Parte la nuova stagione di F1: Mercedes favorita e Red Bull impeccabile. La Ferrari? Non si capisce
La scuderia tedesca dietro la polemica sulla power unit della Rossa che nei test non ha impressionato nessuno. Ma sarà un Mondiale con vista sul 2021
A guardarla, prima del via ufficiale sul circuito di Melbourne, la Formula 1 riparte da dove era finita l’anno scorso, aspettando la rivoluzione del 2021, con la Mercedes nettamente davanti a tutti, la Red Bull che insegue e la Ferrari che non si capisce bene come sia messa, se peggio della stagione passata o invece no e si stia solo nascondendo.
La polemica della power unit della Ferrari
Anche la grande polemica che in questi giorni infiamma il circo dei motori è ripartita esattamente da dove si era fermata il primo dicembre, fra le curve di Yas Marina nel deserto di Abu Dhabi, con la power unit della Rossa nel mirino degli avversari. Sette squadre, ma sarebbe giusto dire Mercedes e a Red Bull più cinque, hanno scritto una lettera di protesta accusando la Fia di aver promesso una inchiesta dopo l’ultimo Gran Premio del 2019 e di aver invece fatto un accordo segreto con Maranello che avrebbe messo tutto a tacere, seppellendo le irregolarità del Cavallino. Jean Todt ha risposto che ogni decisione è stata presa nel pieno rispetto delle regole, dopo aver consultato tecnici, uomini di finanza, esperti e avvocati, interni e esterni alla Fia.
La Mercedes si nasconde
Naturalmente qualsiasi spiegazione non basta alla Mercedes, che è la vera anima di questo attacco strumentale che dietro a vacui concetti di giustizialismo sportivo mira esclusivamente, nel voler rendere pubblico l’accordo, a conoscere tutti i segreti del motore Ferrari. Non si vede proprio un’altra ragione che spieghi questa ossessiva insistenza. A dire il vero, vista come si è mostrata la SF1000 con le ultime, deludenti prove di Montmelò, non si capisce bene il reale motivo di tanto accanimento, se non con la sensazione che a Stoccarda siano convinti che a Maranello abbiano deciso di fare come loro l’anno scorso, nascondendosi così bene da arrivare a Melbourne nettamente sfavoriti, con una macchina che avrebbe dovuto accontentarsi solo di qualche piazzamento, in attesa di tempi migliori, come continuava a ripetere Toto Wolff: «Perdiamo mezzo secondo a giro dai più forti». Ed erano stati talmente bravi a fingere che la Ferrari ci aveva messo un bel po’ a capire che la stagione era già finita alla prima curva e che sarebbe stato meglio a quel punto dirottare tutte le energie sulla successiva.
Rossa senza squilli di fanfara nei test
Purtroppo, oggi è opportuno che ce ne rendiamo conto subito: per il Cavallino le cose non stanno proprio così. Un anno fa la Ferrari sbarcò a Melbourne con il vento in poppa e la forza certificata da alcuni test di altissimo livello, che però non tenevano conto della tenuta di gara: con il prosieguo della stagione ci siamo accorti in fretta che la SF90 andava bene solo in prova. Era una macchina da vigilia. Questa volta tutto sembra ribaltato. La scuderia di Maranello ha concluso sei giorni di test sul tracciato di Montmelò senza squilli di fanfara, con pochi tempi di rilievo e la forte sensazione che la nuova monoposto dovrebbe essere più solida di quella che l’ha preceduta, ma meno veloce. La SF1000 ha segnato un netto cambio di passo rispetto alla sua sorella maggiore: sicuramente ha aumentato in maniera notevole il suo carico aerodinamico verticale, risultando molto più performante in curva della scorsa stagione. Quello che manca, però, e parecchio, è la velocità in rettilineo. La speranza è che non si sia voluto spremere al massimo la vettura. La certezza è che la macchina ha bisogno di tempo per trovare il suo massimo potenziale. Con le prime prove di Albert Park si comincerà a capire come stanno realmente le cose. Sempre aspettando la conferma della gara, beninteso, perchè era lì che l’anno scorso la Ferrari si rimangiava tutte le promesse.
La Red Bull è apparsa impeccabile
Ora come ora, le cose stanno così, che la Red Bull è apparsa impeccabile sia sul giro secco sia sul passo gara, e la Mercedes ancora più forte, semplicemente spaventosa. Ai tifosi della Rossa non resta che sperare su una sua presunta fragilità a livello di motore (qualche piccolo segnale c’è stato, ma, conoscendo i tedeschi, non mi illuderei troppo dalle parti di Maranello). La Ferrari oggi è sicuramente dietro di loro, portandosi appresso anche mille domande senza risposta. I pronostici lasciano sempre il tempo che trovano, ma se dovessimo per forza puntare un euro diremmo che il Mondiale 2020 potrebbe essere l’anno del settimo titolo per Lewis Hamilton, con il pilota inglese che eguaglierebbe così il record i Michael Schumacher. Hamilton forse non è il più forte pilota in gara - occhio a Leclerc e soprattutto a Verstappen - ma il suo intero pacchetto, comprensivo della macchina, è di gran lunga ancora il migliore. Come testimonia pure, a leggerla bene, la insistente e dura polemica sulla power unit Ferrari della Mercedes. I tedeschi oggi sono di gran lunga i padroni della Formula 1, sportivamente, tecnicamente e politicamente, e come tutti i veri padroni non lasciano indietro nessuna battaglia, non sottovalutano mai niente. Conoscere i segreti dei motori di Maranello sarebbe un vantaggio enorme anche in vista della rivoluzione del prossimo anno.
Un Mondiale con vista sul 2021
Perché è indubbio che questo è un Mondiale con vista sul 2021, e non solo per le nuove regole che cambieranno le monoposto. La rivoluzione coinvolgerà anche i piloti, e magari pure le gerarchie. In casa Ferrari, Sebastian Vettel è al momento sul filo del rasoio e non è chiaro a nessuno se il prossimo anno vestirà ancora i colori del Cavallino. Secondo Mattia Binotto, il tedesco resta la prima guida, aspettando di vedere il suo impatto in pista con la SF1000 almeno negli inizi di questa lunghissima stagione, con 22 Gran Premi, la novità del Vietnam e il ritorno della F1 in Olanda. Se lui non rinnoverà, chi prenderà il suo posto? Alla Rossa sono stati accostati tanti nomi e contatti molto seri con Lewis Hamilton ci sono stati. Fino a qualche mese fa era senz’altro l’ipotesi più accreditata. Ma negli ultimi tempi le cose sono cambiate, perché a Maranello avrebbero sciolto gli ultimi dubbi e deciso di puntare tutto su Charles Leclerc, il predestinato. A quel punto il ruolo di Lewis Hamilton sarebbe incompatibile all’interno di un team che ha deciso di focalizzarsi tutto sull’ascesa del giovane pilota di Montecarlo. Meglio puntare su una seconda guida che sia brava, ma che non faccia troppa ombra e non contribuisca a creare un clima di eccessiva competitività ai box e in gara. Due nomi nel mirino: Carlos Sainz e Antonio Giovinazzo. Ma il pilota pugliese ha avuto un inizio di stagione, l’anno scorso, abbastanza incerto alle spalle di Kimi Raikkonen sull’Alfa Romeo. E’ vero che si è riscattato con un buon finale. Solo che qualche dubbio resta, e questa stagione sarà decisiva per scioglierli tutti, in un senso o nell’altro. Ma è sempre così quando si comincia. Ci sono più dubbi che certezze. Adesso siamo tutti pronti. Si parte!