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Max davanti a Norris e Lewis. Le Ferrari affondano, mai così male dal 2010

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Max Verstappen (Foto Ansa)
Max Verstappen (Foto Ansa)

Max Verstappen vince tutto. Non poteva mancare Silverstone nel suo carniere, anche se qualcuno può pensare che abbia fatto un po’ più fatica del solito. Per quattro giri ha lasciato il comando a Norris, autore di una partenza bruciante, poi ha rimesso a posto le cose e ha fatto la sua corsa come sempre, lui davanti e gli altri a guardare. Sono undici vittorie consecutive della Red Bull. E altre ne seguiranno. Ma le sorprese arrivano alle sue spalle. Le McLaren avevano conquistato a sorpresa la seconda e la terza piazza alle qualifiche e in gara non hanno confermato solo le aspettative, ma sono andati forse pure oltre, con Norris e Piastri che non hanno mai lasciato andare troppo lontano Re Max. Alla fine, la lotteria dei pit stop nella Safety Car ha tolto il gradino di bronzo a Piastri. Primo Verstappen, secondo Norris, terzo Hamilton.

Chi cresce e chi illude

Ottima anche l’altra Mercedes, con Russell che è riuscito a far funzionare in maniera stupefacente le gomme rosse per più di metà corsa. Le Frecce d’argento sono in continua crescita e non è da escludere da qui alla fine della stagione un loro ritorno alla vittoria. Che invece possiamo escludere assolutamente per le Ferrari. Il Cavallino è letteralmente affondato a Silverstone. Nono Leclerc, decimo Sainz. Peggior risultato dal 2010 della scuderia di Maranello. Questa volta almeno resteranno senza parole gli inguaribili azzeccagarbugli, che in Austria avevano esultato con eccessivo entusiasmo, dimenticando quando la pista favorevole avesse pesato invece su quella prestazione. Charles Leclerc è demoralizzato: «All’inizio non c’era il passo. Ma il problema principale è il ritmo. Abbiamo faticato nelle curve veloci e soprattutto in trazione andavamo peggio degli altri». Così come Carlos Sainz: «Oggi non c’era niente da fare. Le McLaren erano più veloci di noi, le Mercedes erano più veloce di noi».

La "rossa" con la tosse

Silverstone ci ha lasciato l’immagine di questa Ferrari come un tossicchiante carro attrezzi da vita agra, con un futuro da esistenza grigia, narrata dai suoi incomprensibili aedi come se fosse quasi la seconda forza del mondiale. Perché arriva Freddie nostro, Mister Un passo avanti, che tranquillizza tutti, niente di grave, «non abbiamo sfruttato al massimo il pacchetto che abbiamo. Credo che siamo stato troppo conservativi, temevamo un degrado gomme peggiore che non c’è stato, e abbiamo sbagliato. Abbiamo avuto paura». Però stiano tranquilli i tifosi, «noi continueremo a sviluppare le vetture, ma siamo tutti così vicini dal secondo al decimo posto, che un piccolo errore segna la differenza». Mica è una macchina inferiore. Un piccolo errore. Grande Freddie. Se non ci fosse Vasseur, non saremmo capaci di invertarlo.
Così, continuiamo a farci ridere. Gli aggiornamenti continuano. Un passo avanti per volta.

I tentativi tecnici di dare smalto alle Ferrari

Qui a Silverstone, la Sf-23 ne ha portati di nuovi, con un diffusore modificato nel tentativo di migliorare ancora le sue prestazioni, dopo che il fondo tridimensionale presentato in Austria, incentrato sull’eliminazione dei sobbalzi aerodinamici, aveva dato buoni riscontri. I famosi «passi avanti» di Freddie dalla battuta facile, scusate tanto, ma lui è fatto così. Il risultato allo Spielberg era stato in effetti soddisfacente, tenendo presente però che quello era un tracciato in cui la Rossa pativa meno l’annoso problema del consumo gomme. In ogni caso, quelle modifiche non erano state studiate per incrementare il carico generato, ma piuttosto per perfezionare il bilanciamento della vettura, funzionale anche a una riduzione del degrado, senza però poterlo debellare definitivamente. Il suo compito, comunque, il fondo tridimensionale portato al Red Bull Ring era riuscito a svolgerlo, riuscendo a gestire in maniera efficace l’innesco del porpoising, per contrastare l’insorgenza dei sobbalzi aerodinamici. Silverstone però è la prova del nove, l’esame verità per capire se i passi avanti continuano davvero, o restano solo nelle parole di Freddie nostro.

Il momento migliore: alle qualifiche

Il nuovo diffusore, introdotto per questo Gran Premio, nelle convinzioni degli ingegneri di Maranello dovrebbe contribuire a migliorare sensibilmente le prestazioni della macchina. Prima del via, le sensazioni, per usare la definizione di Vasseur, erano «altalenanti», perché il week end era stato in qualche modo faticoso, con il problema elettrico di Leclerc che l’aveva costretto a saltare tutta la sessione di venerdì, mentre il passo gara che Sainz era riuscito a provare aveva dato riscontri positivi, ma non eccellenti. Le qualifiche poi avevano piazzato nella griglia di partenza le Ferrari dietro alle due McLaren e davanti alle Mercedes, da guardare con un certo timore, perchè il loro passo gara era stato, invece, davvero impressionante, secondi solo a quello dell’inafferrabile Verstappen.

Galleggiare nella mediocrità

La gara conferma in gran parte le sensazioni della vigilia, depurate dall’illusorio vociare del tifo che ogni volta sospinge le Ferrari oltre i propri limiti, ormai acclarati, nonostante tutti i passi avanti che annuncia il nostro caro Freddie. La sorpresa viene dalle McLaren, che non solo ratificano le ottime qualifiche, ma che per tutti i primi giri tengono testa al Cannibale Verstappen, riuscendo persino a sopravanzarlo con Norris che guida la corsa fino al quinto passaggio. Dietro di loro ci sono le Mercedes, che sembrano aver risolto, loro sì per davvero, quasi tutti i problemi che li hanno angustiati nella prima parte della stagione. La Ferrari, invece, galleggia nella mediocrità, quando va bene, perché questa è la sua condizione innegabile, anche se ci prepariamo a leggere e sentire le solite affermazioni euforiche sulla Rossa che sta risolvendo i suoi guai già in vista del prossimo appuntamento fra 15 giorni in Ungheria. Fantasie senza senso.  

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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