Perché dopo il trionfo di Verstappen Binotto ammette: "Ora La Red Bull è più forte di noi"
Charles Leclerc in particolare è tutt'altro che spacciato, la rossa è competitiva. Ma stanno emergendo differenze che non è più possibile ignorare

Quello di Miami potrebbe essere stato un gran premio importante, da segnare con la matita rossa, per la storia di questo mondiale. E’ vero che a Barcellona quasi tutti i team porteranno in pista un bel malloppo di aggiornamenti. Ma questo Gran Premio ha sancito senza ombra di dubbio che la squadra da battere, la più forte del gruppo, è la Red Bull. La Ferrari ha fatto miracoli, soprattutto se si pensa dov’era l’anno scorso, ma è dietro, questa è la verità. Vince Max Verstappen, quattro secondi davanti a Leclerc, ma questo margine se l’è preso tutto in pochi giri, dopo la ripartenza dalla Safety Car. Terzo è Sainz che si difende con le unghie e con i denti dall’assalto di Perez. Nel complesso non è un gran premio da buttar via per la Ferrari, anzi. Solo che ora come ora sembra essere la seconda forza del gruppo.
La differenza ora fra Max e Charles
C’è la componente piloti che può pesare non poco sul prosieguo del mondiale. Sia Verstappen che Leclerc vanno più forte delle loro macchine. «Non sono Gesù, non posso fare miracoli», diceva l’olandese prima della partenza. Però, ha fatto una gara perfetta, sin dall’avvio, quando ha passato Sainz mettendosi subito alla caccia di Leclerc. Poi è stato avvantaggiato dalla sua monoposto, ma l’ha sfruttata al meglio. Il fatto è che anche Leclerc ha guidato al limite, ed è stato bravissimo. La verità è che, come ammette Binotto alla fine, «oggi ci portiamo a casa che loro sono più forti».
Perché il sogno va a svanire
Anche se all’inizio le prime sensazioni sembrano raccontare un’altra cosa, perché il principino mantiene la testa alla partenza e piazza subito il giro più veloce lasciando Verstappen a distanza di sicurezza, sopra il secondo, fuori dal pericolo DRS. E’ vero che l’olandese ha bruciato Sainz alla prima curva, e questo piccolo particolare rovina già un po’ le strategie di gara della Ferrari. Ma per 5 minuti qualcuno può anche sperare che possa ripetersi il gp d’Australia, dominato da Charles. Cinque minuti appena. E il sogno svanisce. All’ottavo giro segnalano via radio al pilota olandese che la gomma anteriore destra di Leclerc ha problemi di degrado. E’ la stessa situazione di Imola: da questo momento la corsa di Miami cambia completamente volto. «Puoi spingere», dicono dai box all’olandese. E Max non si fa pregare. Passa all’attacco, sorpassa Leclerc e scappa via. Con una certa facilità, anche. La cosa che potrebbe essere più sconfortante per la Rossa è che questo non era un tracciato fra i più favorevoli per la RedBull. Diciamo che era fifty and fifty. Il Miami International Autodrome ha un percorso di 5,41 km da percorrere 57 volte: 19 curve, tre rettilinei, dislivelli, una chicane. Le velocità massime sfiorano i 320 km/h con una media di circa 223 km/h3 e i piloti possono schiacciare sull’acceleratore per più della metà del tracciato. Le curve 11 e 17 costituiscono le due principali opportunità di sorpasso con tre zone di Drs. A parità di usura delle gomme, le prestazioni delle due monoposto sono molto vicine, ma alla resa dei conti la RedBull gode di un vantaggio notevole, che è quello di andare anche a 10 km orari più veloce nei rettilinei. Perde nelle curve lente, ma lì non si può sorpassare e se ti passa davanti, può accumulare i vantaggi necessari nei dritti.
Ferrari e Red Bull in corsa, l'analisi dei parametri
A parità di usura, dicevamo. Ma, come a Imola, questa tassa la paga la Ferrari. E come a Imola, Leclerc regala al rivale un altro secondo al pit stop, che non è che ne avesse tanto bisogno. Verstappen pare quasi che si diverta, che stia giocando, tanto è impressionante la facilità con cui guida, soprattutto se paragonata alla fatica che fa Leclerc a tenere la barra dritta. La Red Bull non accusa problemi di degrado alle gomme, mentre Charles fa sapere via radio che la sua macchina è troppo difficile da gestire. Poi, dopo il cambio ai box, qualcosa migliora. Non per cullare sogni di rimonta, con Max che è avanti di 8 secondi, ma per non affondare. Sainz respinge l’attacco di Perez, e Leclerc comincia a non perdere più tanto dal leader. Poi arriva la safety car. E dopo la ripartenza, con la Ferrari che non sembra patire come prima l’usura delle gomme, si riaccende qualche speranza. E’ un po’ vana, perché come abbiamo spiegato prima, sul dritto, che è l’unico posto dove si può sorpassare, la RedBull va troppo forte e a Charles manca lo spunto per superarlo. in compenso dietro di lui Sainz fa un piccolo miracolo, sorpasso e controsorpasso con Perez.
Da qui in avanti è vietato sbagliare
Che dire? La chiusa è tutta nelle parole di Binotto, altre parole non servono: «C’è delusione nel vedere che la Red Bull in queste ultime due gare è andata più avanti di noi. Ci danno due decimi al giro, non c’è niente da fare, ora vanno anche più forti anche nelle curve. Adesso andremo in Spagna e avremo anche noi degli sviluppi e speriamo di recuperare il gap. Siamo in testa al mondiale. Non dobbiamo sbagliare da qui in avanti. Loro per migliorare così tanto devono aver speso una parte notevole del budget, e la speranza è che non ne abbiamo più tanto».