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A Suzuka torna Verstappen, torna la Red Bull. Torna indietro la Ferrari

La Red Bull si aggiudica il Mondiale costruttori. Leclerc è quarto, Carlos Sainz sesto. E continua la crescita come seconda forza della stagione della McLaren

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Max Verstappen (Ansa)
Max Verstappen (Ansa)

Tutto come prima. Ritorna il dominio incontrastato di Max e della Red Bull, continua la crescita come seconda forza della stagione della McLaren. Tutto come prima anche per la Ferrari, che arranca dietro a buona distanza duellando con la Mercedes. Il sogno di Singapore è già finito, Carlos Sainz è sesto in coda a Lewis Hamilton e Leclerc è quarto ai piedi del podio. Verstappen l’abbiamo potuto vedere alla partenza, poi chi l’ha visto l’ha visto, ha preso ed è andato via. A fine settembre, in netto anticipo sui tempi, la Red Bull si aggiudica sul tracciato di Suzuka il mondiale costruttori, chiuso a doppia mandata già da qualche mese, a testimonianza di un dominio assoluto.

Ma dietro al suo dominio, cresce la McLaren, seconda con Norris, che replica così il podio e il piazzamento di Singapore, e terza con Piastri. Vasseur dice che le distanze sono minime, che una volta vanno meglio loro e un’altra va meglio la Ferrari. A noi non sembra. Da Silverstone in poi, la McLaren è stata l’unica a cercare di restare in scia alla Red Bull, con una costanza appena macchiata da qualche gran premio. Non è il caso di Maranello. La splendida vittoria di Sainz a Singapore ha oscurato, ma non cancellato, il senso di una stagione caratterizzato dalla mediocrità.

Alla fine anche il nostro caro Freddie deve fare buon viso a cattivo gioco: «Beh non si può essere pienamente soddisfatti quando si arriva quarti e sesti, anche se ci siamo avvicinati alla Mercedes». Meno male. «Ma era difficile fare meglio oggi», aggiunge. «L’obiettivo adesso è quello di recuperare sulla Mercedes. E per quel che riguarda il futuro non bisogna farsi influenzare dai risultati. Siamo così vicini, Ferrari, Mercedes e McLaren, che da una pista all’altra i vantaggi si ribaltano di pochi decimi. Dobbiamo andare avanti e pensare al prossimo Gran Premio. A noi in questo week end ci è mancato qualche centesimo e sarebbe stata un’altra gara. A Dakar, dovremo cercare di fare meglio».

Se Vasseur non attenua il suo ottimismo, e magari ha semplicemente ragione lui che sa cose che noi non sappiamo, Charles Leclerc è come sempre un po’ più dubbioso. E alla domanda se il salto in avanti della Mclaren sia preoccupante, risponde «Sì e no. Questa pista assomiglia molto a Silverstone, dove avevano fatto benissimo. Qui a Suzuka ce l’aspettavamo una prestazione del genere da parte loro. Dobbiamo vedere a Dakar. Se si confermano anche lì, allora noi sì che dobbiamo preoccuparci». E in effetti è semplicemente questo lo stato delle cose.

D’altro canto, su una pista tecnica come quella di Suzuka, che richiede carico aerodinamico, stabilità, bilanciamento, efficienza, ma che è soprattutto caratterizzata da un degrado gomme molto elevato, aspetto particolarmente complicato da gestire per i piloti di Maranello viste le carenze della SF23 in questo ambito, era abbastanza logico prevedere che la Ferrari avrebbe incontrato parecchie difficoltà. Solo Vasseur, ancora inebriato dalla doccia di champagne sul podio di Singapore, s’era lasciato dal sen sfuggire che anche qui la Rossa avrebbe potuto regalare una piacevole sorpresa. In realtà le prove libere e le qualifiche avevano già messo in evidenza come le vetture del Cavallino avessero sofferto terribilmente il primo settore, dov’era emersa tutta la carenza di carico e l’instabilità aerodinamica, mentre la McLaren era migliorata in maniera sensibile con un incremento di performance lampante sulle curve lente e i rettilinei, sfruttando anche una gestione gomme nettamente superiore. In un certo senso il risultato era già scritto in partenza. Tolto Perez, che ormai continua a soffrire le pene dell’inferno in questo mondiale, con qualifiche al rallentatore una dietro l’altra e incidenti sparsi in gara, restava da capire come sarebbe finito il duello con la Mercedes. L’ha vinto Leclerc, l’ha perso Sainz, ma nel complesso la classifica costruttori da oggi sorride di più alla Scuderia di Maranello, per la terza piazza, visto che la prima, Red Bull, è già chiusa, e la seconda, McLaren, quasi. E adesso andiamo a Dakar, alla prova della verità, come ha detto Leclerc. Potremmo anche credere a Vasseur una volta tanto, al suo sorriso da gattone che ha visto l’uccellino danzargli attorno al naso. Mah.

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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