La pazza girandola di Baku: vince Perez, botto a 300 all'ora per Verstappen e l'errore di Hamilton
La cosa clamorosa è che dopo un Gp di Azerbaigian pieno di colpi di scene, la classifica resta uguale a due settimane fa. Leclerc quarto ma occhio a Vettel

Il Gran Premio più folle della stagione ci ha regalato pure il clamoroso errore di Lewis Hamilton, da primo a ultimo in un batter d’occhio, andato dritto alla curva dopo aver superato Perez e conquistato la testa della corsa. Non c’è stata neanche una lacrima dal cielo, perchè di solito tutti questi colpi di scena arrivano fra i tuoni e i fulmini e la pioggia che rivoluziona tutto. Invece c’era il sole. E la classifica del mondiale è uguale a quella di due settimane fa, dopo Montecarlo. Primo Verstappen, secondo Hamilton, a 4 punti di differenza, proprio come allora, 105 a 101. Tanto rumore per nulla.
La rinascita di Vettel
E rumori ne hanno fatti un mucchio sulle curve strette e i rettifili di Baku, le macchine e i piloti, in questi due giorni di fuoco: dalla meravigliosa pole position di Charles Leclerc, uno che sul giro secco è un fuoriclasse che può temere solo Lewis Hamilton, il campionissimo, alla miracolosa rinascita di Sebastian Vettel, classe ed esperienza da vendere, secondo dietro Perez con la sua Aston Martin, concentratissimo a sfruttare chirurgicamente tutte le occasioni e centrare i sorpassi giusti, fino al botto di Verstappen che stava dominando in assoluta tranquillità la corsa, la ripartenza dalla griglia con due giri sprint (cosa mai vista in tanti anni di F1) e l’incredibile errore di Hamilton. Già nell’ordine di arrivo sono racchiuse molte delle sorprese di questo Gran Premio: ha vinto Perez, cioé la seconda guida Red Bull, davanti a Vettel e Gasly, su Apha Tauri. Quarto Leclerc, che è un buon risultato, a dispetto delle illusioni, perchè nella lunghezza del Gran Premio si sperde il capolavoro di una qualifica e il passo gara della Rossa è sempre stato inferiore rispetto a tutte le prime della classe.
Però c’eravamo tanto illusi lo stesso, anche se la logica diceva di non farlo. E’ che Leclerc è uno capace di tutto, anche di andare a sbattere dopo una pole position, è vero, ma pure di tirare fuori l’asso dalla manica quando non te l’aspetti, come aveva fatto in queste qualifiche dicendo che credeva di aver fatto un giro di schifo e invece era stato il più veloce di tutti. E poi c’è la Ferrari che in questa lunga vigilia di Baku era sembrata in grado di stupire persino i più scettici, compresi i suoi tecnici e Mattia Binotto in testa, che aveva candidamente ammesso che non se l’aspettava una prestazione così. La gara ci ha riportato alla realtà, e in un Gran Premio i miracoli non si possono fare se non vai più veloce degli altri. E se qualcuno ci è arrivato vicino, a correre più forte di quello che avrebbe potuto, non è stato Leclerc, ma il suo ex compagno di squadra, il rivale di casa accompagnato alla porta, Sebastian Vettel con la sua Aston Martin che l’ha superato in volata dopo la prima ripartenza dalla Safety Car, provando pure a mordere la coda di Hamilton e riuscendo comunque a centrare il podio più inaspettato della sua carriera.
Verstappen sempre più forte, nonostante il botto in pista
Alla fine, questo folle Gran Premio dell’Azerbaigian, nonostante tutte le sue sorprese, ha detto comunque alcune cose che certificano il corso della stagione. La prima è che quest’anno la Red Bull di Verstappen sembra aver superato e imterrotto il dominio di Mercedes, nonostante il botto a 300 all'ora a due giri dal termine che lo ha messo fuori gara. Non è solo questione di circuiti favorevoli, e sulle piste cittadine le difficoltà delle Frecce Nere sono sembrate evidenti. È una sensazione che viene dall’insieme di tutti i gran premi disputati fino adesso. La sfida del mondiale pare sin dall’inizio aver messo di fronte il pilota più forte contro la macchina migliore, di poco, quasi di un nulla, ma pur sempre migliore: Hamilton contro la Red Bull di Verstappen. Ma ogni domenica che passa, lo sfrontato Verstappen è diventato ancora più deciso, quasi prepotente, e la Mercedes, che ha dirottato tutto i suoi sforzi sul 2022, non dà grandi segni di progressi. Si potrebbe fare lo stesso discorso per la Ferrari, se non fosse che nonostante tutti i limiti imposti dal regolamento, e il suo obbligato realismo, Maranello è riuscita lo stesso a correggere molti difetti della disastrosa SF1000 da cui discende. Certo, adesso arriveranno piste più veloci che la metteranno in difficoltà. Ma la sensazione è che questa volta si può ragionevolmente nutrire anche qualche piccola speranza. In fondo è quel che ha confessato Charles Leclerc al termine di questo folle Gran Premio: «A me piace guardare la cosa globale e quando guardiamo questo, ci accorgiamo che abbiamo fatto passi in avanti. C’è tanto di positivo da questo week end. Non posso essere felice perchè siamo qua per vincere. Ma continuiamo a crescere, e le vittorie prima o poi arriveranno»