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La folle gara d'Arabia con Hamilton punito ma salvo. E adesso mondiale F1 al fotofinish

Ad Abu Dhabi succede di tutto, fra incidenti, Safety car, bandiere rosse e penalità decise in modo "bizzarro". Cronaca di un Gp molto particolare

Lewis Hamilton in testa al gruppo sulla pista a Jedda (Foto Ansa)
Lewis Hamilton in testa al gruppo sulla pista a Jedda (Foto Ansa)
di Pierangelo Sapegno

Ci sono tanti modi per decidere un titolo mondiale. La Formula 1 ha scelto quello del caos. In questo pazzo pazzo pazzo Gran Premio dell’Arabia Saudita, è successo di tutto, e Max e Lewis si sono sfidati a colpi di ferraglia, di rabbia e di nervi, pensando più a una battaglia che a uno sport. Forse Verstappen cercava lo scontro, perché se tutti e due andavano fuori l’unico che ci avrebbe guadagnato sarebbe stato lui, forse Hamilton ha giocato più di furbizia che di velocità, uscendo così dai limiti delle regole. L’ordine di arrivo dice primo Lewis secondo Max. Poi c’è la sentenza dei giudici a tempo scaduto. Dieci secondi di penalità al vincitore. Hamilton punito ma verdetto rispettato. E tutt’e due appaiati in classifica prima dell’ultimo capitolo ad Abu Dabi. Finale perfetto, ma se continuano così chissà se succede.

Le conseguenze di una decisione "bizzarra"

A Jeddah, a complicar le cose, su un circuito mica tanto semplice, ci si sono messi pure i direttori di gara con qualche decisione strampalata. Ci ha guadagnato qualcuno, e qualcun’altro ci ha rimesso, come la Ferrari: Leclerc era quarto, è finito settimo. E forse ci ha guadagnato lo spettacolo e ci ha perso lo sport. Pista difficile su un tracciato angusto, basta un piccolo errore per sbattere contro un muro. Nelle qualifiche ci hanno picchiato in tanti, compreso Verstappen. In gara, il via alle danze lo dà Schumacher. E poi sono botte sino alla fine. Resta però la spiacevole sensazione di un mondiale giocato alla lotteria. Forse sarà pure normale. Classe e fortuna, ma soprattutto tanta fortuna. Che poi lo sport è così. Ma la formula uno di più.

Safety car e bandiera rossa

Il risultato è un Gran Premio che viene stravolto sin dall’inizio. Al dodicesimo giro entra la safety car per un incidente di Schumacher e Bottas e Hamilton corrono subito ai box per cambiare le gomme, lasciando la testa della gara a Verstappen, che però non finisce più di lamentarsi via radio, «dovevo entrare anch’io, abbiamo sbagliato». Solo che qualche minuto dopo, sorpresa! Bandiera rossa, anche se non sembra esserci nessuna ragione: vuol dire che si riparte tutti da fermi e non viene solo annullato lo svantaggio Red Bull di un pit stop ancora da fare rispetto agli avversari, ma a questo punto si riparte con Max davanti a tutti e quella che sembrava una gara con l’ordine d’arrivo già quasi scritto con la doppietta Mercedes al traguardo viene completamente capovolta. Poi succede ancora di tutto.

Un continuo stop and go

Seconda partenza, Verstappen perde il comando della corsa e taglia la chicane della curva due rientrando dall’esterno davanti al suo rivale e dovrebbe finire sotto investigazione, mentre Perez fa bum bum in mezzo al gruppo. Nuova bandiera rossa, non si può fare altrimenti. E pure trattativa da suk arabo con strana proposta della direzione di gara: se Verstappen accetta di partire dietro Hamilton e Ocon niente investigazione e penalità. Alla Red Bull non ci pensano neanche due secondi: ok grazie. Terza partenza. E questa volta Max fa il capolavoro di giornata: salta sia Ocon che Hamilton e vola al comando della corsa.

Sportività nessuna, botte tante

Solo che da qui in avanti non è più una corsa, ma una sfida medioevale all’ultima ruota molto limiti ai limiti del regolamento. Hamilton e Verstappen sembrano due cavalieri che incrociano le lance in un torneo con l’elmo calato e la corazza per conquistare i favori della principessa. Sportività nessuna. Botte tante. E’ il caos totale. Lewis attacca Max in curva 1, che fa di tutto per non farsi passare e magari per buttarlo pure fuori. La Red Bull resta davanti, ma dal box ordinano al pilota olandese di dare la posizione al britannico, forse perchè temono un’altra investigazione questa volta senza appello. Lui rallenta per farsi passare prima della curva, ma Hamilton non vuole farlo lì perchè darebbe l’opportunità al rivale di azionare il Drs sul rettilineo e superarlo di nuovo. Verstappen si ferma quasi, scala in terza marcia, ma l’altro dietro niente e così il tamponamento è inevitabile.

Il momento delle sportellate

Lo scontro è notevole. Hamilton danneggia l’ala della macchina, che da qui in avanti perde un pezzettino alla volta. Ma chi tampona ha sempre torto, e anche per lui scatta l’investigazione: decideranno solo dopo la gara. L’olandese viene penalizzato di cinque secondi, deve finalmente cedere la posizione e quando lo fa a cinque giri dalla fine l’altro se ne va via accumulando subito un bel vantaggio. Undici secondi in pochi chilometri. A testimonianza che se non avessero creato tutto questo pasticcio con la prima bandiera rossa, «assolutamente ridicola», come l’ha definita Alonso, protagonista spettatore di questa vicenda, la vittoria Mercedes non sarebbe mai stata in discussione. Ad Abu Dabi altra musica. Lì la pista è a favore di Red Bull. Ma la Mercedes da un po’ ha preso a volare. Max avvantaggiato, ma verdetto incerto. E speriamo che non sia un’altra sfida all’Ok Corral.  

6 dicembre 2021
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