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Max fa trenta. La Ferrari fa ridere. Solo un indomito Leclerc la tiene in piedi

Qualcosa si dev’essere rotto nel rapporto tra il ferrarista e la squadra, e questo sarebbe un guaio da non sottovalutare

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Max Verstappen vince il Gp d'Olanda (Ansa)
Max Verstappen vince il Gp d'Olanda (Ansa)

Max Verstappen trionfa a casa sua, e a dirla tutta non è una gran sorpresa. «Sono felice di essere olandese», declama alla fine di fronte alla marea arancione che gremisce gli spalti di Zandvoort. E’ una vittoria però diversa dalle altre, figlia di strategie azzeccate e un po’ di fortuna con la Safety Car al momento giusto, se no questo rischiava di essere un gran premio vinto dalla Mercedes. Ma l’ordine di arrivo del Gp di Olanda dice tante altre cose. Innanzitutto con il secondo posto di Russell certifica il sorpasso delle frecce d’argento nei confronti della Ferrari, e lo fa proprio su una pista che sulla carta era favorevole al Cavallino, una di quelle segnate col pennarello rosso alla vigilia del mondiale, come un appuntamento da non perdere. Tipo Montecarlo, tanto per intenderci. E a Monaco sappiamo com’è andata, grazie all’ineffabile Ignacio detto Inaki Rueda, il responsabile delle strategie al box.

Non basta l'indomito Leclerc

Terzo un indomito Leclerc, che afferra il podio nonostante evidenti problemi di ritmo e gestione gomme. Alla fine, nonostante il terzo posto, Charles era mogio come non lo vedevamo da tempo, quasi seccato, oltre che triste. Qualcosa si dev’essere rotto nel rapporto con la squadra, e questo sarebbe un guaio da non sottovalutare: perdere Leclerc, sarebbe per la Ferrari come se la Redbull corresse senza Verstappen. Tutta un’altra cosa. Il suo compagno, Sainz, è finito addirittura fuori dalla zona punti, oltre il decimo posto, penalizzato da un pit stop incredibile, che gli ha fatto perdere almeno 4 posti: non c’era il meccanico che doveva montare la gomma posteriore sinistra. Sembra assurdo, ma è successo. Binotto ha poi spiegato che la chiamata ai box è stata fatta in ritardo - ancora Inaki e la sua squadra? -.

Involontariamente comici

La Ferrari ormai è diventata la pubblicità di «Oggi le comiche». Di solito la star incontrastata di queste domeniche di spettacolo fuori onda è quel genio di Inaki Rueda, uno che da qualsiasi parte avrebbero già messo alla porta con tanto di sarcastici ringraziamenti, ma che invece a Maranello continuano a tenersi stretto, ed è francamente difficile spiegarsi perché. Forse penseranno che è meglio far spanciare gli altri dalle risate e allietare gli animi che lottare per vincere. A Zandvoort il buon Ignacio non è che abbia brillato come altre volte, certo che anche la chiamata in ritardo di Sainz qualche domanda la pone. Poi va detto che contro questo Max e la sua RedBull c’è molto poco da fare. Trenta vittorie in carriera per Verstappen. E secondo mondiale consecutivo ormai sigillato in bacheca. Più che meritato. Macchina migliore e pilota straordinario. Max non è più l’irruente giovanotto pronto a far sportellate con tutti. Adesso è sicuro di sè, veloce di testa, abile a sfruttare come nessuno le potenzialità della sua monoposto.

Un brutto stop

Di fronte a tanto strapotere, c’è una Ferrari che aveva cominciato la stagione sugli allori e che sembra essersi fermata, consentendo alla RedBull di scappare e alla Mercedes di raggiungerla. Anche Binotto, che torna ai microfoni di Sky dopo averlo disertato perché si era evidentemente offeso che dagli studi gli facessero delle domande, come se i giornalisti fossero lì solo per fare complimenti, anche lui ammette che qualcosa non va. «Oggi non siamo soddisfatti. Credo che ci è mancato il ritmo, ed è già da qualche gara che abbiamo questo limite. E’ la terza gara di seguito che non siamo veloci, e dobbiamo approfondire». Sainz?, gli chiedono. «Lì è stato un semplice pasticcio. Abbiamo fatto una chiamata troppo tardi, sono cose che succedono, errori che si pagano, e che dobbiamo imparare a non fare più».

Molto da imparare

Ma quante cose la Ferrari deve imparare a non fare più? Poi aggiunge che «le Mercedes stanno andando molto forte, è vero. Anche la strategia non è stata a nostro favore, ma il primo problema, lo ripeto, è quello del ritmo: lì dobbiamo intervenire a tutti i costi. Per noi è importante correggere questo finale di stagione, ritrovare la forma che avevamo fino all’Ungheria e che abbiamo perso». Dobbiamo preoccuparci per il 2023? «Sul prossimo anno non c’è da preoccuparsi. La vettura della prossima stagione sta crescendo e crescendo bene. Questi errori e questi limiti ci servono pure per quello». Se lo dice lui...

Stavolta si lamenta anche Sainz

Dal canto loro, Sainz e Leclerc non sono molto entusiasti, per usare un eufemismo. Ce l’hanno soprattutto con il passo gara e la gestione delle gomme. Questa volta anche Carlos si lamenta dei box, dopo quello che gli è successo: «Dobbiamo migliorare come squadra», sussurra con sguardo basso. Charles, invece, spiega perché non riesce a sorridere: «Dopo le ultime gare quando un po’ di cose mi hanno buttato fuori dal podio, oggi almeno è andata meglio. Ma non è una gran consolazione. Dobbiamo lavorare per tornare al top. Per me è una giornata amara: io corro solo per vincere».

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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