Il sogno italiano si avvera con la doppietta Ferrari: in Baharain vince Leclerc davanti a Carlos Sainz
Ha vinto il predestinato, Charles Leclerc, dopo 903 giorni da Singapore, e dopo due anni di umiliazioni e dolorose sconfitte a guardare gli altri dal banco degli asini
E’ tornata la Ferrari. E ancora quasi facciamo fatica a crederci, perché non è solo tornata, ma l’ha fatto come ai tempi belli, quando faceva la storia e anche se perdeva lottava per vincere. Ce l’eravamo dimenticati che era così. Doppietta Ferrari nel deserto del Baharain, a alzi la mano chi se l’aspettava. Come ha detto Carlos Sainz «neanche nel sogno più bello ce lo potevamo immaginare». Se la vittoria è mai stata in discussione, il secondo posto è arrivato perché le due Red Bull sono state costrette al ritiro a pochi giri dal termine («Siamo stati fortunati, è vero, ma la fortuna uno se la cerca», ha commentato Mattia Binotto). Ha vinto il predestinato, Charles Leclerc, dopo 903 giorni da Singapore, e dopo due anni di umiliazioni e dolorose sconfitte a guardare gli altri dal banco degli asini.
Leclerc non ha sbagliando niente
Il principino ha trionfato con una gara superba, non sbagliando mai niente, sfruttando al massimo la potenzialità della macchina, bravissimo sin dalla partenza, quando ha tenuto la posizione alla curva uno sull’attacco di Verstappen. Da lì in avanti ha comandato la gara come un martello, raggranellando qualche decimo a ogni giro, fino al quattordicesimo, nel momento in cui è cominciata la girandola dei pit stop di quelli che comandavano la corsa. Prima Verstappen e poi Leclerc, che ai rientri in pista hanno dato vita a una battaglia incredibile: per tre volte l’olandese ha sorpassato la Ferrari in curva uno e per tre volte ha subito l’immediato controsorpasso del pilota della rossa.
Vittoria nonostante piccoli guai
Il monegasco ha sempre difeso e riattaccato in maniera stupenda. E dopo ha ripreso a martellare. Ormai aveva la gara in mano, quando al quarantacinquesimo giro la safety car ha rischiato di cambiare tutte le carte in tavola: «Appena l’ho vista ho pensato, miodio no, questo no», ha confessato Leclerc alla fine della gara. «Ma poi è andata bene, sono riuscito a ripartire alla grande». Alla ripresa della corsa tutto è tornato come prima. Quasi tutto, a onor del vero, perché le due Red Bull, prima Verstappen e poi Perez, hanno ceduto all’improvviso e sono state costrette a tornare ai box per fermarsi. Christian Horner, il team manager degli austriaci, ha spiegato che «si è trattato probabilmente di un problema al sistema del carburante, forse il collettore. Ma durante la gara avevamo avuto pure piccoli altri guai, ai freni e anche allo sterzo». In coda a Sainz ci ha guadagnato Lewis Hamilton, mai in corsa per le prime posizioni, che alla fine ha strappato una sorprendente terza posizione. Questo week end ha dimostrato che la Mercedes qualche difficoltà ce l’ha, anche se il pluricampione è sicuro che li risolveranno: «Non so quanto tempo ci vorrà, ma ne verremo a capo». Però fa un certo effetto vedere gli altri dannarsi l’anima a capo chino, come capitava sempre e solo a quelli della Ferrari.
Via qualche sassolino della scarpa
Questa volta, almeno questa volta, siamo noi a guardare gli altri dall’alto, e Mattia Binotto alla fine può levarsi anche qualche sassolino della scarpa, molto garbatamente come fa lui, rivendicando il merito di aver creduto alla sua squadra di tedcnici e ingegneri che tutti volevano rivoluzionare: «E’ un bellissimo risultato che premia il nostro lavoro. Personalmente non ho mai dubitato della squadra, anche se qualcuno l’ha fatto. Ci siamo tenuti stretti, e abbiamo avuto ragione. Sapevamo di avere due buone vetture e di avere Max in mezzo. E’ andata bene. Ma ci siamo allenati tantissimo per questo risultato, e l’abbiamo fatto tutti, senza trascurare nessun particolare: per farvi un esempio, prima di Natale avevamo già provato cento pit stop. E oggi Charles è statto l’esempio più bello della nostra voglia di lottare. Siamo diversi dagli altri, siamo qui da sempre, siamo unici, siamo la storia di questo sport e c’è un intero Paese dietro di noi, c’è l’Italia. Per tutto questo siamo fieri di aver fatto un prodotto che tiene alto il nome di tutti, non solo quello nostro».
La macchina c’è
Adesso però di nuovo piedi per terra. Ci rivediamo fra una settimana, a Jeddah, su una pista molto diversa da questa del Bahrain, con meno curve e più rettilinei. La Ferrari, grazie alla sua ottima aerodinamica, fa la differenza nelle curve strette, e quindi potrebbe pagare qualcosa. Molto probabilmente dovrà difendersi più che attaccare. Non sarà la stessa musica, ma quando c’è la macchina non si parte mai da perdenti. E questa volta la macchina c’è.