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Mourinho corteggiato dal Real, ma Roma lo ama ancora? Qualcosa sta cambiando

A riguardare bene il suo curriculum c’è una coincidenza che preoccupa: le accuse pesanti sono sempre arrivate alla vigilia di un divorzio

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Mourinho (Ansa)
Mourinho (Ansa)

La luna di miele con Mourinho non è ancora finita, ma qualcosa adesso sta cambiando. La passerella finale dopo il pareggio col Torino si è trasformata in una contestazione alla squadra, con Belotti che chiedeva scusa per il rigore sbagliato. E prima non erano mancati i mugugni e i fischi. Lo Special One è nervoso, litiga con tutti gli arbitri e attacca i suoi giocatori. Dopo le bordate a Karsdorp con tanto di invito esplicito a levarsi di torno, adesso è toccato ad Abraham, anche se con toni decisamente meno violenti. «I giocatori dovrebbero fare autocritica», ha detto. Il pubblico per ora fischia solo loro. Ma dopo 17 sold out consecutivi, qualcosa s’è rotto.

Qualcosa sta cambiando

Se nelle radio romane Mou è ancora intoccabile, sui social la musica è diversa e non mancano le frecciatine e le domande polemiche: «Eliminato il problema Karsdorp, ora di chi è la colpa?»; «Anche lui è responsabile di questo spettacolo». La verità è che è cambiato il rapporto fra lo Special One e la squadra, che non è solo una questione di gioco e di schemi. Oggi sarebbe impossibile sentire Mourinho ripetere le cose che diceva neanche un anno fa: «A Roma mi sento amato, amo le persone che sono qui. Mi sento parte dell’empatia creata tra tifosi e club, me stesso e i giocatori. Sono felice. Sono orgoglioso di Abraham, e credo che sia venuto qui perché si fidava di me: lui e Smalling dimostrano ai ragazzi inglesi che c’è un mondo oltre alla Premier League e che in Italia c’è una vita che li rende anche giocatori migliori». Cos’è successo da allora? I giocatori di cui andava fiero, quelli che lui abbracciava e che lo hanno portato in trionfo a Tirana, sono gli stessi che oggi devono fare autocritica.    

Le intemperanze

Mourinho non è la prima volta che si lascia andare a queste intemperanze con i suoi ragazzi. Tornato al Chelsea nel 2013, er riuscito a riconquistare il campionato inglese, ma alla terza stagione sulla panchina dei blues i risultati cominciarono a stentare e lui cominciò a non andare più d’accordo con qualcuno nello spogliatoio, in particolare con Hazard. Lo Special One svelò di avere alcune talpe all’interno del suo ambiente, poi ruppe del tutto il rapporto con la squadra e Abramovich lo esonerò poco prima di Natale alla dodicesima sconfitta stagionale. Replica al Manchester United. In due anni rilancia i Red Devils e vince l’Europa League. Ma dopo perde la fiducia dei suoi ragazzi e di nuovo si parla di ammutinamento nello spogliatoio.

Tottenham

Risultato: finisce anche lì con qualche malumore di troppo e a porte sbattute. Al Tottenham la lite invece è con la società, ma il finale non è tanto diverso, visto che si chiude con un esonero. Difficile che tutto questo possa succedere a Roma. I tifosi lo amano ancora ciecamente. Ma per la prima volta domenica hanno fischiato sonoramente la squadra. Il fatto è che l’Olimpico è sempre pieno, ma belle partite se ne vedono poche. E la squadra di Mou oltre a divertire molto poco, non segna quasi mai. La Roma con 18 gol ha il decimo peggior attacco del campionato, dietro anche a quello del Bologna (20) e della Salernitana (19), e fra le prime dieci solo il Torino ha fatto peggio. Pellegrini, che è uno che il gol in canna ce l’ha sempre avuto, ha segnato una sola rete in questo campionato. Zaniolo lo stesso. Abraham, l’ultimo bersaglio di Mourinho, tre centri appena, come Smalling. Belotti neanche uno. Il cannoniere è Paulo Dybala, la Joja, fermo da metà ottobre, con 5 gol. Nel derby perso con la Lazio la Roma ha fatto due tiri in porta. Nella sconfitta col Napoli neanche uno. A chi gli chiede perché, Mou dice che «è un momento così». Oppure che nella partita col Torino, ha giocato con due squadre, una brutta per 70 minuti senza Dybala e l’altra bella per 20 minuti con Dybala. Che questa squadra non può fare a meno del suo estro e della sua classe. Non lo dice ma è come se l’avesse detto che per lui è l’unico che ce le ha, la classe e l’estro.

La coincidenza

Adesso le carezze sono solo per la Joja. Ma a riguardare bene il suo curriculum c’è una coincidenza che preoccupa. Le accuse pesanti come quelle a Karsdrop, additato persino come un traditore, anche se senza mai nominarlo, e le critiche ai giocatori, da Hazard a Balotelli, agli insulti poco signorili rivolti alla dottoressa Eva Carneiro del Chelsea, sono sempre arrivati alla vigilia di un divorzio. E forse sarà un caso, ma a Madrid qualcuno ha scritto che Ancelotti al termine di questa stagione avrebbe intenzione di ritirarsi, tanto tutto quello che c’era da vincere l’ha già vinto più di una volta. E Florentino Perez non avrebbe dubbi. Si sarebbe fiondato proprio su di lui, sullo Special One. 

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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