Verstappen campione del mondo per la quarta volta. Russell vince a Las Vegas
Max Verstappen, quinto nel Gp di Las Vegas, ha vinto il mondiale di Formula 1 2024, conquistando il suo quarto titolo consecutivo al volante della Red Bull
La lotteria di Las Vegas ha premiato il poker di Max, campione del mondo per la quarta volta di seguito, al termine di una gara stradominata dalle Mercedes. Bé, cominciano col dire che forse mai titolo fu più meritato. Ha vinto il pilota nettamente più forte, non la macchina più veloce. Il team di Milton Keynes è solo terzo nella classifica costruttori, e oggi come oggi è addirittura la quarta forza, dietro anche alla ritrovata Mercedes. Verstappen in questa stagione almeno ha messo d’accordo tutti, perché in un momento difficile per la RedBull, con il caso Horner che non finiva mai, l’addio di Newey e la vettura che cominciava a perdere colpi, lui è stato il valore aggiunto del team, che solo grazie al suo talento e alla sua grinta è riuscito a restare a galla nella parte finale della stagione.
A Maranello non si festeggia
I numeri di Max soprattutto se paragonati con quelli del compagno di squadra Perez non lasciano molto spazio a interpretazioni. Ha messo il marchio sul suo quarto mondiale in una gara in cui ha sempre dovuto arrancare dietro alle Mercedes e pure un po’ alle Ferrari. Primo Russell, secondo Hamilton. Dietro di loro, Sainz e Leclerc, davanti a Verstappen. Viste le aspettative della vigilia, a Maranello non possono proprio fare grande festa. E’ vero, la Ferrari accorcia nei costruttori, guadagnando dodici punti sulla McLaren e portandosi a meno 24, ma adesso si va in Qatar, su una pista non proprio favorevole alle Rosse. Sperando che per allora, l’ira furiosa di Leclerc verso Sainz si sia un po’ annacquata.
L’illusione Ferrari
Che la Ferrari avesse fatto qualcosa di più di un semplice pensierino sulla vittoria l’aveva fatto capire Vasseur subito dopo le qualifiche, chiuse al secondo e al quarto posto: «Non firmo per avere in gara il risultato di oggi, dobbiamo spingere per ottenere qualcosa di più. Una doppietta è un po’ ottimistica, ma siamo in una buona posizione». Tutta questa speranza aveva il conforto di alcuni riscontri avuti durante le prove della vigilia. Passo gara positivo, velocità di punta sui rettilinei superiore a quasi tutti gli altri, e una buona tenuta sul lento grazie a un’ottima trazione. L’unica incognita era la solita, quella della gestione delle gomme, un problema che le Rosse si trascinano dietro da qualche stagione senza riuscire a venirne completamente a capo. C’era poi una convinzione non espressa apertamente sulla tenuta in pista della Mercedes a sostenere l’idea di una vittoria, perché il carico aerodinamico più alto rispetto alla concorrenza di Russell e Hamilton avrebbe potuto dare qualche garanzia in meno sul passo gara. Pia illusione. Le Mercedes hanno dominato, come non capitava dai mondiali targati Lewis, una doppietta nettissima con Russell in testa dall’inizio alla fine e Hamilton autore di una rimonta strepitosa, in stile Verstappen. La Ferrari invece è andata in chiaro scuro. Bene alla fine, molto meno all’inizio, quando Leclerc ha bruciato le gomme per tenere il ritmo del capofila provando pure ad attaccarlo in un folle tentativo di sorpasso.
La lite Leclerc Sainz
Poteva andare diversamente per le Rosse? Assolutamente no. Troppo netto il dominio delle Mercedes. L’unica cosa che poteva cambiare era l’ordine d’arrivo dei due ferraristi. Al termine del Gran Premio Charles si è sfogato in maniera molto pesante e plateale contro il compagno di squadra, lamentandosi via radio con il suo ingegnere di pista, Bryan Bozzi. «Si ho fatto il mio lavoro, tutto quello che vuoi, ma per dire le cose come stanno questo mi frega per tutto il fottuto tempo. Tutto il fottuto tempo. Non è questione di essere gentili, è solo che bisognerebbe avere più rispetto. Dovrei stare zitto, lo so, ma a un certo punto è sempre la stessa cosa, e allora al diavolo!». Ancora due gare e poi Sainz se ne andrà. Una avventura che non si chiude bene. Quando a Sky gli chiedono perché si era arrabbiato così tanto, Leclerc glissa. «Sì, non ero contento, ma non andrò sul dettaglio». Perché non sei contento? «Perché? Perché ci sono delle cose che ci siamo detti e poi non contano niente. Da ora in avanti mi concentrerò solo su me stesso». Cose che capitano quando non si vince.