa di Mancini non era successo niente fino a quel momento. E dopo il gol tutto sembra tornare di nuovo come prima. Ritmi bassi, nessuna idea, tanti errori tecnici. Bisogna aspettare il 46’. Lampo di Berardi. Triangola con Barella che gli restituisce palla (l’unica cosa buona che ha fatto, peggiore degli azzurri fino a quel momento) e inventa un altro tiro a giro con il sinistro: carambola sul palo e gol. In tutto il primo tempo, l’Italia contro Malta non ha fatto altro. Questo due a zero è grasso che cola.
Secondo tempo
Non cambiano gli undici azzurri in campo. E purtroppo nemmeno la trama della partita. Solo Bonello può riuscire a ravvivarla, con le sue pretese funamboliche ogni volta che il pallone gli passa tra i piedi. Come fa al 62’ quando serve di piatto un pallone d’oro a Raspadori che va sul fondo e la butta in mezzo dove Kean viene anticipato. Il portiere di Malta è la risorsa più importante per gli azzurri. Quando può cerca di lanciarsi in improbabili tuffi ai margini dell’area lasciando la porta sguarnita. Basterebbe fare qualche traversone in più per creare occasioni e premiare il geniale lavoro di Bonello. Al 63’ Raspadori scappa e mette al centro una palla che Kean cicca malamente. Il portiere osserva con una certa curiosità Berardi che arriva e sgancia un missile terra aria. Guarda i suoi compagni: che è successo? Tre a zero, doppietta del capitano del Sassuolo. Da quel momento, Malta allenta il suo catenaccio.
Difatti qualcosa si vede. Crea qualche pericolo, Bastoni centra un palo (ma l’azione è viziata da un fuorigioco). Entrano Orsolini, Frattesi, e poi Udogie e Scamacca. Ma poi tutto torna come prima, la stessa musica lenta, i ripetuti errori tecnici spalmati un po’ dovunque. Gli azzurri pagano anche dazio a centrocampo. L’irriconoscibile Barella ha ceduto il posto a Frattesi. Il doppio lavoro di Locatelli e Bonaventura deve averli sfiancati. Davanti Raspadori è stato spostato sulla fascia. Si danna l’anima, ha fatto il cross del tre a zero e mette una palla buona prima del fischio finale. Bonello fa la sua parte si tuffa e la lascia passare. Gli azzurri no. Però subito dopo ci pensa il nostro vero goleador: Frattesi. Il 4-0 lo fa lui, proprio allo scadere.