L'Inter e le altre a metà del guado. Le verità e le bugie della prima giornata
Nonostante alcuni risultati i nostri auspici dicono Inter, Napoli e Atalanta, magari non proprio in questa sequenza

Buona la prima, si dice così. Ma questa volta forse non è proprio vero. In genere, le tre giornate d’avvio della nostra serie A hanno ancora il respiro del calcio d’estate, quell’atmosfera di prove generali in un clima da pre-campionato, che non racconta tutta la verità sul reale stato di salute delle varie squadre. Fino alla sosta per le Nazionali, nel primo week end di settembre, con il mercato ancora aperto e la preparazione atletica da completare, le grandi protagoniste della stagione sono cantieri aperti alla ricerca del proprio centro di gravità permanente e della propria identità. Prendete il Napoli, umiliato dal Verona, reinventato come succede ogni anno da quel mago di Sogliano, capace di andare a pescare emeriti sconosciuti che costano due euro scarsi quando non te li tirano dietro e che rivende sistematicamente l’anno dopo facendosi pagare dieci volte tanto. Qualcuno può pensare davvero che quella vista alla prima sia una squadra di Conte, senza un centravanti, che sia Osimhen o Lukaku, e con la difesa che balbetta, e senza soprattutto la sua grinta feroce, la corsa, i meccanismi imparati a memoria e il suo storico 352 da battaglia, tutte quelle cose, insomma, che da sempre hanno marchiato a sangue le compagini di Antonio da Lecce? Il Napoli vero sarà un’altra roba. Arriverà Lukaku dopo David Neres, e arriverà anche se dovesse restare Osimhen, assieme a Scott McTominay, il centrocampista dei Red Devils espressamente richiesto da Conte, scozzese di poche parole e molti fatti, forte fisicamente, molto duttile, capace di giocare sia da trequartista che da mediano, abilissimo nei recuperi palla e nei contrasti, oltre che a fare gol. Una sorta di Koopmaimers per intenderci, meno bravo sotto porta ma ancora più forte nell’interdizione. Quando ci saranno tutti e Conte sarà entrato nella testa dei giocatori potremo giudicare il Napoli.
Troppo presto per le sentenze
Adesso è troppo presto. Se uno va a rileggersi la prima giornata dell’anno scorso, vede che il Milan aveva passeggiato a Bologna, la Salernitana aveva fermato la Roma all’Olimpico e la Fiorentina aveva travolto il Genoa a Marassi. Il campionato poi ha detto altre cose: la Salernitana è retrocessa, il Bologna è arrivato in Champions e il Genoa è stata una delle squadre rivelazione. Andiamoci piano con le sentenze, in un senso o nell’altro. La giornata d’esordio quest’anno sembra sia stata scritta da quell’algoritmo che ha predetto l’Inter campione davanti ad Atalanta e Juventus con il Napoli affondato a metà classifica. Ma noi continuiamo a guardare con sospetto quel vaticinio. E’ vero, l’Inter non ha vinto e ha fatto lo stesso risultato del Milan, due a due col Genoa, mentre i rossoneri l’hanno riagguantato col Torino a San Siro. Ma sono due pareggi molto diversi fra loro. Quello dell’Inter è figlio di due errori individuali e abbastanza grossolani, di Sommer e Bisseck, che hanno impedito ai nerazzurri di cogliere una meritatissima vittoria contro un avversario che a Genova darà filo da torcere a tutti. Nonostante uno stato di forma per forza di cose ancora precario, gli uomini di Inzaghi hanno offerto una prestazione di squadra più che discreta, con un Marcus Thuram in veste di trascinatore. Il 2-2 finale lascia l’amaro in bocca. Quello del Milan, invece, fa tirare un grosso respiro di sollievo ai suoi tifosi. Per 88 minuti la squadra di Fonseca, nonostante gli apprezzamenti di Marotta, è apparsa confusa come quella dell’anno scorso, con troppi calciatori fusori ruolo. Quanto tempo ci vorrà al tecnico portoghese per cambiare questi equivoci che si trascinano ormai da molto tempo?
La Dea e la Juve: è vera gloria?
Chi sorride adesso sono Atalanta e Juventus. Di fronte però non avevano il Real Madrid. Soprattutto il Como, che ha cambiato modulo rispetto all’anno scorso, è apparso quasi spaesato, davvero fragile, sperduto a metà strada fra quello che era e quello che dovrà essere, ieri una squadra arrembante che inseguiva la promozione e oggi una che cercherà di salvarsi. Nell’esaltazione generale, alcuni eccessi dovrebbero far riflettere. Mbangula ha fatto una buona partita, ma è stato subito incensato come un campione: in realtà non vale neanche la metà di Soulé e nemmeno di Illing, e in serie C l’anno scorso è stato schierato titolare solo 8 volte, il che non farebbe evidentemente di lui quel talento che stanno raccontando. La cosa buona della Juve, va detto, è che finalmente scende in campo per giocare e non per non far giocare gli altri. Da qui a dire che lotterà per lo scudetto ci sembra esagerato. Anche se la squadra è ancora da definire: manca Koopmainers e mancano due esterni titolari. Pure l‘Atalanta è nelle stesse condizioni, ma quelli che ci sono ormai conoscono a memoria il gioco di Gasp, e questo è un vantaggio non trascurabile. I nuovi si sono inseriti subito bene: doppietta di Brescianini e di Retegui.
Sorprese e conferme
E’ stata una prima giornata piena di pareggi. Molto diversi fra loro, però. Già detto di Inter e Milan, due squadre hanno colpito più delle altre. Il Torino per solidità di impianto e concretezza: ricorda molto il Genoa di Gilardino dell’anno scorso, formazione tosta, chiusa, difficile da affrontare e scardinare. Il Parma di Pecchia ha impressionato per il motivo opposto. Ha dominato la partita contro la Fiorentina (senza Nico Gonzalez e pure Gudmundsson), esprimendo idee, gioco e coraggio. Buono anche il pareggio del Cagliari, ancora alla ricerca della sua vera identità, come ha sottolineato Nicola nel post partita. Però fino alla mezz’ora del secondo tempo ha controllato abbastanza agevolmente il match, cercando anche di far male agli avversari. Con l’ingresso di Dybala, la sfida ha cambiato letteralmente volto. La Roma della Joja è proprio un’altra cosa. Ma questo è il dilemma: cosa farà Dybala, va o resta?
Lo sapremo probabilmente forse solo a fine mercato. E assieme al destino di Dybala conosceremo anche un mucchio di altre cose. Allora comincerà a diventare reale la vera serie A. Nonostante alcuni risultati della prima giornata, noi proviamo a non cambiare idea. I nostri auspici dicono Inter, Napoli e Atalanta, magari non proprio in questa sequenza. Vi sembra impossibile?