Binotto e quel primo gesto di "Schumi" in Ferrari: ecco cosa fece il "Kaiser"
L'ex team principal della scuderia di Maranello ha ricordato un aneddoto sul primo test col campione tedesco: "Ci indicò l'orologio, per lui eravamo in ritardo"


E' il 1995 e la Ferrari si prepara a fare i test in Portogallo. Sul circuito dell’Estoril si presenta il nuovo pilota Michael Schumacher, due volte campione del mondo di Formula Uno con la Benetton (nelle stagioni 1994 e 1995), e il team della Rossa con un giovane Mattia Binotto.
Binotto: "Io ero un neolaureato e lui un campione del mondo
"Ero un neolaureato e lui un campione del mondo con la Benetton appena passato con la Ferrari. Nel suo primissimo test con noi, era in tuta completamente bianca, senza sponsor, perché ancora non era l’inizio della stagione successiva. Fece un solo giorno a Fiorano per abituarsi alla macchina, allora avevamo ancora l’ultimo nostro 12 cilindri. Poi ci siamo trasferiti all’Estoril per il primo test vero", ha raccontato l'ex team principal della scuderia di Maranello in un incontro della scorsa settimana al Panathlon Club di Parma.
"Ci indicò l'orologio, secondo lui eravamo in ritardo"
E in quell'incontro all’Estoril, Schumacher fece capire ai suoi nuovi compagni di scuderia che cosa avrebbe preteso. "Alle 9 c’era il semaforo verde e cercavamo di capire come migliorare lo sviluppo della macchina - ha detto Binotto -. Di solito il pilota arrivava alle 8:50, giusto il tempo di mettersi la tuta, il casco e salire così in macchina. Noi arrivammo in pista alle 8.30... E Michael era già lì, seduto sulle scalette del motorhome che ci faceva il segno dell’ora. Ci diceva che alle 8 bisognava fare tutte le mattine il meeting, per parlare del programma e decidere cosa fare, per poi avere alle 9 la massima efficienza". Il team Ferrari rimase sorpreso perché, precisa Binotto, "con Alesi e Berger eravamo abituati diversamente".