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In F1 decide tutto la Federazione: Max Verstappen è campione del mondo

Il sospetto che le regole in F1 siano diventate ormai a senso unico è abbastanza diffuso. E non è di sicuro soltanto Mattia Binotto a pensarla così

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
In F1 decide tutto la Federazione: Max Verstappen è campione del mondo

Nemmeno il cielo ferma Max Verstappen. Poi se c’è bisogno di un aiutino, ci pensano i giudici: lui graziato per una manovra pericolosa nelle qualifiche, Leclerc punito di 5 secondi e retrocesso in terza posizione. Come se non bastasse, la Federazione assegna punteggio pieno, nonostante fossero stati disputati neanche la metà dei giri previsti. Risultato finale: Max campione del mondo e doppietta RedBull. Giusto così? Sta di fatto che nel diluvio di Suzuka, - con partenza a rischio, senza visibilità per la pioggia e una gru in pista -, l’olandese volante ha vinto pure il Gran Premio dimezzato. In verità non è che lo ha vinto soltanto, lo ha stravinto e dominato letteralmente, anche perché il povero Leclerc ha dovuto fare i conti con il solito problema dell’usura gomme e non ha potuto fare altro che tenere il suo passo per due, tre giri soltanto, prima di pensare a difendere il secondo posto dall’attacco di Sergio Perez, che lo aveva rimontato con una facilità impressionante.

Charles sarebbe riuscito a fare anche un capolavoro, resistendo per dieci minuti con le gomme ormai completamente lisce a una vettura nettamente superiore, se non fosse andato lungo all’ultima chicane rientrando però in pista ancora davanti. Neanche due minuti e alla velocità della luce i giudici hanno deciso: 5 secondi di penalità, secondo posto a Sergio Perez e titolo a Max. Che strano: a Singapore ci mettono tre ore per decidere di salvare la vittoria di Perez, dimezzando la sua penalità. E una settimana dopo a Suzuka non fanno neanche tempo a mettere sotto investigazione Leclerc che hanno già deciso di punirlo.

Il sospetto che le regole in F1 siano diventate ormai a senso unico è abbastanza diffuso. E non è di sicuro soltanto Mattia Binotto a pensarla così. A Suzuka hanno di nuovo cambiato il regolamento per assegnare già adesso in Giappone il titolo alla Red Bull. Come è possibile spiegare tutte queste coincidenze? «E’ tutto assurdo, ormai si rischia il ridicolo», commenta Binotto, «E anche quella di oggi è una decisione inaccettabile. Nella scorsa gara hanno impiegato un tempo infinito per decidere mentre oggi pochi secondi. Peraltro non c’era nessun vantaggio guadagnato da Charles. E’ inaccettabile questa decisione presa senza neppure ascoltare i piloti. Oggi ci hanno messo un attimo a dare la penalità a Leclerc. A Singapore tre ore con Perez, poverino, che non riusciva neanche a seguire la Safety Car. Due infrazioni identiche ma penalità diverse. Anche la partenza con la gru in pista e scarsa visibilità... Tutta una serie di eventi stanno dimostrando che la situazione non è semplice e va certamente migliorata». Il rischio grosso, gli dice Carlo Vanzini, il telecronista di Sky, è che a questo punto la F1 perda di credibilità. «Ne parleremo nelle sedi opportune», risponde asciutto Binotto. «Dobbiamo prenderne atto e capire come cambiare».  

Non sarà molto facile. In attesa della sentenza sul Budget Cap, sulla quale nessuno ormai nutre troppo fiducia, qualcuno ci dovrebbe spiegare come funziona la Federazione e quale metro di giudizio applica, visto che da un anno a questa parte non c’è decisione che prenda che non sia favorevole alla Red Bull, e se qualche volta si è trattato sicuramente di scelte giuste, in altri casi qualche dubbio sorge, a cominciare dall’ultimo gp della stagione scorsa, quando il direttore di gara, Michael Masi, cambiò addirittura le regole per favorire Verstappen. Masi è stato mandato a casa, ma non è che la musica sembra tanto cambiata. Per questo la sensazione che sul Budget Cap tutto finisca «come neve sciolta al sole» (Mattia Binotto copyrght) è molto forte. Il Team Principal della Ferrari è stato netto e chiaro nelle sue dichiarazioni, dopo il rinvio della sentenza che avrebbe dovuto essere già stata emessa una settimana fa: «Credo che questo ritardo possa tradursi in delle concessioni da parte della federazione alla Red Bull. Sono pessimista, indipendentemente da tutto. Chiediamo almeno soltanto chiarezza». Tutti gli altri da Toto Wolff alla McLaren continuano invece a chiedere punizioni esemplari. Siccome questo, ormai è evidente, non avverrà, quello che sta per annunciarsi all’orizzonte potrebbe essere l’inizio di una battaglia legale dagli esiti imprevedibili sul destino della F1.  

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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