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Azzurri all'assalto del bunker. Italia e Svizzera con le stampelle

Venerdì all'Olimpici ci giochiamo il Qatar, e bisogna vincere. Pareggiando, si resta sulla graticola. Perdere, significa andare agli spareggi

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Roberto Mancini
Roberto Mancini (Foto Ansa)

L’unica cosa certa è che non sarà una passeggiata. Ci giochiamo il Qatar, e bisogna vincere. Pareggiando, si resta sulla graticola. Perdere, significa andare agli spareggi, cioé la strada che aveva preso Ventura: meglio dimenticarla. Venerdì, Olimpico 20,45. Italia e Svizzera incrociano i ferri un po’ azzoppate. Mancini deve fare a meno di Chiellini, Verratti e Immobile, e sarà pure costretto a buttare nella mischia Bonucci e Barella con i cerotti. A leggere l’elenco, i rossocrociati stanno anche peggio: fuori Xhaka, Seferovic, Embolo, Elvedi, Fassnacht e Zuber, e in dubbio Mario Gavranovic. In pratica Yakin è sceso a Roma senza l’attacco titolare. Da punta dovrebbe giocare Noah Okafor, ventunenne lanciato dal Salisburgo, che con i ragazzi di belle speranze ultimamente ci azzecca parecchio: 9 gol e 5 assist in 20 gare, comprese due reti in Champions, e 4 volte a segno in otto partite nell’Under 21. E’ uno di cui ci si potrebbe fidare, visti i numeri.

La prudenza del ct elvetico

Ma il ct elvetico è un signore molto prudente con i giovani, e tendenzialmente preferisce giocatori esperti, che sanno gestire le svolte della sfida, sono meno irruenti e rischiano meno. Da quando Murat Yakin ha preso il posto di Petkovic in panchina, la Svizzera non ha cambiato pelle, ma l’atteggiamento un po’ sì. Molta più attenzione alla fase difensiva. Non che prima non ce ne fosse. Solo che il tre a zero dell’Europeo, con il primo gol segnato in contropiede, sarà impresa parecchio più ardua da ripetere.

L'assenza di capitan Xhaka

Per questo, un’assenza importante nelle loro file è quella di capitan Xhaka, centrocampista di fisico e potenza, che Mourinho avrebbe voluto portare alla Roma, irruente nella fase di non possesso, eppure elegante nei movimenti. Un regista basso, o un rifinitore capace di far bene anche l’incontrista, di sicuro un elemento di equilibrio che mancherà a Yakin. Però il ct potrà contare su due pilastri quasi insostituibili nella sua difesa: Sommer, portiere di ottimo livello che milita nel campionato tedesco, in assoluto uno dei migliori in Europa, bravissimo nelle uscite e a dirigere il reparto, oltre che un grande pararigori come ha avuto modo di constatare Jorginho; e Akanji, difensore del Borussia Dortmund, veloce, forte fisicamente e leader difensivo della squadra.

La probabile formazione svizzera

Nel 4-5-1 di Yakin, potrebbe giocare Steffen, 30 anni e una vita da mediano, di lotta e resistenza, uno che se magari non spicca troppo per tecnica, però corre molto ed è utile soprattutto se c’è da sacrificarsi. A reggere il centrocampo orfano di Xhaka dovrebbe comunque pensarci Freuler, nostra vecchia conoscenza, da sei stagioni all’Atalanta, bravo nelle due fasi. Poi, Vargas al posto di Zuber, e Shaqiri, sulla carta l’uomo più pericoloso, a sostenere l’unica punta. In ogni caso non riusciamo a immaginare la Svizzera concentrare i suoi sforzi sull’attacco. Però bisognerà stare molto attenti a non farli segnare. Perché sarebbe ancora più difficile recuperare. Da quando c’è Yakin la squadra ha abbassato la saracinesca: con lui tre partite nel girone, ci cui due fuori casa, e zero gol subiti.

Mancherà Immobile 

In compenso, dopo gli europei, qualche problemuccio a segnare l’abbiamo avuto noi. Mancherà Immobile, e sinceramente, vedendo quello che ha fatto fino adesso in Nazionale, non dovrebbe essere poi quella gran perdita. Il fatto è che quello che manca a Mancini è proprio l’uomo giusto per ricoprire quel ruolo. Ne ha provati tanti, solo che finora quello buono non l’ha ancora trovato. Il ct ha richiamato Scamacca, potrebbe decidere per Raspadori, che però non centra la porta dal 21 agosto, o Insigne, anche se non ha mai brillato troppo come falso nueve. Alla fine forse giocherà Belotti, un lottatore di grande generosità, che Juric sta recuperando poco alla volta da un infortunio. D’altro canto, oggi come oggi, questo passa il convento. E pure con Immobile qualche dubbio lo avremmo avuto lo stesso.

Non ci sarà Chiellini

Molto più importante l’assenza di Chiellini. E gli acciacchi di Barella e Bonucci. E’ vero che i due difensori della Juve nella propria squadra non stanno proprio brillando, ma in Nazionale hanno sempre dimostrato di essere i migliori. Il fatto è che nel centrocampo degli azzurri ci sono Barella e Jorginho, ed è tutta un’altra musica. E adesso speriamo di ascoltare le fanfare all’Olimpico.

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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