Liti, soldi e incidenti: cosa si nasconde dietro il divorzio tra la Ferrari e Vettel
Secondo indiscrezioni lo spagnolo sarebbe stato preferito a Ricciardo, pilota australiano più esperto che nel frattempo è stato ingaggiato dalla McLaren, perché ritenuto più adatto al ruolo di seconda guida accanto a Charles Leclerc
Adesso che Carlos Sainz è anche ufficialmente il nuovo pilota della Ferrari, un cambio di guardia così rapido può lasciar presupporre che il divorzio tra Sebastian Vettel e la scuderia di Maranello fosse in realtà già quasi apparecchiato da un po’ di tempo. Che non è una sensazione del tutto fuori luogo.
L'annuncio di Mattia Binotto
Certo, gli ultimi avvenimenti hanno senza dubbio accelerato la separazione, al punto che non c’è stato nemmeno spazio per quelle voci di corrodoio e le mezze verità che di solito anticipano una notizia. Come aveva annunciato il team principal Mattia Binotto, a maggio, dopo 5 o 6 Gran Premi, avrebbero dovuto incontrarsi per fare un bilancio e discutere un accordo: «e allora vi faremo sapere quali sono i progetti del nostro futuro». Solo che maggio non ha fatto neanche tempo a cominciare che Seb e la Rossa si erano già detti addio.
Innamorato del Cavallino
L’incontro in effetti c’è stato, giusto per presentare una proposta e la sua controfferta, come succede agli inizi di qualsiasi trattativa. Ma si è chiuso subito lì. La Ferrari ha prospettato il rinnovo per un’altra stagione a cifre molto più basse di quelle che Sergio Marchionne aveva elargito a questo «tedesco con l’animo di un meridionale», come lo aveva definito senza riuscire a nascondere una sorta di affetto particolare che nutriva per un pilota forse troppo esuberante, ma molto più appassionato e innamorato del Cavallino di quanto non lo fosse stato Michael Schumacher, il simbolo trionfante dell’era Montezemolo. Nel 2017 l’ex presidente gli aveva concesso un contratto di tre anni per una cifra complessiva, sia pure mai ufficializzata, di cento milioni.
La crisi economica Covid-19
Ora quei tempi sono lontani e la gravissima crisi economica avviata dall’incubo pandemico del coronavirus non permette più certi esborsi. Maranello gli ha annunciato il rinnovo di un solo anno, quindi fino al 2021, con emolumenti che non avrebbero superato quelli percepiti da Charles Leclerc, il barone rampante della F1, il giovane compagno di scuderia che non ha mai mostrato troppi riguardi per il quattro volte campione del mondo facendosi largo a colpi di pedale e sgommate con la sua bella faccia tosta e tutta l’impertinente esuberanza dell’età. Vettel ha rilanciato chiedendo due stagioni e più soldi, un po’ perché si fa così quando ci si siede al tavolo di una trattativa, che uno fa la proposta e l’altro la sua controfferta, e poi perchè non gli andava molto giù di essere pareggiato al livello di quel ragazzino sfacciato con la sua erre moscia che in Brasile l’aveva pure fatto finire sull’erba al posto di rallentare. Avrebbe dovuto essere l’inizio della contrattazione, ma dicono che John Elkann abbia fatto stoppare subito tutto appena visto il rilancio.
I soldi c’entrano poco
Discorso chiuso prima ancora di cominciare. È evidente che i soldi c’entrano poco e sono stati tutt’al più un pretesto. Per questo non mente Sebastian Vettel quando nega che alla base della rottura ci siano motivi economici e dice che si è trattato soprattutto di divergenze di vedute: «In questo sport per riuscire a ottenere il massimo bisogna essere in perfetta sintonia e io e la squadra abbiamo realizzato che non esiste più una volontà comune di proseguire insieme oltre la fine di questo campionato».
Decisione presa da tempo
In realtà si è trattato di una decisione presa da tempo, da questo autunno, più o meno attorno proprio al famoso Gran Premio del Brasile, quando i due piloti della Rossa si buttarono clamorosamente fuori pista, ma anche prima, forse, nei giorni in cui cominciavano a girare le voci di una telefonata da Maranello in direzione Lewis Hamilton. Quella chiamata non solo non fu mai smentita da nessuno, ma lo stesso Toto Wolff - quel gran marpione di Toto Wolff - aveva aperto a questa possibilità.
L’arrivo di Carlos Sainz
A veder quel che è successo oggi, con l’arrivo di Carlos Sainz, un tranquillo pilota di 25 anni che in 102 gran premi è riuscito al massimo ad arrivare terzo e una sola volta, senz’altro il più scarso della promettente nidiata di giovani rampanti, pare poco credibile che la Ferrari volesse puntare davvero al campionissimo inglese, tanto s’è rivelata abissale la differenza di scelta. Solo che negli stessi giorni ci fu un altro contatto, di cui nessun giornale aveva parlato, quello di Sebastian Vettel con Toto Wolff, per sapere se ci sarebbe stato posto per lui alla Mercedes alla scadenza del suo contratto con la scuderia di Maranello.
Le Frecce d’argento
Il direttore esecutivo delle Frecce d’argento non solo non aveva chiuso le porte in faccia al quattro volte campione del mondo, ma gli aveva pure aperto uno spiraglio, perché l’idea di portare un tedesco sulla Mercedes poteva essere allettante. In quest’ottica, forse, le voci di Hamilton e della Ferrari acquisterebbero un senso diverso, magari uno scambio o solo una ripicca. Solo che Lewis ha fermato tutto sul nascere. Lui per ora sta troppo bene a Stoccarda. E a nessuno è mai saltato per la testa di potersi sbarazzare di lui.
Vettel pronto a mollare
Per questo, Vettel ha fatto capire che potrebbe dedicarsi alla sua famiglia se non riceverà una offerta che vale la pena di prendere in considerazione. Ma la Mercedes avrebbe davvero intenzione di mettere insieme lui e Lewis sulla stessa vettura? Anche se è difficile immaginarlo, non è una ipotesi impossibile. In un modo o nell’altro i tifosi della Rossa lo rimpiangeranno. Dei piloti degli ultimi decenni solo Alesi era stato un ferrarista come lui, che ci ha giocato anche il cuore su quella macchina. Certo, ha commesso qualche errore di troppo, ha vinto 14 Gran Premi e sfiorato due mondiali, uno dei quali perso in malo modo anche per colpa sua. Ha patito terribilmente l’avvento di Leclerc, un astro nascente battezzato ancora prima di venire al mondo. Ma alla fine è riuscito a rimanere dentro ai suoi tifosi. Poteva andar meglio. Peccato.