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Max Verstappen vince solo in volata, soffrendo. E' cominciata una nuova F1

Il Gran Premio dell’Emilia Romagna ha certificato che gli aggiornamenti funzionano, un po’ più per la McLaren su questa pista ma anche per Maranello, e che il distacco abissale che aveva la Red Bull su tutti gli avversari ora non c’è più

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
verstappen
Max Verstappen (foto Ansa)

Verstappen che vince soffrendo così non ce lo ricordavamo più. In volata, sette decimi appena davanti all’arrembante Lando Norris, che gli aveva mangiato un secondo dietro l’altro negli ultimi giri. Senza la pole conquistata con un altro dei suoi capolavori, oggi staremmo parlando di un altro ordine d’arrivo. Questa è una vittoria tutta di Max, più che della Red Bull. Ma la verità è che da Imola è iniziata un’altra Formula 1, e c’è anche la Ferrari adesso in questo spettacolo e rombar di motori che ci aspetta da qui in avanti. Il Gran Premio dell’Emilia Romagna ha certificato che gli aggiornamenti funzionano, un po’ più per la McLaren su questa pista ma anche per Maranello, e che il distacco abissale che aveva la Red Bull su tutti gli avversari ora non c’è più. Leclerc è terzo all’arrivo, a sette secondi dai due mattatori, però è rimasto in gara dall’inizio alla fine, arrivando a un certo punto attaccato a Lando Norris, nonostante questo tracciato non fosse di quelli più adatti a misurare le modifiche apportate alle monoposto di Maranello. Come ripete Leclerc: «Imola non è la pista ottimale per giudicare i miglioramenti. E pure Monaco non sarà neppure l’ideale. Dopo Monaco cosa c’è?» Canada. Sorriso: «Ecco, in Canada speriamo»

Gli aggiornamenti della Ferrari

Al semaforo verde del Gran Premio la pole diceva ancora una volta Verstappen, grazie a un giro di qualifica da SuperMax, un pilota straordinario che riesce sempre a ottenere il massimo - e anche di più forse - dalla sua macchina. Su una pista come quella di Imola dove i sorpassi sono quanto meno complicati, non era proprio una bella notizia. Per la Ferrari solo seconda fila, dietro anche a Norris, cliente molto scomodo, perché la sua McLaren sembra aver risposto molto bene ai nuovi aggiornamenti. A onor del vero, anche quelli di Maranello paiono funzionare, viste pure le parole di elogio spese da Helmut Marko: «Devo ammetterlo, gli aggiornamenti della Ferrari mi hanno colpito». In realtà, come ha spiegato Charles Leclerc, «dobbiamo aspettare qualche gara prima di giudicarli, perché forse non stiamo correndo nella finestra ottimale per questo nuovo pacchetto. Sono sicuro che ci sia ancora del potenziale da sbloccare, ma la stagione è lunga e abbiamo molte idee su come ottenere di più da questi aggiornamenti e lo faremo già nelle prossime gare». In ogni caso la Sf24 è sensibilmente diversa rispetto a quella utilizzata fino a Miami: oltre al fondo, che con le auto a effetto suolo è il componente che produce la maggior parte del carico aerodinamico, presenta un disegno rivisto delle pance laterali, ora più simili a quelle della Red Bull e della McLaren.

In tre a lottare 

Al di là di tutto, Imola alla fine dimostra che, dopo questi aggiornamenti, la Red Bull ha perso molta parte del margine a suo favore che aveva nei primi gran premi della stagione, a tutto vantaggio dello spettacolo, con tre team che possono giocarsi la vittoria quasi allo stesso livello. «Siamo sul passo», dice Vasseur, «siamo in lotta con loro. Dobbiamo ancora fare un piccolo passo in avanti. E speriamo di farlo per i prossimi gran premi. Credo che di pista in pista da ora in poi l’ordine di arrivo potrebbe essere sempre diverso, a cominciare da Monaco, la prossima settimana». Certo, resta la variante Verstappen, l’unico in grado di andar più forte della sua macchina. S’è conquistata la pole con un giro di qualifica semplicemente straordinario e poi ha provato a scappare via. E ce l’aveva quasi fatta, fino a pochi passaggi dall’arrivo, quando Norris si è scrollato di dosso Leclerc ed è partito alla caccia del leader. Però, fino a quel momento, faceva impressione guardare SuperMax che schiacciava sull’acceleratore accumulando secondi su tutti e Sergio Perez che sulla stessa macchina galleggiava nella mediocrità, sorpassato in rapida successione da tutti quelli che entravano dietro di lui dopo il pit stop. O Perez guidava una vettura diversa o Verstappen è un «mostro», un fuoriclasse del volante, uno dei più grandi della storia. O forse, tutt’e due le cose.

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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