Barcellona ha sorriso alla Ferrari: c’è qualcosa di più del quarto posto di Leclerc
Scontata la vittoria di Hamilton ma per la Rossa arrivano buone notizia dalla Catalogna. Confermati i progressi fatti a Maranello

Chi vince a Barcellona, di solito vince il mondiale. Oddio, riferito a Lewis Hamilton, che vince quasi dappertutto, il discorso è relativo. Però Barcellona è importante perché racconta molte cose su quello che potrebbe succedere quest’anno. E allora, se per il titolo ha mostrato che le Mercedes sono senza ombra di dubbio più veloci della Red Bull, e che Verstappen può fare tutti i miracoli e gli azzardi che vuole, ma poi Hamilton viene da dietro come una scheggia e non ce n’è per nessuno, dietro di loro, dietro le due regine, arrivano finalmente buone notizie per Maranello.
C’è di più del quarto posto di Leclerc
E non è solo per l’ottimo quarto posto di Leclerc, e neppure per la sua superba e inattesa gara che l’ha visto addirittura sul podio fino a quattro giri dalla fine. Questa volta c’è qualcosa di più. Ci sono i dati, i numeri, c’è il senso di una prestazione che non è apparsa solo difensiva. Nell’ultimo settore, la Ferrari di Leclerc ha fatto quasi gli stessi tempi di Verstappen. E questo la dice lunga sui progressi fatti a Maranello. Certo, manca ancora di velocità sui rettilinei, come ha sottolineato Carlos Sainz, ed è perciò in difficoltà quando deve fare i sorpassi. Ma se si pensa da dove era partita la Rossa, dal fatto che questa monoposto è comunque una evoluzione della penosa SF1000, questi risultati sono di sicuro benauguranti, oltre le aspettative. E ha ragione Mattia Binotto a rivendicare il merito di tutta la squadra, e quindi dei tecnici e dei meccanici, del box nella sua completezza, non solo dei piloti.
Il pilota della Ferrari vale Hamilton e Verstappen
Poi però va detto che Charles Leclerc ha dimostrato ancora una volta di essere uno che vale di sicuro Hamilton e Verstappen, con una gara quasi perfetta, molto aggressiva sin dalla partenza, quando è riuscito a superare Bottas con un magnifico sorpasso in curva, e poi tenendolo dietro fino al 57mo giro, scavallando fra un pit stop e l’altro, riuscendo alla fine a stare davanti alla RedBull di Perez, che ha una macchina indubbiamente superiore alla sua. «Abbiamo fatto veramente una bella gara», ha commentato il francesino, «soprattutto sulla gestione della gomma, io ci sto lavorando tanto su questo. Non dobbiamo fermarci, dobbiamo continuare a lavorarci, ma credo che la strada sia quella giusta». Che è il riassunto della situazione. Va bene. Per andare benissimo non bisogna fermarsi.
Barcellona fornisce sempre indicazioni attendibili
Tutte queste note positive sono dovute al fatto che Montmelò è da sempre la pista che fornisce le indicazioni più attendibili sul prosieguo della stagione, e non è un caso che qui abbia vinto ininterrottamente dal 2013 Lewis Hamilton, il dominatore assoluto della F1. Barcellona ci dice in pratica come potrebbe andare il mondiale. Questa volta la vigilia si è consumata sulle notizie in arrivo da casa RedBull, dove Christian Horner ha avviato un gigantesca campagna acquisti dalla Mercedes. Dopo Ben Hodgkinson, tecnico motorista di altissimo livello con una lunga e fedele militanza a Stoccarda, altri cinque ingegneri sono approdati alla scuderia di Milton Keynes. Steve Blewett sarà il nuovo direttore di produzione della power unit, Omid Mostaghimi il responsabile dell’elettronica, Pip Cole il nuovo capo della progettazione meccanica. A loro si sono aggiunti anche Anton Majo e Steve Brodke. Stando alle dichiarazioni abbastanza cavalleresche di Toto Wolff («è una cosa normale»), il mercato della Red Bull non sarebbe finito qui, perché, come ha ripetuto il direttore esecutivo delle Frecce Nere, «hanno contattato almeno cento dei nostri e alla fine credo che saranno in 15 a passare da loro». Christian Horner ha spiegato che «il successo si raggiunge solo portando i talenti migliori e più brillanti, e fornendo loro gli strumenti e l’ambiente giusto per lavorare. Con loro avremo la piattaforma tecnica motoristica più forte possibile per il futuro». Horner ha sicuramente ragione: è prendendo i migliori che diventi il più forte e puoi vincere.
La strada diversa della Ferrari
La Ferrari, come sappiamo, ha scelto una strada diversa. E onestamente un po’ di timore ce l’abbiamo, perché non ci conforta molto sapere che praticamente gli stessi uomini che hanno realizzato quella carriola della SF1000, la Duna della Formula Uno, sono quelli che metteranno in pista la monoposto della rivoluzione, quella del prossimo anno. C’è da dire che per fortuna il budget a disposizione è molto diverso, e quindi sono pure differenti le condizioni di lavoro. Nel primo anno della pandemia, il 2020, soldi non ce n’erano e il regolamento limitava pure gli interventi di correzione. Per il 2022 non solo ci saranno più disponibilità, ma, come ha annunciato Laurent Mekies, già adesso si pensa alla prossima stagione, e «se vogliamo rappresentare con un numero la percentuale di energia dedicata al 2022 siamo al 90 o 95 per cento». Quindi tocchiamo ferro e speriamo bene.