La Juve è già più bella. Il Napoli più forte. E alla Roma Allegri scalda i motori
Se vogliamo fare una previsione, la nostra griglia delle prime quattro è abbastanza definita, assolutamente in ordine sparso e non di arrivo: Juve, Inter, Milan, Napoli. Poi ci sono le varianti.

Siamo partiti, è tornata la serie A. Nessun botto, ma qualche annotazione sì. La Juve di Pirlo è già meglio di quella di Sarri. Che non vuol dire che sia più forte, ma di sicuro è più bella. Molto bene il Napoli, la vera sorpresa della giornata d’esordio, anche se ha giocato un tempo solo. Nel primo, era quello dell’anno scorso, molto prudente, ad aspettare che gli altri si scoprissero: se nessuno lo fa, sai che spettacolo, un seminario di filosofia sullo spinterogeno (e difatti, 45 minuti senza neanche un tiro in porta). Ma nel secondo, con l’ingresso di Osimhen, è diventato un’altra cosa ed è piaciuto tantissimo, molto solido e nello stesso tempo offensivo, finalmente votato alla costruzione.
Il Cagliari
Un’altra piacevole sorpresa l’ha regalata il Cagliari, raggiunto in casa del Sassuolo quasi allo scadere, perché l’anno scorso in tutta la stagione non ha mai giocato così bene, pur avendo un Nainggolan in più, che non è poco. Con Godin e il belga nel motore, potrebbe riservare qualche soddisfazione inaspettata. Poi si sa, giocare bene non vuol dire sempre vincere. Però magari può servire.
La Roma
Chi è partito sotto tono e ha giocato pure male è la Roma, assieme al Torino la grande delusione della giornata. E qui arrivano le note dolenti. E le notizie, Milik sì Milik no, Dzeko forse, ma occhio a Fonseca. Se non vince con la Juve, salta. Ma forse salta anche prima. Al suo posto è pronto e caricato Allegri, che a «Ballando con le stelle» non ha potuto smentire: «Vediamo...». Già, vediamo. A cominciare da Dzeko, perché tutte le incertezze di questi giorni forse vengono anche da questo cambio di panchina.
E’ già festa
Comunque siamo ripartiti ed è già una festa. Non è la prima della Scala, e manca ancora qualcosa. Manca l’Inter, che ha ottenuto di scendere in campo con qualche giorno di ritardo, visto che è stata l’ultima a chiudere con la finale di Europa League. E mancano soprattutto i tifosi allo stadio. Senza pubblico non è calcio, perché questo sport è della gente, vive solo se gli appartiene. Se no, è un’altra cosa, è come una partita di poker senza rilanci o senza la quarta carta. In attesa di rivedere l’Atalanta e di scoprire il resto, cominciano a delinearsi le prime impressioni.
Le prime quattro più varianti
Se vogliamo fare una previsione, la nostra griglia delle prime quattro è abbastanza definita, assolutamente in ordine sparso e non di arrivo: Juve, Inter, Milan, Napoli. Poi ci sono le varianti. E la variante principale è quella del mercato, che può cambiare ancora, molto o poco, questa ipotetica classifica. Una riguarda la Roma, appunto. Ormai l’accordo con Allegri è cosa fatta, e non crediamo che la società aspetterà tanto a chiamarlo. Il Max è assieme ad Antonio Conte il miglior allenatore italiano, conosce bene il nostro campionato, è un vincente nato ed è soprattutto un grande gestore di spogliatoi, che sa come ottenere il massimo dai suoi uomini: proprio quello che è mancato al tecnico portoghese. Se arriva lui in tempi relativamente brevi, non ci sentiamo di escludere i giallorossi dalle prime quattro.

La Roma di Verona è stata davvero inguardabile. Ma giocava senza un attaccante puro, e molto coperta, snaturando di fatto le idee del suo allenatore. Dzeko è in rottura completa con Fonseca, ed è uno dei motivi per cui vorrebbe andarsene via. Ma con Allegri in panchina la penserebbe ancora così? Per questo i tempi sono decisivi. O l’attaccante bosniaco alla Juve si fa subito o molto probabilmente salta. Piuttosto un altro dubbio sovviene. Come si concilierebbero Paratici e Allegri di nuovo insieme, dopo che il dirigente bianconero l’aveva fatto fuori di brutto un anno fa? Vabbe’ che nel calcio siamo abituati a tutto e abbiamo visto anche Marotta e Conte tornare in compagnia dopo essersi mandati a quel paese pubblicamente sui ristoranti e i soldi da pagare, ma qui, sinceramente, la vediamo un po’ più dura. L’uno esclude l’altro o Dan Friedkin fa il miracolo? Per la Roma sarebbe una accoppiata eccezionale, perché non esiste uno più bravo come direttore sportivo e uno più concreto come allenatore.

Con Paratici ci guadagnerebbero i bianconeri
Se invece alla fine Paratici restasse alla Juve, ci guadagnerebbero - e tanto - i bianconeri. Senza un euro in saccoccia, anche quest’anno ha fatto il suo colpo con McKennie dopo aver portato a casa già a gennaio un talento come Kuluseski. I tifosi juventini, che sono tipi davvero un po’ strani, anziché ringraziarlo lo stanno coprendo d’insulti. Ha commesso un solo errore: Sarri. Però la squadra - fatta tutta da lui, mattone su mattone - era così forte che ha vinto lo stesso il campionato. Che fosse stato un errore, lo si capisce bene guardando oggi questa Juventus rigenerata da Pirlo. E’ ancora fragile nella fase difensiva, e con la Sampdoria solo il caso le ha lasciato la porta imbattuta. Ma crea molto di più, il possesso palla è meno inutile, cerca maggiormente le scelte verticali e soprattutto i giocatori sembrano completamente ricostruiti, rimessi quasi a nuovo, come testimoniato ad esempio dalla splendida partita di Ramsey. Poi quelli che sanno sempre tutto dicono che questa Juve non è tanto diversa da quella di Sarri. In realtà, come ha spiegato Bonucci, «se prima facevamo pressing di reparto adesso lo facciano uomo su uomo», e quindi, non solo secondo il centrale bianconero, il recupero palla è molto più produttivo. Sarri aveva uno schema di gioco in testa e non c’è stato verso di farglielo cambiare. Pirlo ha già fatto vedere di averne più di uno nella stessa partita. Quando il tecnico fiorentino diceva che questi giocatori erano «inallenabili», non diceva una fesseria. Ma lo erano con lui. Comunque, vada come vada, dopo che se n’è andato via Marotta, togliere Paratici alla Juve sarebbe un colpo da novanta che farebbe bene alle sorti ultimamente sempre uguali della serie A. E cambierebbe le carte in tavola molto più dei play off e tutta quella roba lì. Perché il calcio lo fanno i calciatori, in stadi possibilmente pieni. E le squadre quelli che sanno sceglierli, i calciatori. Tutto il resto è noia.