Pippo Inzaghi: "Esonerato dal Brescia con una mail, dopo 30 anni di calcio continuo a stupirmi"
L'amarezza di "Super Pippo" dopo la decisione del presidente Cellino: "Lascio un treno in corsa che non avrei mai voluto lasciare". Ora la battaglia legale

"Dopo 30 anni nel calcio che conta continuo ancora a stupirmi". E' l'amaro commento di Pippo Inzaghi dopo la decisione del presidente Massimo Cellino di esonerarlo dal Brescia. Mentre Eugenio Corini (tornato alla guida del Brescia per la quarta volta dopo la promozione in serie A conquistata nel 2019) dirigeva il suo primo allenamento, "Super Pippo" ha scritto un lungo post per raccontare la sua avventura sulla panchina delle "Rondinelle".
"Sono arrivato a Brescia carico di voglia di fare"
"Nove mesi fa sono arrivato a Brescia carico di voglia di fare, di ritornare in una piazza calda per costruire qualcosa di bello in due anni di progetto - ha scritto Inzaghi -. Mi era stato chiesto un consolidamento della squadra in Serie B, con un sogno play off, dal quale era nato l’impegno della società a non esonerarmi qualora la squadra fosse rimasta tra le prime otto, ad evidenziare che, se si fosse raggiunto quell’obiettivo, nulla avrebbe potuto togliermi il posto. Chi mi conosce sa che sono ambizioso, pertanto dentro di me il sogno dei play off è diventato un obiettivo di partenza perché io sono fatto così, se non rendo e non faccio rendere al mille per mille divento pazzo. E cosi è stato! Sono stati mesi di costruzione e di duro lavoro, di conquiste e di inaspettati primi posti. Tra me e la città è stato subito amore, calorosa, discreta e mai caotica mi ha accolto come una famiglia! A Brescia è nato mio figlio e qui staremo per un po'".
"Esonero comunicato con una fredda e-mail"
Il presidente Cellino si è deciso per il cambio in panchina a 7 giornate dalla fine della regular season della Serie B con la sua squadra scivolata al quinto posto dopo il pareggio di domenica scorsa in casa del Pordenone, l'ultimo in classifica e quasi retrocesso in serie C. "Assieme all’enorme rammarico per questo esonero, comunicato con una fredda e-mail senza nemmeno una telefonata - ha scritto ancora Super Pippo -, lascio un gruppo splendido che mi sono sudato, lascio un treno in corsa che non avrei mai voluto lasciare, ma lascio soprattutto un pezzo di me dentro ad ognuno dei miei giocatori che spero si ricorderanno che il calcio si basa sul rispetto, sulla professionalità, sull’appartenenza e sull’amore verso questo sport. Mi sarebbe piaciuto divertirmi ed arrivare fino in fondo a questo anno incredibile.. Ma si sa! Anche questo è il calcio, fatto di alti, di bassi e di colpi di scena. Dopo 30 anni nel calcio che conta continuo ancora a stupirmi ed io amo questo sport anche per questo. Finisce questa avventura così. Senza alcun rammarico, con grande dignità lascio il testimone a chi verrà dopo di me augurandogli ogni vittoria possibile per questa città che merita davvero tanto!".
"Anche noi sportivi siamo dei lavoratori"
Da tempo i rapporti tra il presidente del Brescia e Super Pippo erano logori. A febbraio, dopo un pareggio 0-0 a Cosenza e al culmine dell'insoddisfazione per la mancanza di gioco e di identità della squadra, Cellino aveva deciso l'esonero di Inzaghi chiamando Diego Lopez. Ma il tecnico aveva fatto valere la clausola inserita nel suo contratto: col Brescia nel perimetro dei play off non poteva essere esonerato. Allora il club aveva richiamato Inzaghi che ora ha impugnato il suo "secondo" esonero chiedendo l'immediato reintegro e diffidato sia il club che le istituzioni competenti a ratificare il suo licenziamento. "Ci tengo però a concludere con una riflessione che verrà approfondita nelle sedi competenti. Seppur privilegiati, anche noi sportivi siamo dei lavoratori, soggetti ad obblighi, doveri e diritti; sottoscriviamo contratti di lavoro come chiunque nel mondo del lavoro, che prevedono i diritti e, soprattutto, i doveri. Trovo assurdo che uno Stato come l’Italia che per l’appunto è una 'Repubblica basata sul lavoro', le alte cariche dello sport non assumano responsabilità per tutelare gli impegni contrattuali, scaricandole da una persona all’altra, ma sono sicuro che la ruota giri sempre per tutti e dopo la tempesta venga sempre la quiete. Grazie di tutto Brescia e grazie a tutti voi bresciani".