Max Verstappen vola via nel mondiale. Ferrari doppiata, la luce è ancora lontana
Per il pilota della RedBull potrebbe essere l'anno buono grazie anche all'aiuto che arriva dal compagno di squadra di Hamilton
Che sia la volta buona quest’anno per Max Verstappen e la RedBull è una sensazione mica piccola che si fa sempre più grande col passar del tempo. Se poi una bella mano gliela dà involontariamente pure Vallteri Bottas, il compagno di squadra di Lewis Hamilton, beh allora, diventa tutto più facile. Alla partenza del Gran Premio del Messico, ci sono le due Mercedes davanti, con il finlandese in pole position, e prima del via ci sono i giornalisti che stanno lì ad assediare Toto Wolff per chiedergli come ne approfitteranno per fare gioco di squadra, visto che questo è un circuito dove non è così semplice sorpassare.
Te lo raccomando il gioco di squadra. Pronti e via, e Bottas anziché chiudere l’olandese che sta dietro di lui, si piazza al centro della pista ostacolando la staccata all’interno di Lewis. Max si trova l’autostrada libera davanti, e lui non è proprio il tipo da starci a pensare due volte. Poi Bottas finisce nel gruppo e toccato da Ricciardo riparte dal fondo. Il Gran Premio è segnato da quel momento, cioé dall’inizio. Verstappen ha la macchina più forte e nessun ostacolo davanti. Praticamente non c’è più storia.
L’unica gara è quella che è costretto a fare Hamilton, aggrappato con le unghie e con i denti alla seconda posizione, attaccata da Sergio Perez con l’altra RedBull, sospinto dal pubblico di casa in delirio. Alla vittoria ci ha rinunciato da subito, stampando via radio la sua debolezza: «E’ troppo veloce per me...». Anche Perez lo era. Ma il vecchio leone ha tenuto duro, aggrappato a un lumicino. Prima si era anche sfogato contro Bottas: «Sembrava che dovesse correre contro di me, mi ha ostacolato». Risultato alla fine: Max vola e adesso sono 19 a i punti di vantaggio nel mondiale, con solo più 4 gare ancora da disputare.
Dietro di loro, non c’è una Ferrari, che alla vigilia riponeva un mucchio di speranze su questa pista, ma l’Alpha Tauri di Gasly, che è la sorella minore della RedBull, e qui s’è visto. La Rossa? Altro che belle speranze. Carlos Sainz sesto, doppiato da Verstappen. E Leclerc quinto, appena qualche metro davanti. In apnea tutta la gara, l’unica cosa buona è stata la partenza di Leclerc, passato dall’ottava alla quinta posizione. Poi senza infamia e senza lode, a mantenere la classifica. Problemi di gomme. Pista sporca, scarsa aderenza. Su questo tracciato era più una sfida sul fronte meccanico che su quello aerodinamico.
La Mercedes era avvantaggiata nel primo settore, dove poteva sfoggiare tutta la potenza del suo motore. Ma questo bonus svaniva tutto nel terzo settore, affrontando le ultime curve più lente. Anche nel secondo settore, comunque, la mancanza di grip ha creato qualche problema alla W12, mentre invece si sono adattate benissimo alla RedBull. Il passo gara della Ferrari era molto simile a quello della Mercedes, in difficoltà quindi nel secondo e terzo settore, senza avere per di più il motore potentissimo delle Frecce Nere. Su questa pista così sporca, inoltre, gli assi anteriori della monoposto sono stati messi a dura prova, e già nei giorni della vigilia Charles Leclerc si era lamentato perchè proprio l’anteriore sinistro si consumava troppo.
Se qualche delusione resta, ci si può passare sopra però. E’ quello che sostiene Mattia Binotto: «Se devo dare un giudizio complessivo, dico che è stata una gara utile perché guadagniamo 17 punti sulla McLaren, e adesso siamo otto punti davanti a loro nella classifica costruttori. Io speravo che questa fosse una pista dove saremmo andati meglio e l’avevo anche detto alla vigilia. Però, lo ripeto, penso che alla fine il risultato di squadra sia utile, e questo è importante. Anche la strategia non è stata sbagiata, abbiamo lavorato bene, i piloti sono stati collaborativi, guardiamo il bicchiere mezzo pieno».
A onor del vero, Charles çeclerc non è sembrato così d’accordo: «Io sono uno che cerca sempre di guardare il lato positivo delle cose. Pggi è impossibile». Meglio fare come si fa da due anni dalle parti di Maranello. Pensare al domani. Che poi sarebbe la prossima stagione, con la Ferrari tutta nuova. Le strategie, la capacità di gestire le gomme, sono tutte cose, dice Binotto, dove abbiamo fatto grandi progressi quest’anno: «Quello che dobbiamo migliorare è di sicuro la vettura». E a che punto è la Ferrari? La risposta è sempre la stessa: «Stiamo lavorando».