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Anche in Canada vince Verstappen. Ma questa volta la Ferrari è migliorata

Ennesimo trionfo nel segno di Ayrton Senna: a 41 vittorie come Ayrton. Leclerc e Sainz ritrovano il passo con le Ferrari

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Max Verstappen vince il Gp del Canada (Ansa)
Max Verstappen vince il Gp del Canada (Ansa)

Anche in Canada Max vince passeggiando. Spinge per qualche giro, poi, fissate le distanze, se ne va bello fresco al traguardo, senza degnarsi troppo di quello che fanno dietro. Per lui sono 7 vittorie quest’anno e 41 in F1, come Ayrton Senna, per Red Bull cento tonde tonde, con tanto di festa e alleluia. La Mercedes, in una pista poco favorevole, conferma tutti i progressi, con Lewis Hamilton al terzo posto dietro Alonso.

Ferrari in ripresa

Ma la vera notizia della giornata riguarda la Ferrari, quarto Leclerc e quinto Sainz, partendo dal decimo e dall’undicesimo posto, un risultato quasi impensabile, la migliore gara di tutta la stagione. Qualcosa finalmente si muove. Perché non è solo a prestazione dei piloti ad aprire un sorriso al team, con Sainz che ha sorpassato l’altra Red Bull di Perez dandogli pure un bel po’ di polvere scappandosene via. La notizia vera è un’altra. Per la prima volta, da quanto?, da almeno due anni, le Rosse di Maranello non hanno sofferto l’usura delle gomme. Anzi, fra i primi cinque, Carlos e Charles sono gli unici ad aver fatto una sola fermata ai box per il cambio. Ottimo.

Il divario resta

Che vuol dire questo? Che da qui in avanti possiamo sperare di rivedere la Ferrari in alto? Calma. Sarebbe meglio tenere i piedi per terra. La prestazione delle Ferrari è stata finalmente positiva, ma il divario con le rivali resta ancora netto, e quando Leclerc ha provato ad avvicinarsi prima ad Alonso e poi a Hamilton, non c’è stato niente da fare. Teniamo anche presente che questa assieme a Baku è una pista particolare che più si addice alle Rosse e che al traguardo all'appello manca Russell finito contro un muro. Non c’è mica da far troppa festa a essere la quarta forza del mondiale.
E nonostante qualche buon indizio, questo resta comunque uno dei peggiori inizi di stagione della storia ferrarista, un solo podio sul gradino più basso con Leclerc, con una serie di piazzamenti più umilianti che gloriosi nei gran premi fino a qui disputati.

L'importanza dell’aerodinamica

I giornali, le tv e i siti dedicati alla F1 si sono dilungati durante questo week end a sottolineare i miglioramenti delle monoposto di Maranello. Stessa enfasi anche al termine di questa gara. Noi invece continuiamo a pensare che la strada sia ancora lunga e tutta in salita. Il pessimismo della ragione ci induce a fare qualche ragionamento, perché il problema vero resta immutato. Il ritorno alle vetture suolo ha riportato in primo piano l’importanza dell’aerodinamica in luogo della power unit che era l’elemento più decisivo nell’era dell’ibrido, Ora, il team di Milton Keynes che sta dominando questa nuova rivoluzione, era riuscito a costruire negli anni il dipartimento aerodinamico di gran lunga più numeroso rispetto a tutti gli altri competitor, in grado di sostenere e persino trasformare le idee illuminanti di quel gran genio di Newey in progetti quasi perfetti. E’ questo abbinamento di valori che ha portato la Red Bull in testa al gruppo.

Confronti impietosi

Tanto per capirci, la seconda scuderia per numero di tecnici, è l’Aston Martin, che nonostante questo dispone di trenta ingegneri in meno rispetto al team di Milton Keynes, e che comunque è riuscita a fare il balzo in avanti più evidente di questa stagione. A Maranello, invece, sono molto indietro. Per risalire la corrente, la Ferrari dovrebbe rivedere completamente la struttura organizzativa della gestione sportiva, acquisire le conoscenze delle squadre avversarie, attraverso il reclutamento di tecnici di spessore, come hanno fatto negli anni scorsi la Red Bull e l’Aston Martin per arrivare a questi traguardi. Ma Vasseur, l’uomo dei passi avanti anche quando si va indietro, è in grado di portare a termine questa missione? Noi dobbiamo credere in lui, e siamo convinti che farà di tutto per adempiere il suo compito.

La gestione sportiva

Fino adesso, però, a Maranello è rimasta aperta la porta solo per uscire, da Mattia Binotto a Sanchez, e i dissapori che si ripetono ogni tanto con i piloti lasciano intendere una situazione complicata. Una gestione sportiva, che perde pezzi, che non ha unità di intenti, che ha una direzione tecnica confusa, e soprattutto ancorata a un modello obsoleto, può davvero cambiare la pianificazione di un progetto sportivo e rendere così efficace la vettura in pista? Il problema alla fine è che forse a Maranello non ci sono gli uomini adatti a compiere queste operazioni. E’ in termini di risorse che la Ferrari deve assolutamente cambiare marcia. Oggi come oggi nella F1 i tecnici contano quasi come i piloti. E in ogni caso ammesso che sia reale la fantomatica campagna acquisti sbandierata dal Cavallino, questo sarà per forza di cose un processo lungo che richiederà tempo. E’ per tutti questi motivi che non riusciamo a essere così ottimisti sul futuro della stagione. Sperando di sbagliare. Of course.
L’unica cosa che possiamo dire è che finalmente Vasseur non ha sbagliato a ripetere il suo refrain: «Abbiamo fatto dei passi avanti». Beh, questa volta ha ragione.

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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