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Italia umiliata dalla Germania. Non può essere questa la Nazionale del futuro

A Moenchengladbach niente ha funzionato. E’ stata una partita in inferiorità di gioco e di determinazione, pure peggio di quella con l’Argentina

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
La delusione degli azzurri a Moenchengladbach (Ansa)
La delusione degli azzurri a Moenchengladbach (Ansa)

Non è tanto l’umiliazione subita la cosa più triste. Nella storia della Nazionale, non prendevamo cinque gol dal 1957, quando furono addirittura sei nella sconfitta sei a uno contro la Jugoslavia. Anche quella squadra non andava ai Mondiali, e noi la consideravamo la più scarsa di tutti i tempi. Adesso, invece, dobbiamo solo sperare di non essere quelli che abbiamo visto contro la Germania, che non sia questa la vera Italia.

Che il 5-2 sia stato «un incidente di percorso», come alla fine ci hanno ripetuto tutti, Mancini, Barella, anche un arrogante Donnarumma, che maltratta la giornalista Rai che gli fa semplicemente le domande che deve fare, sul suo solito errore nel quarto gol tedesco. Però alcune cose vanno dette, perché la verità non la si può sempre ingannare.

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Per ripartire da zero, Mancini è costretto a provare un numero quasi infinito di giocatori, e fa bene perché nel mazzo quelli buoni ci sono, ma oggi vengono convocati tutti e il contrario di tutti e l’importante a questo punto sarebbe capire che alcuni di loro sono appena mediocri. Forse ci sarà un motivo se da 8 anni continuiamo a vedere i Mondiali soltanto alla tv. In troppi casi la nostra narrazione è così provinciale e condizionata dal tifo da travisare la realtà. Invece, dovremmo avere il coraggio di ammettere che il materiale umano a disposizione del Ct è abbastanza scadente. Tutto qui.

Certo, le eccezioni ci sono, abbiamo Bastoni, Barella, Spinazzola, Donnarumma e Chiesa, che ovviamente ieri non c’era. Ma sono buoni giocatori, niente di più. I campioni sono un’altra cosa. Ieri, il peggiore in campo è stato Bastoni. Le pagelle dei giornali gli daranno un voto in più per il gol, ma non fatevi ingannare da questo. La partita del centrale interista è stata di un livello semplicemente fallimentare, come quella di Mancini d’altro canto, solo che i suoi errori sono stati madornali. Bastoni gode di una valutazione immeritata, da quando Conte stravede per lui. Conte è un grandissimo tecnico, ma ci dimentichiamo un po’ troppo facilmente che ha scambiato per fuoriclasse Giaccherini, Pellé, Padoin. Dovremmo uscire da questo equivoco, per il nostro bene. Bastoni è più il sostituto di Bonucci, che l’erede di Chiellini, con il quale non ha nulla, ma proprio nulla, da spartire. Come Bonucci soffre di preoccupanti amnesie difensive, però mette nel carniere qualche gol e ha soprattutto piedi buoni, da lanci lunghi, per innestare micidiali contropiedi. Deve solo rimediare a certe goffaggini pericolose nei disimpegni stretti. Contro la Germania, secondo noi il suo errore più grave non è tanto nella comicità del rigore provocato su Hoffman, l’abbraccio di un amante più che di un calciatore, ma nell’immobilità sul terzo gol tedesco, quando non interviene sul passaggio rasoterra verso Muller. Lì dentro può esserci di tutto: incapacità, paura, distrazione, tutte cose letali per un difensore. La verità è che Bastoni è un buon difensore, ma che Chiellini, Cannavaro, Nesta o Barzagli erano un’altra cosa. Che Mancini accanto a lui non va bene, perché come Bonucci ha sempre avuto bisogno di un mastino al suo fianco, così anche lui. E che dobbiamo finirla con le esagerazioni, come abbiamo fatto ad esempio con Gatti, che ha giocato una buona partita, ma che non è quel fulmine di guerra che abbiamo raccontato.

Nell’umiliazione di Moenchengladbach niente ha funzionato. E’ stata una partita in inferiorità di gioco e di determinazione, pure peggio di quella con l’Argentina. Era sbagliata la formazione, con un attacco di piccoletti innocui contro i giganti tedeschi, una mediana che non aveva solo carenza di fosforo e una difesa impresentabile. Ci ha salvato Donnarumma, se no saremmo stati sotto già nel primo tempo di quattro gol a zero. A centrocampo non si possono schierare Frattesi e Barella insieme, perché sono uno il doppione dell’altro e significa rinunciare a qualcosa, ancor di più se poi c’è pure Cristante, che è un frangiflutti. Con quella mediana, i numeri sono impietosi: 611 passaggi riusciti per la Germania, 310 per l’Italia. Dove vai così, senza costruire gioco? Mancini aveva immaginato una partita di contropiede, con tanti lottatori e incontristi, ma per farlo da vincenti bisogna avere Luisito Suarez, Rivera, Bruno Conti, Pirlo, se no chi te le innesta le ripartenze? Alla fine proviamo ad aggrapparci alla prima rete di Gnonto, il gol più giovane nella storia della Nazionale. E all’esordio di Scalvini, difensore schierato a metà campo, lui sì davvero promettente, 18 anni e una classe che non mente. Non ci resta che sperare. Anche dopo una batosta così.

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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