L’Inter rischia di dover recuperare 3 partite: terribile. Ma si può far saltere campionato?
Il caos generato dal coronavirus ha colpito anche il calcio. Ed è di nuovo scontro fra Juve e Inter

Non è che hanno riaperto le porte chiuse. Le hanno lasciate come stavano. Solo che è successo un pandemonio. Bisogna stare attenti alle porte, e alle correnti d’aria. Il 13 maggio, il giorno di Juventus e Inter, è francamente una data terribile per i nerazzurri, sommersi da nove impegni in nemmeno un mese (tanto per capirci la Lazio ne ha 12 in tre mesi, da qui alla fine della stagione), sempre che arrivi in fondo nella Coppa Italia e in Europa League.
Marotta: torneo falsato
Beppe Marotta in una intervista alla Gazzetta ha parlato senza mezzi di «torneo falsato». E i tifosi hanno deciso di sfilare davanti al palazzo della Lega sventolando il loro cavallo di battaglia preferito: calciopoli. Il ds della Lazio Tare ha rilasciato commenti diplomatici, molto prudenti, ma dicono che pure Lotito sia arrabbiato nero.
Tutti contro Dal Pino
Ce l’ha con il neo presidente della Lega, Paolo Dal Pino, appena eletto proprio grazie al suo sostegno, tanto che i giornali l’hanno sempre descritto come una sua creatura: e invece adesso il patron della Lazio gli ha urlato in faccia di aver fatto i comodi di Agnelli, subito, alla prima occasione, prendendo questa decisione senza nemmeno avvisarlo. Anche Marotta sostiene che è andata così. Solo che nella cronistoria che fa lui non cita mai Agnelli. Dice che giovedì la Lega aveva deciso per la partita a porte chiuse da disputare nel giorno fissato dal calendario, cioè oggi, domenica 1 marzo. Poi venerdì, il governo, attraverso il ministro Spadafora, aveva consigliato la strada del rinvio. E Dal Pino ha deciso da solo. «Abbiamo ricevuto una comunicazione e stop», si lamenta il dirigente del Biscione. «Non va bene, la cosa è molto grave. Ecco perché come Inter abbiamo chiesto e ottenuto un consiglio di Lega straordinario».
La decisione del governo
Perché sia andata così lo spiega bene Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia; il governo all’inizio sperava di non dover bloccare nulla, visti gli effetti di ritorno devastanti per il turismo del coronavirus. Ma l’impennata del contagio ha imposto in un primo momento le porte chiuse. Solo che è subentrata «la paura del danno di immagine per la partita più mediatica del campionato italiano, trasmessa ovunque in tutto il mondo. Ecco perché Spadafora ringrazia la Lega Calcio. Ma ha deciso lui». Dal canto suo, anche Dal Pino ha pensato più o meno la stessa cosa, perché sta trattando i diritti tv del triennio ‘21-’24 e l’atmosfera angosciante dello stadio vuoto non sarebbe stata la migliore delle pubblicità.
La desolazione dello stadio vuoto
Dice Marco Bellinazzo, del Sole24ore, il maggior esperto di calcio e finanza: «Mandare in onda le immagini di Juventus Inter a porte chiuse contro quelle del Clasico spagnolo a spalti gremiti sarebbe stato un danno ulteriore ben al di là del calcio. Ci siamo già fatti più male del necessario. Bene il rinvio. Però bisognava decidere prima e con più chiarezza». Si sono trovati insieme interessi comuni, nel rifiutare la sfida a porte chiuse. Chi ne ha tratto i maggiori vantaggi è senza dubbio la Juve. E per tanti motivi. La società bianconera aveva bisogno di salvaguardare l’incasso e di avere la spinta dei tifosi in una partita di fondamentale importanza, e per di più è riuscita a evitare, con quello che sembra tanto un gran colpo di fortuna, di dover disputare una gara così delicata proprio adesso, in un momento difficilissimo sul piano tecnico e psicologico per la squadra di Sarri.
Adesso cosa accadrà?
Il punto alla fine è proprio questo, che al di là della giustezza della scelta e delle considerazioni dei tifosi (tra gli interisti, per La Russa e Mentana è una vergogna, per Sandro Mazzola «è stata la scelta giusta»), sono di una evidenza lampante i vantaggi e gli svantaggi di questa vicenda. E adesso cosa accadrà? Ora, saltando a pié pari la pioggia di commenti un po’ troppo scontati dei giornalisti tifosi - brutta razza -, Stefano De Grandis a Sky osserva giustamente che «la salute viene prima di tutto, ma non si può pensare che la settimana prossima sia già tutto risolto. Rinviare le partite ha infoltito notevolmente il calendario e bisognava tenerne conto. Vertici della Lega deboli? Saranno per caso meno forti di qualcuno?». E se, appunto, la prossima domenica siamo di nuovo da capo? «Inter Sassuolo non si può giocare a porte chiuse», avvisa Marotta, «sarebbe assurdo usare uno strumento che solo una settimana prima non è stato considerato adatto per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Le porte chiuse non esistono
Le porte chiuse non esistono, stop, fine dei discorsi. Dunque, la partita si disputa a porte aperte, oppure... Se dovremo saltare altre partite, il campionato è falsato. E poi mi chiedo: perché dicono la data di Juve Inter prima di Inter Sampdoria? Il torneo è alterato nei suoi equilibri. L’Inter è danneggiata: il calendario di maggio è incredibile».
La sentenza terribile del coronavirus
Il problema esiste. Nessuno l’ha cercato, ma il coronavirus rischia di essere una sentenza terribile anche sul nostro calcio, oltre che sull’economia. Il rischio che in qualche modo salti il campionato non è da sottovalutare, visto che la quarantena ha tutta l’aria d durare almeno un mese. Di fronte a tutto questo, il ministro Vincenzo Spadafora è stato durissimo con tutti quelli che stanno protestando: «Non trovo accettabile in un momento come questo giudicare le scelte secondo una visione di parte. Come la politica, così lo sport, dai dirigenti ai tifosi, dovrebbe essere in grado di andare oltre i propri interessi. Tutti noi, in queste ore, dobbiamo scegliere la priorità e devono poter prevalere le ragioni della prudenza e della tutela della salute pubblica». Verissimo. Ma il nodo di fondo resta. Valutando la situazione terra terra, se domenica ci sarà un altro rinvio, l’Inter si troverà con tre gare da dover recuperare e non sarà possibile. Ma si può far saltare il campionato?